17

16 4 0
                                    

Kyle

Il suo petto si alzava e si abbassava troppo velocemente, quasi come se stesse per avere un attacco di panico o, peggio, come se avesse paura di me, del mio corpo, che ancora sovrastava il suo.

Ma nei suoi occhi, invece, vi leggevo una bramosità, un desiderio nel rimanere in quella posizione per un tempo lunghissimo, senza mai permettere al mondo di intrecciarsi tra di noi.

Le mie mani erano appoggiate sulle sue spalle ossute, coperte dalla giacca, e non erano affatto intenzionate a lasciare quella presa vitale, mentre il mio petto, talmente vicino al mento di Eva, vibrava per la vicinanza con quello della donna davanti a me.

Non ci eravamo mossi nemmeno di un millimetro da quella posizione, nella quale avevo immobilizzato la figura di Eva contro il muro in mattoni neri del palazzo in cui alloggiavo... nessuno dei due aveva proferito parola, dopo che lei aveva rivelato quella verità.

La sua versione della storia.

Una versione che molte volte aveva sfiorato la mia mente.

Ma che mai avevo effettivamente analizzato e preso realmente in considerazione.

E per questo, mi arrabbiai.

Mi arrabbiai con me stesso.

Mi arrabbiai perché non avevo dato il giusto peso alla sua reazione di quel giorno, arrendendomi al primo ostacolo, come un perfetto imbecille, scappando da casa nostra e prendendo quell'aereo, ricominciando così una nuova vita.

Una vita dedita, piena e ambiziosa.

Una vita senza di lei.

Avrei voluto dirle tutto ciò che mi passava per la testa, chiederle perdono per tutte le volte in cui avevo dubitato di lei, in cui l'avevo dipinta come un mostro senza cuore quando, in realtà, il mostro senza cuore, ero stato proprio io: scappare in un'altra nazione, sposare un'altra donna e realizzare i miei sogni mentre Eva era rimasta a Londra, a patire quelle condanne di cui non era nemmeno lontanamente colpevole, era stata una mossa vile e spregevole da parte mia e non me lo sarei perdonato facilmente.

E anche se avevo altre mille di domande da porle, in quel momento tutto ciò a cui riuscivo a pensare era la bellezza che celava quel suo volto imperfetto ma che, per me, era così dannatamente incantevole e penetrante, grazie alle piccole lentiggini che le macchiavano la pelle delle guance insieme alle sottilissime rughe, le quali contornavano invece le sue labbra vogliose e gli occhi indulgenti.

Senza che ce ne rendessimo conto, i nostri volti si stavano lentamente avvicinando, arrivando addirittura a far sfiorare la punta dei corrispettivi nasi.

La reazione del mio corpo fu immediata.

Era inutile mentire a me stesso: il richiamo naturale che nutrivamo l'uno verso l'altra, era talmente veritiero e vivido, che diventava sempre più difficile riuscire a celarlo dietro l'odio e la cattiveria.

Se solo avesse voluto, con una piccola spinta, le nostre labbra avrebbero potuto incontrarsi.

<<Eva...>> mormorai io, totalmente assuefatto dal suo stramaledetto incantesimo.

I suoi occhi si socchiusero, come se, anche lei, provasse quello stesso sentimento che, ogni volta, mi spingeva verso di lei.

Verso la sua persona.

<<Kyle.>>

<<Papà!>>

Improvvisamente, il mio corpo divenne rigido, quasi quanto il muro a cui ci stavamo appoggiando.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Oltre i tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora