9.Una tazza di tè?

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Ora che mi ha beccata, che faccio?
Le opzioni sono tre.
a)Avvicinarmi e spiegare la situazione in qualche modo.
b)Girare i tacchi e correre via, senza ritegno.
c)Rimanere li impalata e vedere cosa sarebbe successo.
Dato che il mio cervello al momento è in grado di elaborare qualsiasi pensiero che abbia un minimo di senso, automaticamente scelgo la c).
Cerco di diventare un tutt'uno con il muro e chiudo gli occhi. Il rumore dei passi si avvicina, e quando sento una presenza davanti a me, mi azzardo a sbirciare. Eh sì, Scott è proprio davanti a me, che mi fissa con il suo sorriso sornione.
"Com'è andato il test?"
Lo guardo sbalordita, mi ha appena colta a spiarlo e mi chiede di chimica? Meglio così infondo.
"B-b-bene" balbetto.
"Ottimo, sono sicuro che otterrai dei buoni risultati."
"Davvero?" sono un po' preoccupata, è molto...gentile.
"Certo, chi ti ha aiutato a studiare?" ed ecco ritornare la dose di autostima.
"Beh, vedremo" non mi azzarderò mai ad ammettere che è stato bravo, mai. Bramo dalla voglia di sapere cosa sia successo in presidenza, e di cosa stava parlando fino ad un attimo prima con Mackenzie. "Ehi, senti...tutto a posto? Intendo per il casino che è successo..."
"Va tutto alla grande" afferma sicuro di sé. Se per tutto alla grande intende essere convocato nell'ufficio del preside, immagino quanto possa andare bene.
Non posso fare altro che guardarmi le punte dei piedi e girarmi i pollici. Magari mi avrebbe detto qualcosa d'altro oggi pomeriggio, mentre studiavamo.
"Oggi per che ora ci vediamo?"
"Chloe, oggi penso che sia meglio saltare"
Quando pronuncia il mio nome sembra che mi immerga in una vasca piena di ghiaccio.
"Uh...e come mai?" Non saprei proprio perché voglia annullare il nostro incontro.
"La biblioteca...diciamo che al momento è...fuori uso"
"Fuori uso?" Chiedo per capire meglio.
"Proprio così, non si può usare"
"Quindi?"
"Quindi non abbiamo un posto dove studiare"
Cavoli, non ci voleva. Non posso permettermi di perdere tempo, e nemmeno di perdere l'opportunità di farmi dare una mano.
"Si può trovare una soluzione" esclamo io, quasi in ginocchio.
"Per esempio?"
"Beh, casa mia dovrebbe essere libera" Twan sarebbe stato a lavoro, nonna Amy al venerdì ha sempre un appuntamento con il club del cucito. Anche se ci andava per pena, ci contava ad essere presente. Dice che data la sua età, meglio cucire che fare paracadutismo (se qualcuno le offrisse di buttarsi da un aereo, conglierebbe l'occasione al volo). Nonna bugiarda.
"Casa tua" dice "Può andare."
"Bene, allora ti aspetto alle quattro?"
"Okay."

È la terza volta che mi rifaccio lo treccia, la quarta che mi cambio vestiti e la settima che tento di nascondere qualsiasi cosa possa risultare imbarazzante. Tutto perché sono agitata. Talmente agitata da rischiare di spogliarmi e mettermi a correre per casa urlando. Manca solo mezz'ora. Mi siedo al tavolo della cucina, e mi inizio a tormentare le maniche della mia felpa preferita. Il ticchettio delle lancette del grande orologio appeso alla parete, diventano all'improvviso troppo fastidiose. In preda all'ansia, inizio a sfogliare una di quelle riviste da casalinga. Mi correggo, orripilanti riviste da casalinga. Ogni pagina che volto, rischio di strapparla, per tutta la violenza che ci metto. Sono solo passati sette minuti. E ora che faccio?
Corro alla ricerca del mio cellulare e controllo se qualcuno mi ha lasciato un messaggio.
Niente di niente. Potrei continuare uno di quei giochini che mi fanno perdere tanto tempo.
Come non detto, più penso a quanto è lento il tempo, più sembra pesante l'attesa.
Dopo aver contato tutti puntini dei cuscini del salotto, le mattonelle della cucina e le gocce delle finestre, il campanello suona, e l'attesa cessa dando inizio ad un nuovo supplizio.
Prima di aprire la porta d'ingresso, tento inutilmente di ricreare uno di quegli esercizi di respirazione che vedo sempre in televisione. No, peccato, non funziona.
"Ciao" dico imbambolata.
"Tesoro"
Che strano, probabilmente ci trova gusto a farsi guardare in cagnesco. "Posso entrare?" chiede fissandomi con aria di sfida. "Avanti!" Mi faccio da parte in modo teatrale e lui entra guardandosi intorno. "Bella casa" mormora osservando le foto appese in corridoio. Non possedevamo una casa lussuosa, ma era accogliente e calorosa. Sapeva trasmetterti amore e sicurezza. "Grazie. Posso offrirti qualcosa..?"
Riporta gli occhi su di me, e il cuore mi manca di un battito "Magari più tardi"
Raccolgo lo zaino e gli faccio cenno di seguirmi nella mia camera e ci sediamo entrambi intorno alla scrivania legno.
"Come va algebra al momento?" chiede controllando gli esercizi che mi aveva lasciato da fare ieri.
"Mhh non troppo male, ma nemmeno troppo bene" ed è vero, non mi vergogno di dire che sono una frana.
"Gli esercizi vanno bene" disse spuntando qua e là con la penna "Facciamone altri."
E così finiamo con il fare montagne e montagne di equazioni. Mentre legge il mio programma con le date dei prossimi compiti, ne approfitto, altrimenti ho paura che la mia testa faccia boom.
"Di chi parlavate tu e Mackenzie, oggi?"
I suoi occhi smettono di scorrere sul foglio e con uno sguardo veloce guarda nella mia direzione. Si ricompone e torna all'elenco.
"Di cosa stai parlando?" dice senza dargli importanza.
"Scott, vi ho sentiti e visti oggi."
"Chloe!" sento urlare Twan dall'altra parte della casa. Non faccio in tempo ad alzarmi dalla sedia, che mio fratello entra spalancando la porta. All'inizio fulmina Scott e poi me, con più severità. Avrebbe dovuto essere al lavoro!
"Di là è libero" dice con durezza.
"Stavamo già facendo i compiti" gli faccio notare seccata. Ora non può piombare così è rovinare il mio interrogatorio!
"Starete più comodi" e se ne và, ovviamente lasciando aperta la porta. Segno che indica l'immediato spostamento in una camera che possa essere supervisionata e che non abbia un letto. Solo adesso noto che Scott non ha fatto una piega.
"Sarà meglio che ci muoviamo, o quello ti stacca le gambe"
"Se non le palle..." mormora.
"Esatto, per il bene della tua salute, andiamo."
Raccogliamo tutti i libri e ci spostiamo in cucina. Twan è stravaccato sul divano, intento a guardare una serie televisiva.
"L'hai finito?" chiede riferendosi all'esercizio.
"No, e non ce ne salto fuori."
"Fai vedere"
Mentre sono china sul quaderno, Scott si avvicina pericolosamente alla mia faccia. Allunga il braccio dietro la mia sedia per non sbilanciarsi, e cerca di capire cosa ho sbagliato. Ora i nostri visi sono talmente vicini, che se uno dei due si muovesse di un millimetro... Non posso resistere alla tentazione di osservarlo. Dio, se potessi immortalare questo momento. Sento i nervi in estasi.
"Eccolo qui. È solo un piccolo errore di calcolo, nulla di grave"
Quando alza la testa, mi guarda. Dovrei muovermi a ritornare sulla Terra, e togliergli gli occhi di dosso. Si stampa un sorriso da "lo so che sono bello" su quel muso, e sento di andare a fuoco. Idiota. Stupida idiota.
Scatto dalla sedia ed inizio ad armeggiare nello scaffale delle pentole, alla ricerca del bollitore. Sempre con lo sguardo rivolto al muro, cerco di ricompormi. "Vuoi un po' di tè?"
Può darsi che stia sghignazzando "Volentieri"
Quello che mi da fastidio, più di tutte le altre cose, è che è consapevole di quanto abbia effetto su di me. Dio, sembro una stufetta!
Preparo le tazze, e dopo aver passato i cinque minuti più imbarazzanti della mia vita, verso il tè. Rischiando di inciampare ben tre volte, riesco a portare il vassoio a tavola. Lancio una sbirciatina, e ovviamente mi sta fissando, e non ha ancora cambiato espressione.
Sorseggiando dalla mia tazza, sento il ticchettio dell'orologio sempre più insistente.
"Carina" mi giro verso di lui dopo tanto, e noto che sta indicando la mia tazza.
"È un regalo di Breana" è carina, me l'ha regalata per lo scorso Natale.
"La tua amica?"
"Già"
Ritentiamo "Allora, Mackenzie?"
"Mh?" mormora da sopra la tazza.
"Di chi stavate parlando?"
Appoggia la tazza al tavolo e si avvicina a me, e il battito inizia ad accelerare.
"Sai che non si dovrebbe spiare la gente?"
"Ero già lì, passavo e...vi ho sentiti" cerco di giustificarmi.
"Sono affari che non ti riguardano, tesoro" la sua voce è sempre più maliziosa,e il suo viso sempre più vicino al mio.
"Ma che ti costa dirmelo?"
"E perché tu lo vuoi sapere?"
"Sono...un tipo curioso"
"Ah si?"un altro millimetro e sarò ufficialmente parte integrante del suo faccino.
"Mh mh" inizio davvero a vedere una nebbiolina.
"Allora sarai curiosa di sapere che ora devo andare"
Maledetto!
Si alza e raccoglie tutte le sue cose.
"Domani alla stessa ora?"
"S-s-si" riesci a balbettare, bene ora sembro ancora più idiota, ottimo lavoro Chloe.

Angolo Autrice
Dopo essere sopravvissuta ad un mare di tempeste, sono ritornata con un nuovo capitolo, la la la.
Se non dovessi studiare matematica, avreste almeno due aggiornamenti a settimana.
Ci tengo a precisare che mi dispiace pubblicare il nuovo capitolo a distanza di molto.

Baci,
E.

HoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora