12 - Buona notte

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Lorenzo mi guardò imbarazzato, rosso come un peperone e rimase qualche secondo in silenzio, non sapeva cosa dire

Era adorabile, il suo ciuffo di capelli castani schiariti dal sole era stato abilmente pettinato verso l'alto, tranne per qualche ciocca di capelli ribelle che gli ricadeva sulla fronte.
I suoi occhi marroni giuzzavano da una parte all'altra in segno di imbarazzo; e sulle labbra aleggiava un piccolo sorriso che attenuava la tensione di qualche secondo prima.

Continuai a fissarlo in attesa di una risposta mentre il mio ghigno malizioso cresceva.
Non sono mai stata una persona discreta e pudica, ho sempre voluto mantenere un'aria distaccata ma onesta, senza peli sulla lingua insomma. Quindi la situazione non mi imbarazzava affatto, anzi, trovavo molto divertente la reazione del ragazzo seduto davanti a me, intento a trovare le parole per spiegarmi la situazione.

Finalmente aprì la bocca, mantenendo lo sguardo basso.

Lorenzo: pensavo fosse un appuntamento, non lo è?

Rimasi un po' basita quando vidi il ragazzo alzare lo sguardo per incontrare il mio; sembrava quasi deluso.

Aprii le labbra per rispondere ma venni interrotta dal cameriere di prima, il quale posò i due mojito sul tavolo, si scusò per l'attesa e si allontanò con lo stesso sorriso ben recitato che aveva mantenuto per tutta la sera.

Iniziai a mescolare il ghiaccio tritato con la cannuccia per raccogliere ogni singolo ingrediente del cocktail, presi un sorso e risposi al riccio.

Io: ha tutta l'aria di essere un appuntamento ora che me lo fai notare... mi sta bene. Appuntamento.

Ripetei sorridendo al suono di quella parola, sentii il rossore invadermi gli zigomi e buttai giu un'altro sorso.

'Cazzo, questa roba è forte'

Pensai scuotendo la testa, invasa da un brivido procuratomi dal calore che l'alcool mi portava al petto. La menta e lo zucchero di canna contrastavano il sapore un po' amaro del rum chiaro, annuii mentalmente elogiando la scelta del ragazzo che adesso mi guardava con un sorriso enorme.

Lorenzo: e appuntamento sia....ti piace il cocktail?

Annuii velocemente tenendo le labbra sulla cannuccia nera e iniziai a mordicchiarla come d'abitudine.

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Finimmo entrambi i nostri bicchieri, ormai riempiti solo dal ghiaccio.
Passammo la serata al tavolo, parlando del più e del meno.
Lui mi parlò della sua famiglia, della scuola che ormai aveva finito e del suo progetto per l'università; insomma mi raccontò tutto quello che non si poteva capire da dietro uno schermo.
Io invece gli parlai dei miei imminenti esami, della mia passione per l'arte e per la musica e dei miei sogni per il lavoro.
Ci alzammo un po' fiacchi, rallentati dall'alcool in circolo, ma abbastanza sobri per camminare sino all'auto.

Mi aprii un'altra volta la portiera come un vero cavaliere e mi gettai sul sedile con poca grazia.
Lui fece lo stesso e accese il motore guardandomi con un sorriso malizioso.
Ricambiai ignorando la nota poco pudica nella sua espressione e guidammo sino a casa mia in silenzio.

Arrivati sotto il portone, raccolsi la mia borsa e lo guardai sorridendo, cercando delle parole per congedarmi.

Io: g-grazie per la serata..

Lorenzo mi guardò confuso, piegando la testa di lato, si sporse verso il mio sedile quanto basta per accorciare la distanza sino a pochi centimetri.

Lorenzo: già te ne vai? Non deve finire per forza adesso.

Lo guardai perplessa guardando l'orologio.

Io: Lorenzo, la serata è finita circa due ore fa.

Gli mostrai il display del mio orologio ridacchiando il quale mostrava "2:00am".

Lui rise ma non parlò, invece si avvicinò ancora, lasciando poco spazio tra i due visi.
Voleva baciarmi?
Feci spallucce mentalmente chiedendomi 'perché no?'.

Lo vidi chiudere gli occhi e lo seguii a ruota, serrando i miei.
...
Ma non si mosse, non mi baciò.
...
3 interminabili secondi passarono e non ce la feci più.
Annullai la breve distanza che ci separava e feci scontrare le mie labbra contro le sue in un bacio tenero, puro e casto.

La situazione piacevole si trasformò in qualcosa di fastidioso quando sentii una mano farsi strada in modo inquietante su per la mia gamba.

A quest'ultima si unì la lingua del ragazzo che pregava le mie labbra di aprirsi un po' di più per rendere il bacio un po' più emozionante.

Corrugai la fronte e feci uscire un mugolio dalla gola in segno di disapprovazione, ma sembrò non cogliere il messaggio visto che la sua mano iniziò a salire su per la mia maglietta, carezzando avidamente il mio stomaco.

Lo spinsi via timidamente con una mano sul petto abbassando lo sguardo.

Io: forse è meglio che ci fermiamo....

Lorenzo mi lanciò uno sguardo un po' offeso, ma riconobbe il suo errore e abbassò lo sguardo a sua volta.

Lorenzo: scusa...

Forzai un sorriso timido sulle labbra e uscii dall'automobile, poi mi affacciai al finestrino, piegandomi di poco per poterlo salutare.

Io: buona notte...

Lorenzo: Buona notte principessa.

Sorrise dolcemente e si allontanò con la sua macchina Nera nel buio.

The way we met ~Lorenzo Ostuni~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora