Immersi le mani tra i capelli, completamente stremata. La mia stanza era un disastro, qualcosa come ai livelli della camera di Luke in quel momento. Presi una maglietta dal letto e provai a piegarla senza risultati, poiché le mani mi tramavano troppo. La ributtai sul materasso più spiegazzata di prima. La disperazione era il sentimento che mi stava pervadendo di più in quel momento.
La porta si aprì e comparve una testa riccia.
- Ciao, Micetta! - mi salutò Ashton radioso. Sbuffai esasperata, trucidandolo con lo sguardo.
- Smettila di chiamarmi così! - feci gesticolando. Lui si avvicinò impassibile, continuando a sorridermi. Mi abbracciò e mi posò un bacio sulla fronte. A quel misero contatto il mio corpo si rilassò completamente contro il suo. Passai le braccia attorno al suo busto e appoggiai la testa sul suo petto inspirando il suo profumo.
- Come va? - mi chiese avvicinandosi al mio orecchio. Sentii il suo petto vibrare a quelle parole, mentre il cuore batteva tranquillo.
- Sono un fascio di nervi. - risposi sinceramente. Ci staccammo dall'abbraccio ed Ashton si guardò attorno curiosamente. - Sono un disastro. - sbottai fissando anch'io la mia camera.
- Sei un disastro nel fare le valige. - specificò. Ashton non contraddiceva mai le mie parole, anzi le confermava e ormai mi ero abituata a questo suo comportamento.
Mi corrucciai. - Tu hai già fatto la tua? -
Ashton rivolse nuovamente tutta la sua attenzione su di me regalandomi uno dei suoi splendidi sorrisi. - L'ho preparata due minuti fa, prima di venire qui. - rispose. Rimasi sbigottita.
- Stai scherzando, vero? -
- Uhm... Già. - affermò ridacchiando. Scossi la testa. - Due minuti sono troppi. - aggiunse. - L'ho preparata un minuto fa. - concluse. Sbuffai seccata. Avevo la testa che mi stava per scoppiare. Ash mi prese le mani tra le sue. Non mi ero nemmeno accorta che avevo iniziato a torturarmele.
- Calmati, ok? È solo una valigia. -
- Non è la valigia, Ashton... Non riesco a pensare lucidamente, ho paura. - rivelai. Lui mi guidò verso il letto. Spostò un paio di cose e si sedette, per poi farmi accomodare sulle sue gambe.
- Non dovresti avere paura. - rispose appoggiandomi una mano in grembo. Non riuscivo ad incrociare il suo sguardo. Dovevo sembrargli patetica. Iniziai tracciare dei cerchi immaginari sul suo palmo. - Devi solo parlare con un'altra persona, il tuo migliore amico. -
- Lo so. - esclamai. - Ma è questo il punto, Ashton. Ho paura di parlargli... di sentimi dire che non ne è valsa la pena andare in capo al mondo per lui. -
- Non chiudere gli occhi, Christine. Aprili, non pensare che questo viaggio sia inutile, perché non lo è. Voler avere delle conferme non è stupido e nel caso non andasse bene, non credere assolutamente che non ne sia valsa la pena parlargli. Rimanere con dei dubbi non ti farà stare meglio. - disse lui serio. Annuii con il volto ancora immerso nel suo petto largo.
- Ok. Ho bisogno di salutare un paio di persone prima di partire. - parlai a bassa voce.
- Ti accompagno. -
***
Ashton parcheggiò l'auto davanti al condominio vicino alla downtown di Sydney. Non aspettai nemmeno che scendesse dalla macchina, mi catapultai fuori e corsi incontro al ragazzo castano fermo accanto al suo ragazzo. William allargò le braccia e mi gettai al suo collo soffocandolo in un abbraccio. James se ne stava lì accanto con un sorriso splendente al nostro fianco. Finalmente Ashton ci raggiunse. William ed io ci staccammo dall'abbraccio.
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69 Things That I Hate About You || Ashton Irwin
Fanfiction- Perchè mi odi? - Guardai la luna. Prenderlo a calci, o non prenderlo a calci? Questo è il dilemma. Ma dopotutto la sua domanda era legittima. - Ti potrei elencare almeno mille motivi per cui ti odio. - - 69. - 69. Certo... Esisteva qualcuno con un...