*attenzione, in questo capitolo sono presenti tematiche forti... (per i più sensibili) se vi va di continuare lo stesso, tralasciate questo flashback <3
Kyle, 24 anni
Avevo bisogno di una doccia, all'istante.
Nonostante gli allenamenti di football fossero finiti da ormai più di due ore, la mia fronte grondava di piccole gocce di sudore e in quel periodo dell'anno, non era il massimo girare per Londra fradicio dalla testa ai piedi, con quel dannato vento pronto a colpire nei momenti meno opportuni.
Avevo anche fame, troppa.
Con uno sbuffo, spinsi il portone del palazzo in cui abitavo con la mia famiglia per entrare nel pianerottolo in marmo, riparandomi così dal freddo gelido di novembre.
A passo svelto corsi fino all'ascensore, trovandolo stranamente aperto e vuoto, premendo dunque il pulsante che mi avrebbe portato al quinto piano.
Che mi avrebbe portato a casa.
Quando le porte dell'abitacolo si chiusero, appoggiai la testa contro la parete di metallo, godendomi per qualche istante il caldo tepore che emanavano le luci sopra di me.
Mi sarei fatto una doccia al più presto.
Avrei mangiato quante più calorie possibili.
E poi me ne sarei andato a dormire.
Ero stravolto da questa settimana infernale del cazzo, piena di esami, allenamenti e turni al ristornate dei miei.
Avevo bisogno di qualche giorno di relax.
E a proposito di relax, non avevo ancora visto se Core aveva risposto ai miei messaggi, per quanto riguardava la cena.
Forse non avevo sentito la notifica...
Tirai fuori dal borsone degli allenamenti il mio telefono, completamente ammaccato, aprendo la chat che condividevo con Core.
L'ultimo messaggio che mi aveva mandato risaliva a più di quattro ore fa.
Lavapiatti: Ci vediamo a casa, citrullo...
Kyle: Ho finito gli allenamenti prima del previsto.
Kyle: Non è che saresti così gentile da prepararmi una delle tue fantastiche ricette per cena?
Kyle: Tiprego Tiprego Tiprego
Kyle: AIUTA IL TUO POVERO FRATELLINO!!
Mio fratello non aveva nemmeno visualizzato, non era da lui.
Di solito rispondeva sempre all'istante... sempre se, non aveva altro da fare.
Vabbè.
Quando finalmente l'ascensore raggiunse il mio piano, marciai fino alla porta di casa mia e aprii la serratura con le chiavi.
Jayne sarebbe arrivata anche lei a momenti, perciò, dovevo sbrigarmi a fare la doccia, altrimenti quella vecchia arpia mi avrebbe cacciato via a pedate dal bagno.
E oggi ero troppo stanco per essere molestato da mia sorella.
<<Sono a casa!>> urlai dall'uscio, una volta entrato.
Mi tolsi le scarpe da ginnastica nere, che ultimamente usavo per qualsiasi cosa, e lasciai il grande borsone all'ingresso. Avrei portato tutto in lavanderia più tardi.
<<Core?>>
Mi abbassai il cappuccio della felpa che indossavo, camminando verso il soggiorno: la casa era buia e silenziosa, il grande salotto perfettamente ordinato così come la cucina a vista e il corridoio che avrebbe dovuto portare alle camere, completamente immerso nell'oscurità.
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Oltre i tuoi occhi
RomantizmLa vita è fatta di scelte: ogni giorno bisogna prendere delle decisioni che, inevitabilmente, influiranno il corso della tua giornata o, in altri casi, della tua vita. Io ho dovuto prendere una decisione. Quando tu mi hai proposto di ricominciare lo...