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Undici anni prima...

Eva

Okay, potrò anche aver sprecato un intero pacco di farina, sporcato tutto il ripiano della cucina con il preparato per pancake e bruciato un mestolo di legno... ma almeno il mio tentativo nel preparare la colazione all'uomo, che dormiva ancora nella camera da letto poco distante, stava dando i suoi frutti.

Ero riuscita anche ad apparecchiare il piccolo tavolino in salotto, con le nostre tazze personalizzate e delle adorabili tovagliette in tessuto che avevo comprato l'altro ieri, quando mi ero decisa a fare questa fantastica sorpresa a Kyle.

Doveva essere tutto perfetto... i pancake erano quasi pronti, mentre adesso dovevo pensare a preparare il suo maledetto thè alle more, visto che lui odiava il caffè, ma c'era un unico problema: non riuscivo a trovare un cavolo di pentolino per poter scaldare l'acqua della sua odiosa bevanda.

In casa non avevo trovato nessun bollitore, il che mi sembrò al quanto strano vista la sua adorazione per tutti i diversi aromi di infusi e tisane, purtroppo però, il tempo stringeva e io non sapevo quando si sarebbe potuto alzare Kyle; perciò, non potevo permettermi di perdere altro tempo, anche perché era insolito che lui dormisse ben oltre le otto del mattino.

Ieri sera, insieme a qualche suo amico, avevamo deciso di passare la serata in un Pub della zona, per poi, verso le undici passate, recarci alla festa di compleanno di un ragazzo della loro compagnia che io avevo intravisto solamente una volta; quando poi io e Kyle tornammo a casa sua a tarda notte, l'orologio segnava le tre e un quarto. Perciò, dopo esserci intrattenuti in attività... aerobiche... crollammo nel morbido letto, in un sonno meravigliosamente profondo.

Fortunatamente, mi ero impostata la sveglia verso le sette e mezza, così da potermi alzare con calma e pensare ai dovuti passaggi per preparare una colazione con i fiocchi.

Il mio telefono mostrava le nove meno un quarto circa, perciò veloce, non lo ero stata, ma quanto meno i pancake sembravano avere un ottimo aspetto!

<<Dove cavolo lo avrà messo?>> sibilai, riferendomi al piccolo pentolino arancione che avevo intravisto qualche giorno fa.

Mi guardai attorno, analizzando ogni possibile luogo in cui il mio ragazzo avrebbe potuto nascondere quell'utensile e, quando alzai di poco lo sguardo, lo notai subito.

Si trovava sopra ad un armadietto beige, insieme ad un cestino contenente, quelle che mi sembravano, diverse bustine per il thè.

Bingo.

Appoggiai subito il ginocchio nudo sopra il ripiano freddo della cucina, sollevandomi e cercando di mantenere l'equilibrio quando entrambi i miei piedi si staccarono dal pavimento, per alzarmi, di diversi centimetri in più, sopra a quel mobile.

Cavolo, che bella vista da quassù.

Un passo traballante alla volta, mi avvicinai a quell'armadietto e, appoggiando le mani su di esso, mi misi in punta di piedi per cercare di raggiungere il mio obbiettivo.

Lo toccai con l'unghia, ma così facendo lo allontanai maggiormente.

<<Oh, andiamo!>> mi lamentai, avvicinandomi un altro po'.

Non era possibile.

Da quanto mi stavo sforzando, ebbi paura che a momenti mi si sarebbe potuto staccare il braccio, a causa del dolore che il muscolo stava patendo.

Con un piccolo saltello, riuscì finalmente ad acchiappare quel malefico utensile ma, sfortunatamente, il mio braccio urtò il piccolo cesto vicino al pentolino, facendolo cadere per terra, con un tonfo secco.

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