Louis non fece nulla se non fissare la scena per qualche secondo. Quello era suo padre. Suo padre. Che stava baciando una donna. Una donna che non era sua madre.
La riconobbe comunque, era la sua segretaria. Era completamente scosso e non riusciva neanche a dire niente. Semplicemente si voltò e a passo spedito camminò lontano, non guardando da nessuna parte se non di fronte a sé.
"Louis!" la voce di Harry gli arrivò da dietro, aveva cominciato a seguirlo fuori dal centro commerciale.
Louis riuscì solamente a voltare l'angolo prima che Harry lo afferrasse per un braccio e lo facesse voltare. Il più piccolo si lasciò cadere sulla panchina dietro di lui e fissò la strada di fronte per qualche minuto.
Harry si sedette solamente al suo fianco ed era tutto ciò di cui Louis aveva bisogno in quel momento. Aveva bisogno di qualcuno che si gli tenesse compagnia senza attualmente fare o dire niente.
Louis si lasciò andare contro lo schienale, sentiva la presenza di Harry accanto a sé ma non lo toccò. Si sentiva una merda per non avergli creduto.
"Lou-" cominciò Harry, avvolgendogli un braccio intorno alle spalle.
Ma quello si dimenò e scivolò via dal l'abbraccio.
"Ho solo- bisogno di stare solo per un po'." mormorò e si infilò in uno dei taxi parcheggiati alla fine della via.
Harry velocemente prese quello dietro e disse al tassista di seguire la macchina davanti alla loro.
Louis diede al guidatore una banconota da dieci sterline- che era più di quanto avesse in realtà speso ed uscì dalla macchina senza guardarsi indietro. Un milione di pensieri gli stavano attraversando la mente ed ancora non riusciva a credere a quello che aveva visto. Non poteva essere vero. Suo padre era un uomo onesto; non avrebbe mai tradito suo madre. Non avrebbe mai fatto questo alla sua famiglia.
Ma apparentemente l'aveva fatto.
Cercò di aprire la porta ma realizzò poi che era Harry ad avere la carta, così si lasciò andare contro la porta, esasperato. Non voleva nient'altro se non crollare sul letto e piangere per ore senza che nessuno lo vedesse.
Doveva essere bipolare.
"Louis, ho io la chiave." disse Harry e Louis si voltò a guardare il ragazzo che gli stava venendo in contro.
Harry aprì la porta senza dire nulla e Louis entrò nella stanza, senza guardare se Harry lo avesse seguito oppure no- lo fece.
Si sedette sul letto e si nascose il viso fra le mani, sentendo che le lacrime gli stavano per invadere gli occhi. Non voleva piangere davanti ad Harry.
"Mi dispiace." disse Harry, non spostandosi da dove era fermo vicino alla porta.
"Puoi dirlo."
"Dire cosa?"
"Non fare il finto tonto." mormorò Louis e poi lo guardò.
Harry sapeva che Louis era davvero sul punto di cadere a pezzi e cominciare a piangere.
"Puoi dire che me lo avevi detto. Puoi dirmi che non ti ho ascoltato e che sono stato uno stronzo per averti ignorato e averti obbligato ad andartene." cominciò Louis a blaterare, lasciando che tutto gli uscire fuori.
"Louis. È tutto ok- va tutto bene. Neanche io avevo creduto alla storia che mia madre stesse tradendo mio padre finché non l'ho visto con i miei occhi."
"Ma mio padre.. lui..." disse Louis, la voce scossa; Harry sapeva che era così vicino al rompersi.
"Lou." Harry parlò dolcemente e fu così che Louis cominciò a piangere. Harry si avvicinò a lui e lo avvolse fra le sua lunghe braccia per raccoglierne i pezzi.
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Baby Heaven's In Your Eyes - Larry (traduzione italiana)
RomanceNon sarebbero potuti essere più diversi neanche se ci avessero provato. Louis Tomlinson ha 17 anni ed è all'ultimo anno della scuola privata più prestigiosa di Doncaster. Chiunque frequenti quella scuola lo conosce grazie alla sua famiglia incredib...