8.Beccata!

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Non so come mai ho scelto proprio questa mattina per andare a correre.
Può capitare che ogni tanto mi alzi presto. E dato che non ho mai nulla di così particolarmente eccitante da fare, prendo sempre in considerazione l'idea che muovermi un pochino non possa fare poi così male.
Percorro due o tre isolati, e con il fiatone mi prendo una pausa. Sono piegata in due, con le mani sulle ginocchia, mentre tento di recuperare più fiato possibile.
Mentre ripeto il percorso che mi porta a casa, sento il cellulare vibrare. È un messaggio di Twan.
"Se non ti sbrighi a tornare a casa, io vado a lavoro e a scuola ci vai con le tue gambette."
Ottimo, ora devo anche correre più del necessario.
Facendo più presto possibile, raggiungo casa.
"Spiegami che voglia hai di correre con questo freddo" Twan mi apre la porta d'ingresso e mi fa entrare facendosi da parte.
"Mi dicono tutti che sono strana, ci sarà pur un motivo" faccio spallucce e vado in bagno per fare una delle docce più veloci di tutta la mia esistenza.

Mio fratello accosta la macchina davanti a scuola.
"Salutami Breana" dice mentre apro lo sportello.
"Ehm...okay?" Quei due sono strambi. Da quando sono la messaggera dei saluti?
Direzione: armadietto.
Mentre prendo i libri di letteratura, mi ritrovo Bre appoggiata all'armadietto di... Jane Truman?
"Ehi tu" mi saluta tutta contenta.
"Ehi tu" la imito.
"Sei pronta per il test?"
"È quasi un mese che mi preparo con Scott. Spero sia servito a qualcosa"
Ed è vero, tutti quei sacrifici avrebbero dovuto darmi risultati. Non ho sopportato Foster per nulla.
Quando entriamo in classe prendiamo i posti vicini.
"Bhe, raccontami. È successo qualcosa di nuovo con il tuo tutor?"
"Togliti immediatamente quella faccia da pervertita." La avverto indicandola.
"Chloe su su"
"Comunque intendi da ieri in piscina? No, non sono nemmeno passate ventiquattr'ore. Non è mica una fiction"
"Come sei simpatica" ironizza. "D'altra parte non mi aspetterei niente. Piuttosto di allungare il passo con un maschio, mangeresti un barattolo come un caprone."
"Penso che lo facciano solo nei cartoni animati"
"Cosa?" Chiede senza capire.
"Mangiare i barattoli"
"Chloe!" Mi rimprovera.
"Eh?!"
"Ragazzi, che sia una cosa veloce e indolore. Muoversi" il professore passa per i banchi e distribuisce ad ognuno il test.
Stranamente ad ogni domanda rispondo immediatamente, quasi automaticamente.

A venti minuti dalla fine della lezione, l'autoparlante si accende.
La voce del preside suona un tantino robotica.
"I signori Mackenzie Jackson e Scott Foster sono convocati immediatamente nel mio ufficio"
Tutti gli occhi sono puntati su Mackenzie. Lei ha ancora lo sguardo puntato sul suo foglio. Ma le mani sono immobili. Quando alza il viso, incontra immediatamente quello del professore.
"Hai sentito, muoviti prima di peggiorare le cose"
Si alza e se ne va via, furiosa.
Breana si gira verso di me, confusa.
Siamo tutti confusi. Mackenzie non è mai stata convocata dal preside, ne mai ha combinato qualcosa.
Tutto quello che riesco a fare è alzare le spalle.

Dopo aver consegnato la prova, scappo prima di subire un interrogatorio da parte di Breana. Sicuramente non l'avrei scampata ancora per molto.
Con i libri di letteratura stretti al petto, cammino per il corridoio, diretta in classe.
Avendo finito prima del suono della campanella, mi ritrovo da sola. Intorno a me sento solo il suono dei miei passi. La tranquillità aleggia nell'aria.
Quando svolto a sinistra, inizio a sentire un mormorio, che man mano che il mio orecchio si avvicina, cresce a dismisura. Quando mi accorgo che sono vere e proprie grida mi fermo prima che sia troppo tardi.
Avvicino l'occhio al muro, cercando di sbirciare. Scott e Mackenzie si stanno quasi prendendo a pugni.
"Devi starle lontano!"
"No, tu devi starmi lontanta!" Sbotta Scott.
Mackenzie si avvicina ancora di più e gesticola più velocemente di prima "Vuoi che vengano a sapere dove si nasconde? Rischiamo tutti troppo, Foster!"
All'improvviso gli occhi di Scott non sono più puntati su Mackenzie, ma si spostano esattamente sul punto dove sono nascosta.
Ovviamente, compare il suo sorriso sornione.
Immediatamente mi volto e mi spiaccico contro il muro.
Inutilmente prego e spero che non mi abbia vista.
"Ciao, tesoro. Ora mi spii?"
Beccata.

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