Capitolo diciasette

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Harry'pov
La mia vita doveva andare diversamente, la sua doveva andare diversamente.
Lei era tornata ma tutto era diverso e sembrava quasi mi evitasse.
Sono riuscito a rovinare due vite, ma allo stesso tempo non me ne pento.
È egoista lo so.
Ma mi salva, è mia, non mi interessa un cazzo di quello che pensano gli altri.
È mia.
Se non fosse stata costretta a entrare nella mia vita sarebbe finita tra le braccia di quel perfettino di Ian, il classico bravo ragazzo, campione negli sport, a scuola e ovviamente in tutto il resto.
Lui è quello che più mi fa girare i coglioni fra tutti, a malapena sopporto quelli che la guardano, lui lo odio.
La guarda, la sfiora e ci prova.
La vuole, anche lui, la vuole.
Lei è mia.
Lui potrebbe innamorarsi di altre mille ragazze stupende.
Io no, lei è l'unica che ha scoperto tutto. Che sa tutto.
Nessun altra mi salva come lei.
Io la sto rovinando.
Ha paura di me e non capisco se mi piaccia davvero oppure lo odio.
Se ha paura però non se ne andrà.
La mia ossessione non è normale, è in grado di farmi venire voglia di ammazzare qualcuno solo per averle parlato.
Solo perché io la voglio, la desidero, ma lei scappa e non si fida.
Ma rimane mia.

Diana's pov

"Si ho capito..." sbuffavo.
Per l'ennesima chiamata di mia madre in un giorno: i professori le avevano comunicato un mio improvviso calo dei voti e le 'compagnie' che stavo frequentando.
"Diana non accetto il tuo comportamento, tutti i soldi che stiamo spendendo per quella scuola e tu ci ripaghi così?!" Sputó infuriata mi madre al telefono.
"È un periodo fiacco, semplicemente, sono più stanca, ora sto prendendo degli integratori e tornerà tutto come prima. promesso" mentii per togliermela di dosso.
Pochi minuti dopo la chiamata terminó con le solite apprensioni.
Harry mi occupava molto tempo e di conseguenza avevo considerato poco lo studio.
Nulla di grave infondo no?
Chiusa la stressante chiamata entrai nella biblioteca per trovare un po' di pace, dato che li ovviamente non c'era mai nessuno e sopratutto non avrei mai trovato harry e compagnia bella.
Entrata il mio sguardo si scontrò subito con uno sguardo fin troppo familiare.
Un sorriso gentile, buono che mi metteva agitazione per quello che avrebbe comportato poi.
Un cenno con la mano e mi ritrovai camminare verso la sua direzione come una bimba che seguiva la via più intrigante e curiosa.
"Che ci fa una ragazza il sabato pomeriggio in biblioteca?" Sorrise.
Agitazione.
"Potrei chiederti la stessa cosa Ian!" Risposi al sorriso.
Lui rideva mentre sfogliava distrattamente le pagine di un libro che teneva fra le mani.
"Passavo il tempo" sussurrò leggermente imbarazzato.
La situazione era talmente imbarazzante che stavo quasi sudando.
"Ti va di farmi compagnia?" Chiede rompendo il silenzio.
Annui imbarazzata.
Ci sedemmo ad un tavolo mentre fingeva di essere interessato a quel libro.
"È da un po' che non ti vedevo" mi dice curioso.
"Sono stata abbastanza impegnata...diciamo" sussurrai sorridendogli.
"Diana... se quel ragazzo" tosii " quel Harry." Iniziò a guardarmi dritta negli occhi.
Capivo dove voleva arrivare.
"Ti dovesse dare fastidio, o fare qualcosa, dimmelo" era serio.
Io mi guardai intorno un po'intimidita.
"Mh... no Ian, non mi infastidisce, non andiamo sempre d'accordo... ma ha il suo carattere,diciamo" cercavo di non fare trapelare più del dovuto.
"Sta diventando una cosa seria?" Mi chiese senza peli sulla lingua.
Cercavo di capire il motivo di quella domanda è perché il suo umore sembrava mutato in quel lasso di secondo.
Non so cosa ci sia tra me e Harry: mi attira, c'è qualcosa di forte che lui non capisce. Che lui non sente.
E poi c'è Ian, mi attrae è ovvio.
Con Harry è tutto un forse.
Ian potrebbe essere una sicurezza.
"Non saprei neanche dire se c'è qualcosa o no" ammisi.
Iniziò di nuovo a guardami serio, un tipo di sguardo che non avevo visto mai sul suo volto, era bello, mamma se lo era.
Ed Harry lo avrebbe ammazzato lo so.
"E se io smettessi di farmi da parte?" Mi chiese, senza mezzi sorrisi o aria scherzosa.
"Harry farebbe dei casini" Risi cercando di sdrammatizzare la situazione.
E arrivò un sorriso seguito dai suoi occhi furtivi che si guardavano intorno quasi imbarazzato.
Poi tornò su di me, si fece leva con le braccia per avanzare verso di me e poggiare le sue labbra sulle mie.
Ero un sussulto di emozione.
Il classico ragazzo perfetto sia esteriormente che interiormente mi stava baciando.
Quando riaprii gli occhi lo ritrovai a pochi centimetri  da me a guardami con aria soddisfatta.
Mentre io morivo dall'imbarazzo.
"Forse potrei sopportare quei casini" disse "lascialo perdere e dammi una possibilità" sorrideva.
Io non sapevo cosa dire.
"Diana tu mi piaci dal primo giorno, non me ne é fregato nulla delle sue scenate nemmeno quel giorno in mensa" sospirò "lui ti tratta come un oggetto non lo vedi?".
Sono così stupida.
"Ian" Mi moriva il cuore in gola.
Lui mi sorrideva e io non avevo il coraggio di dire ciò che dovevo dirgli.
Ma non potevo lasciare che Harry mettesse le mani su di lui, ma sopratutto non potevo lascare Harry a se stesso.
"C'è troppo in gioco, non sai il caos che potremmo creare" sputai
" non mi interessa, mi piaci non si capisce? Se non ci fosse lui non credi che ci sarebbe già stato qualcosa?" Rispose sempre più deciso.
Lo so, lo so anche io sai? Ma non posso non ora cazzo.
Fu cattivo e codardo da parte mia ma scappai da lì lasciandolo solo. Ricordo lui che cercó di inseguirmi.
E basta.

Harry's pov.
Uscito dalla camera fui quasi buttato per terra da un chissà chi che stava correndo.
Ma io dico cazzo!
Alzai lo sguardo e me lo trovai davanti.
Il perfettino di merda tutto scompigliato e quasi accaldato direi.
Mi guardò furioso e poi spavaldo.
Ma cosa voleva?
"Sparisci non è giornata" dissi accigliato sistemandomi la giacca.
Quando stavo per girare i tacchi ed andarmene mi sentii prendere per la spalla.
"'Ma che cazzo fai?" Sputai secco.
"Le provochi solo dolore" Urlò lui.
Sapevo a chi si riferiva.
Voleva farmi incazzare?
Bene.
" ah no? E di chi sarebbe tua? Ma per favore" risi di gusto, sapevo che gli aveva messa gli occhi addosso ma era solo un illuso.
" mi interessa" disse pieno di se.
Mi stavo infuriando.
" e voglio baciarla" sorrise "di nuovo" ghignò.
Spalancai gli occhi.
Mi si era gelato il sangue nelle vene.
Lo guardai.
Lo infuocai con lo sguardo.
Ma non poteva essere vero, no lei no.
Lo presi per la maglia e lo attaccai al muro con tutto il nervoso che avevo addosso.
" tu spera che lei mi dica che è una stronzata altrimenti le prendi il doppio capito,cazzone?!" Gli ringhiai in faccia.
Lo buttai di nuovo al muro e questa volta gli urlai di nuovo in faccia di stare lontano da lei.
...
Corsi da lei, sentivo una fitta al petto, no, no, no.
Non lei.
La mia Diana no.
Davanti alla sua camera iniziati a battere sulla porta come un dannato finché lei non aprì.
Le buttai le braccia al collo.
E urlavo, urlavo e urlavo ancora.
Non tu Diana.
"Harry ma che succede?!" Disse lei cercando di calmarmi.
Volevo distruggere tutto ma avevo solo la forza
Di stringerla.
"Non l'hai fatto vero?!" Gli urlai.
Lei mi guardava con quei suoi occhi sinceri, troppo sinceri, non riusciva a mentirmi.
"Dimmi di no,ti prego! Diana!" Urlai e lei stava zitta a stringermi.
"Basta che mi dici di no e io ti credo! Ti prego dimmi di no e io ti crederò!" Ero disperato.
Mi inginocchia davanti a lei pregandola di mentirmi, mentirmi perché la verità la sapevo ormai ma la paura di perderla era più grande dell'orgoglio.
Un'idea malsana e ossessionate mi ronzava in testa.
Lui l'ha baciata, io avrei avuto altro.
E poi sarebbe stata solo mia.
"Facciamolo!" Urlai prendendola di peso e buttandola sul letto.
Lei strillava mentre io cercavo di prendermela con la forza.
Ero disperatamente perso.
"Fermo! No!" Si ostinava ad urlare.
" sono innamorato di te Diana cazzo fallo con me!" Strillai.
E in quel momento che lei scoppio a piangere.
La prima volta che le dicevo che l'amaro e le stavo facendo quello.
E piangeva.
Piangeva.
E non aveva sentito.
Mi sono alzato e sono crollato a terra a piangere.
"Ti amo. Ti amo. Ti amo" sussurrai.
Lei si stringeva.
" non è amore" sussurrò.
Mi tolsi le mani dal viso e la guardai.
"Si che lo è" affermai.
"L'amore non fa paura e non fa questo tipo di male" disse lei singhiozzando.
Un silenzio gelido mi trapassò il cuore.
La guardavo singhiozzare e tremare.
L'unica volta che ho detto di amare qualcuno.
Io non la merito.
Lei non merita questo.
Io... io l'ho persa.

My devil ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora