Capitolo cinque

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"È una stronzata" disse il riccio passandosi le dita tra i lunghi e folti ricci.
"Cosa?" Chiesi spostando la mia attenzioni dai compiti di storia.
"Questa canzone" aggiunse.
"è 'Style' di Taylor Swift" continuai
"A me piace molto"sbuffai.
"parla di una ragazza che va dietro al classico stronzo che prima la molla poi torna" fece una pausa accendendosi una sigaretta "è squallida come storia" concluse aspirando.
"È una storia d'amore" commentai cercando di capire cosa volesse dire.
Rise acido "oh ma andiamo, credi sul serio che sia amore? Lui che torna quando ha voglia di farsi qualcuno e lei ci sta perchè le fa comodo" espirò.
" io invece credo che lei sia innamorata di lui" ammisi.
"Cazzate" rise "l'amore è una cazzata" concluse con una risata amara mentre faceva cadere la cenere della sigaretta sul mio pavimento.
Lo guardai storto.
"Stronzo, hai rovinato una delle mie canzoni preferite" risi leggermente.
"Piccola, davvero credi a quel mucchio di stronzate?" Mi guardò deridendomi.
"perchè non dovrei?" Chiesi.
"Sono le stronzate che ti mettono in testa da piccola con quella merda della Disney..." Inspirò "non esiste 'e vissero tutti felici e contenti' nemmeno il vero amore" espirò piano, guardando intensamente il fumo che usciva dalla sua bocca.
"E allora perchè la gente si sposa secondo te?" Chiesi concludendo di leggere un paragrafo di storia.
"Hanno paura di morire soli, è la paura che accompagna ogni essere umano"
Concluse spegnendo la sigaretta in un posa cenere improvvisato con una lattina vuota riempito con dell'acqua
"Hai una visione contorta dell'amore" ammisi sconsolata.
"È l'esperienza che mi ha reso così. Non ci posso fare un cazzo." Disse acido.
Tirò fuori dal pacchetto un altra sigaretta e l'accesso poco dopo.
Sembrava nervoso.
Avrei voluto chiedere di più, sapere se quella esperienza era nata da una storia finita male oppure centrava con suo padre, ma avevo paura della sua risposta, una fottuta paura.
Passammo il resto del pomeriggio ad ascoltare musica mentre io terminavo i miei compiti e lui il pacchetto da venti delle sue Malboro.
Avevamo ascoltato la metà dei miei cd anche se Harry sembrava non apprezzare per niente, ma rimase comunque in silenzio a fumare.
Non lo avevo mai visto così tranquillo.
Verso le cinque si alzò nervoso.
"Devo andare" disse andando verso la
Porta.
"Va bene a dopo" dissi.
" non ci sarò a cena" continuò cercando di divagare "ciao piccola" disse baciandomi e stringendomi a lui, mi staccai allontanandolo da me.
"Lo sai già" lo ammonì.
"Un bacio non è un cazzo, piantala" disse andandosene con fare incazzato.
Mi bacia quando gli pare e poi fa lui il preso male?!
Chiuso la porta facendola sbattere.
Ero leggermente incazzata... Okay forse più di 'leggermente'.
Mi buttai a letto cercando di non pensare alle sue parole e tentai di addormentarmi ma fu inutile.
Continuavo a pensare alle sue parole, per lui l'amore era una cazzata, era una visione così triste dell'amore.
Io avevo avuto la mia buona dose di delusioni come tutti, non avevo ancora avuto una relazione che si potesse definire seria, ma ero ancora positiva all'idea di innamorarmi.
Ritornai a pensare a quella frase: 'Hanno paura di morire soli, è la paura che accompagna ogni essere umano'.
E se fosse vero? da piccoli ci disperiamo a trovare un amico con cui passare il tempo per non giocare soli, tendiamo a circondarci di persone fin dalla più tenera età. Pensare che per stare bene dobbiamo dipendere da un'altra persona, è avvilente.
Cercai di trovare un aspetto positivo della faccenda ma non lo trovai mi aveva depressa completamente con il suo commento.
Decisi di fare un giro per ritrovare la positività.
Prima di uscire tolsi la divisa e indossai qualcosa di più comodo.
Indossai un paio di jeans a vita alta chiari, una canottiera nera larga a tre quarti ed una felpa anch'essa nera con la zip che decisi di lasciare aperta.
Era arrivato il momento di scegliere le scarpe, li diventavo pazza!
Evitavo di comparare scarpe con stampe stravaganti oppure con colori sgargianti, perchè poi sapevo che non sarei riuscita ad abbinarle a nulla e di conseguenza non le avrei messe mai, perciò le mie scarpe erano solitamente: nere,bianche e in via eccezionale blu... Ma che naturalmente mettevo pochissime volte.
Alla fine optai per le mie Air force nere che riprendevano il colore della felpa e della canottiera.
So che sembra stupida come cosa ma mi faccio un sacco di paranoie su questo argomento.
Presi il mio telefono con le cuffie prima di chiudere la porta a chiave.
Sfogliai la mia playlist prima di trovare una canzone che mi andava di sentire.
"Little me... Little mix" conclusi scegliendola.
Iniziai a vagare per i corridoi ancora poco familiari della scuola.
Tentavo di sembrava disinvolta ogni volta che sbagliavo strada, giusto per non fare la figura della cogliona quale ero.
Arrivata di nuovo nel posto sbagliato sbuffai incazzata.
"Fanculo!" Sussurrai furiosa.
Sono. Un. Fottuto. Caso. Perso.
Dopo aver passato metà della mia Playlist finalmente trovai il portone per uscire nel cortile.
Decisi di uscire e fare un giro per la città. Questa volta trovai opportuno usare il navigatore de mio cellulare.
Digitai 'Starbucks'.
Incominciai a camminare seguendo passo per passo la mappa finchè non mi trovai davanti al posto.
"Grazie a dio!" Esclamai una volta arrivata con una vecchietta al fianco che mi guardava decisamente storto.
Entrai ed ordinai alla cassiera un frappuccino la quale confusa mi chiese "non preferiresti qualcosa di più caldo?".
Negai con la testa sorridendole.
Lo so che è fottutamente freddo ma lo voglio così.
Decisi di sedermi per bere il frappuccino, quando notai un messaggio da un numero sconosciuto.
'Dove sei?' Riguardai il numero ma non mi ricordava nulla.
'Chi sei?' Chiesi bloccando il telefono.
Pochi secondi dopo arrivò la risposta.
'D' alzai gli occhi al cielo vedendo l'anteprima del messaggio.
'Come hai fatto ad avere il mio numero?' digitai.
'Io so tutto, dove sei'
Sbaglio o la prima parte era leggermente inquietante?
Poi lui tornava persino dopo cena, non lo capisco, ma non è una novità.
'Sono da Starbucks, quello infondo alla strada perchè?'
Non mi rispose più per alcuni minuti. Lo vidi entrare dalla porta di ingresso, dopo aver ordinato al bancone lo notai cercarmi tra i vari clienti, alzai la mano per farmi notare e funzionò.
"Hey" dissi mentre lui scostò la sedia.
"Ciao"disse assaggiando la mia bevanda.
Fece una faccia disgustata.
"Sei seria? Siamo a settembre e tu bevi un cazzo di ghiacciolo!"disse ridandomi il bicchiere.
Sbuffai finendo la bevanda.
"Come mai volevi sapere dove ero?"chiesi mentre una cameriera gli portava il suo caffè.
"Stasera c'è una festa a casa di un tizio, verrai con me" continuò assaggiando la sua bevanda.
" e sei venuto qua solo per dirmi questo?" Chiesi un po intontita.
"No, di sicuro una santarellina come te non ha il vestito giusto per la sera, così vieni con me a prenderlo."disse ridacchiando.
"Ne sei certo?" Chiesi alzando le sopracciglia.
"Si" continuò sicuro di se "serve un vestito corto e fottutamente sexy, gli uomini devono desiderare di  strappartelo di dosso." Disse guardandomi negli occhi con un sorriso poco rassicurante.
"Non mi sentirei a mio agio" ammisi abbassando lo sguardo.
" deve andare bene a me." Disse.
"Non voglio sembrare una troia" puntualizzai.
"Piccola innocente " sorrise.
Decidemmo di andare in centro con la sua macchina, una Range Rover nera, anche perchè io ero a piedi.
Piccola macchina mi dicono.
"In che negozio andiamo?" Chiesi sedendomi sul sedile.
"Ora vedrai" disse serio mettendo in moto il motore.
Figurati se mi poteva dire direttamente il posto.
Sbuffai guardandolo storto mentre lui ridacchiava.
Dopo pochi minuti di macchina ci ritrovammo davanti ad un negozio, in vetrina erano esposti per la maggior parte vestiti neri e stretti...
Entrammo ed iniziai a guardarmi in torno, i vestiti erano belli e variavano dalla forme, la commessa sembrava sui quarant'anni e sembrava in buoni rapporti con Harry, appena entrati infatti lo salutò con un intimo bacio sulla guancia.
Si voltò verso di me e mi chiese il nome, ere imbarazzata.
Mi fissava come fossi un oggetto e la cosa mi inquietava cazzo.
"Diana fai un giro su te stessa per favore" mi chiese mimando il segno con la mano.
"Ha un bel culo no?" Sghignazzò il riccio.
"Harry non essere maleducato" disse la donna.
Sbuffò spostandosi i capelli all'indietro. Sorrisi mentre lui metteva il broncio.
"pensavo ad un tubino nero con le spalline, tipo quello in vetrina" disse esaminandomi dalla testa a i piedi.
Cazzo ma in quei cosi non ci entro nemmeno pagandoli oro.
"Ti va di provare quello in vetrina diana?" Mi chiese la donna.
"non credo sia della mia taglia" ammisi stringendomi nei miei vestiti.
"Non hai un buon rapporto con il tuo corpo non è vero?" Mi chiese.
Harry la guardò stranito poi guardò verso di me distogliendo lo sguardo dal suo telefono.
"Non ne vado pazza tutto qua" ridacchiai imbarazzata.
Sorrise avvicinandosi a me "hai un bel corpo, non dovresti vergognartene" disse poggiandomi una mano sulla guancia.
Abbassai lo sguardo e la ringraziai, mi avevano fatto piacere le sue parole, ma lo specchio parlava chiaro.
"Andiamo nei camerini, vedrai che ti ricrederai" disse prima di andare a prendere il vestito ed infine accompagnandomi nei camerini.
Sospirai guardando quel pezzo di tessuto, mi sentii a disagio soltanto guardandolo.
Lo sfilai dalla gruccia che lo sorreggeva attaccandola all'appendiabiti.
Era un tubino nero sorretto da due fini spalline nere, arrivava poco più sotto del sedere ma era abbastanza coprente.
Dopo averlo indossato non feci in tempo a guardare il riflesso che il riccio aveva già spalancato le tende.
Mi voltai tenendo le
Braccia conserte sul grembo.
Harry sgranò gli occhi mentre la donna sorride prima di andarsene verso la cassa.
"sei stupenda" sussurrò Harry quasi stupito.
Mi voltai allo specchio e mi guardai.
Quel vestito avvolgeva perfettamente le mie curve, non lasciavano nulla all'immaginazione come di certo facevano le mie felpe larghe facevano.
"Non si vedono troppo i fianchi?" Chiesi facendo scivolare le mani su essi,
Lui si avvicinò cingendomi la vita poggiando il mento nell'incavo del mio collo.
"Altro che strapparti i vestiti di dosso" sorrise stringendomi sempre più a se.
"non hai idea dell'effetto che mi fai" aveva uno sguardo malizioso.
Sorrisi imbarazzata mentre mi afferrava saldamente i fianchi.
Cercai di divincolarmi, ma mi stringeva sempre di più a se.
Mi baciò il collo con un un grande schiocco prima di allontanarsi.
"Svestiti forza, dobbiamo andare" grugnì.
Pensai a quanto quel ragazzo fosse bipolare.
Una volta finito di rivestirmi uscì portando il vestito con me per ridarlo alla commessa.
La quale lo prese e lo mise in un sacchetto dando lo scontrino al riccio.
"Aspetta no pago io" dissi cercando la mia carta di credito nella borsa.
"Già fatto, andiamo" esclamò tirandomi fuori dal negozio.
"Almeno lascia che ti ridia i soldi!" Dissi.
Lui mi ignorò, che testa di cazzo.
Una volta tornata in macchina cercai perlomeno di ringraziarlo e di ridargli i soldi ma sembrava solo infastidirlo.
Dovette fare alcune fermate in diversi negozi prima dell'ora di cena.
Ci fermammo in un posto per prendere qualcosa di veloce da mangiare spiegandomi che prima di andare alla festa avremmo dovuto raggiungere gli altri.
Mentre stavamo tornando verso il college mangiammo entrambi un panino veloce nella sua Range Rover.
Una volta raggiunta la mia stanza Harry decise di preparasi li con me, dato che gli abiti erano tutti nei sacchetti che ci eravamo portati dietro dal bagagliaio della sua auto.
Mentre stavo andando in bagno il ragazzo nella mia camera mi disse "non mi scandalizzo se ti cambi qua, anzi" ridacchiò togliendosi la maglia scoprendo il petto con i suoi tatuaggi.
"Ma io si" dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Indossai l'abito e iniziai a truccarmi: decisi di mettere dell'obiettivo nero intorno al contorno dell'occhio, mascara, matita e rossetto rosso scuro.
Mi riguardai una volta prima di uscire dal bagno trovandomi un ragazzo in boxer trafficando tra le buste.
"Cazzo non trovo la camicia!" Esclamò buttando buttando da una parte un sacchetto che fece un sono tonfo a terra.
Rimasi lì come uno stoccafisso, pensando a come fosse possibile che una ragazzo così bello e fottutamente sexy possa essere una testa di cazzo simile.

My devil ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora