3.Regole

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POV Dila
Durante tutto il tragitto in macchina nessuno aprì bocca.
Appena parcheggiò davanti ad una villa immensa, scesi dall'auto di corsa. Avevo bisogno d'aria, ancora non riuscivo a credere come fossi finita in questo schifo.
《Vieni Dila, dobbiamo parlare》disse l'uomo di cui ancora non conosco il nome. Mi tese una mano, ma lo ignorai e tirai dritto fino alla porta di casa.
Aprì e mi accompagnò in salone, dove mi fece accomodare.
Si sedette accanto a me e iniziò a fissarmi.
Accidenti aveva dei bei occhi azzurri.
《Mi dispiace per quello che è successo con i tuoi genitori, so che questa cosa ti fa schifo, ma i tuoi genitori avevano bisogno di soldi e io di una moglie e questa era l'unica soluzione》disse lui in tono glaciale.
《Poco ci credo che ti dispiace, ma vai avanti e finiamo questa conversazione, non ho voglia di parlare neanche un minuto in più oggi》risposi acida.
《Bene, nemmeno io ho tempo da perdere. Allora, ho bisogno di una moglie così da avere il patrimonio di mio nonno, che come puoi ben vedere tiene molto che io mi sposi e che lo condivida con te in questo caso. Quindi continueremo con il matrimonio per un anno, forse due, poi ognuno per la sua strada. Ho solo delle semplici regole che dovrai rispettare. Prima di tutto niente ragazzi in giro per questa casa , ne fuori di qui, dovrai essere solo mia! E non credere perché io ti voglia, solo per evitare incovenienti se qualcuno ti scopre. Ti mostrerò la tua stanza dove potrai fare modifiche a tuo piacere, ma SOLO lì, il resto della casa non la puoi toccare . Infine, ogni volta che uscirai, dovrai dirmelo, ci siamo capiti?》tuonò.
《Tutto questo per i soldi. Pff, voi gente ricca pensate solo a questo》risposi.
《Perché voi gente povera a cosa pensate? Mi sembra che i tuoi genitori ci hanno messo a rimpiazzarti per dei soldi 》disse cattivo.
Non potevo credere alle mie orecchie. Non volevo piangere, ma le lacrime uscirono a dirotto.
《Fottiti!》urlai, mi alzai in piedi e gli tirai uno schiaffo con tutta la forza che avevo, poi fuggii fuori di casa.
Andai in giardino, mi fermai e mi sedetti per terra.
Devo resistere solo un anno, poi me ne andrò. Lo faccio solo per salvare i miei genitori, anche se non meritano niente.
All'improvviso mi sentii tirare per un braccio e mi ritrovai a pochi centimetri dal viso del mio nuovo marito.
《Cosa pensi di fare eh? Non ti azzardare più a toccarmi!》strillò.
《Tu non ti azzardare più a parlare in quel modo!》urlai a mia volta.
Mi lasciò andare, si passò una mano tra i capelli e sospirò.
《Hai ragione, perdonami》sussurrò.
《Bene. Posso almeno sapere come ti chiami?》chiesi.
《Jamie, mi chiamo Jamie》rispose.
《Vorrei andare in camera se non ti dispiace》dissi fredda.
《Si, vieni te la mostro》.
Mi portò nella mia nuova stanza, semplice ma moderna, sicuramente molto meglio di quella che avevo prima e decisamente più spaziosa.
《Il bagno è in comune, è in fondo al corridoio. Se hai qualche altro dubbio, chiedi pure Dila》.
《No, per ora va bene così, buona giornata》conclusi.
《Si, ehm ok》disse impacciato e se ne andò.
Accostai la porta, tolsi le scarpe e mi buttai sul letto, avevo bisogno di riposare.

Dila: un contratto le cambierà la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora