Capitolo sei

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"Cazzo non trovo la camicia!" Esclamò buttando da una parte un sacchetto che fece un sonoro tonfo a terra.
Rimasi lì come uno stoccafisso, pensando a come fosse possibile che una ragazzo così bello e fottutamente sexy possa essere una testa di cazzo simile.
"Vuoi che ti dia una mano?" Chiesi avvicinandomi alle buste.
"No ferma" esclamò fermandomi "trovata"  disse estraendo una camicia bianco latte.
La infilò abbottonando solo pochi bottoni lasciando in bella mostra i suoi tatuaggi sui pettorali, si contemplò allo specchio felice dell'immagine che rifletteva.
Un attimo dopo si voltò verso di me scontrando il nostro sguardo di nuovo, cercai di sorridere a quel l'incontro ma uscì solo un ghigno da ebete.
"tutti i coglioni di quella festa si gireranno a guardarci mentre passeremo" esclamò avvicinandosi
"Non mi sento a mio agio vestita così" sussurrai portandomi dietro all'orecchio una ciocca di capelli.
"non me ne frega un cazzo" commentò acido "ti ripeto: deve piacere a me... Ed a me piace molto" sentenziò contento portandosi i capelli indietro con il gel.
Una volta finito di prepararci ci dirigemmo fuori dalla scuola dove ci aspettava la sua Range Rover nera.
"Aspetta" lo fermai  "alla festa hai intenzione di bere?" Chiesi mentre lui apriva la portiera.
Ridacchiò "ovvio".
"hai intenzione di guidare?" Chiesi sperando in una risposta negativa.
"credi che lascerei la mia piccola da sola?" Chiese accarezzando il manubrio della sua auto.
La sua 'piccolina?' Seriamente?
"ti avviso io non ho mai guidato un auto così enorme" lo avvertì.
"Nessuno guiderá  la mia bambina" esclamò irritato.
"Hai intenzione di guidare ubriaco?!" Esclamai io.
"Altrimenti come intendi tornare indietro?".
Ancora viva, grazie e vaffanculo.
"Con un taxi molto probabilmente" grugnii entrando in macchina e chiudendo la portiera.
Durante il tragitto guardai continuamente fuori dal finestrino,cercando di dimenticare in che modo sarei tornata al college e soprattutto speravo di tornarci.
Il luogo della festa era non solo isolato ma anche lontano e circondato dalla campagna a giudica dal paesaggio; a dirla tutta dava molto l'impressione di un set di un film horror.
Le opzioni erano due: uno, Harry era un pazzo maniaco che puntava solo a violentarmi dal primo momento che mi ha vista o due, il proprietario o molto probabilmente i genitori di quest'ultimo non amavano il traffico e i rumori di una città.
Confidavo in due genitori amanti della campagna ed del loro figlio amante delle feste.
Arrivati davanti ad un enorme viale costeggiato di macchine e di adolescenti piegati,letteralmente, in due per il troppo alcol, sostenuti dai loro sciagurati amici costretti alla sobrietà, per non parlare di quelli che si concedevano una sveltina con degli sconosciuti dietro agli alberi; Naturalmente del tutto invisibili eh.
"Sembra più un bordello, sotto certi aspetti" sottolineai mentre il riccio cercava un parcheggio.
"Non sono le tipiche feste delle tua chiesa piccola" ridacchiò.
Ma mi aveva presa per una suora di clausura?
Mi limitai a ridere infamandolo con pensiero.
Testa di cazzo che non era altro.
Trovammo una parcheggio non troppo lontano dalla villa e ci avviammo verso l'entrata.
Si sentiva la musica fin da fuori l'edificio.
Non eravamo ancora entrati che già venivano buttati fuori dalle finestre mobili, quadri e persino bambole gonfiabili.
Dove cazzo ero finita?!
Notai lo sguardo di Harry accendersi alla vista degli oggetti distrutti.
Non appena entrammo tutti si voltarono verso di noi e a salutare a gran voce il riccio, mentre io rimanevo alle sue spalle aggrappata alla sua camicia bianca per paura di perderlo,intendiamoci, non che lui sia la persona più rassicurante in un posto del genere, ma non avevo nessun'altra persona al momento.
Mi guardavo in torno cercando di avere un'aria disinvolta mentre dentro di me avevo paura, non ero mai stata e feste simili; il massimo che c'erano alle feste delle mie parti era gente ubriaca fradicia o fatta, mentre qui c'erano ragazzi che scendevano dalle scale sopra a porte scardinate di chissà quale stanza, altri che imitavano il Palcur e altri ancora che si limonavano in gruppo di sei.
Mentre rimanevo ben aggrappata alla camicia di Harry sentii delle esili braccia prendermi per la vita, mi voltai di scatto incontrando lo sguardo di Cassandra.
"Ciao!" Mi urlò ad un orecchio.
Harry si era volatilizzato. Cazzo.
"Hey!" Urlai a mia volta.
"Non ti facevo tipa da queste feste!" Ridacchiò scolandosi un bicchiere con un liquido verde.
"sono qua con un amico infatti" esclamai.
"Lo stesso che ha quasi menato mio fratello?" Esclamò divertita.
"Esatto, non mi sono ancora scusata con te per quella faccenda" dissi imbarazzata.
"Tranquilla! Mi sono fatta due risate" mi porse il suo bicchiere "vuoi?" Mi chiese, negai con la testa.
"Andiamo è vodka alla menta, non fa un cazzo!" Esclamò mettendomi in mano il bicchiere.
Sorrisi e mandai giù un sorso, sentii il liquido scendere giù per la trachea lasciandosi alle spalle un leggero bruciore.
Tossii come una capra facendo scoppiare a ridere la ragazza davanti a me.
"Comunque, quel tipo la è una testa di cazzo!" Esclamò riprendendosi il bicchiere mandando giù il liquido come fosse acqua.
Lui? Una testa di cazzo? Davvero?
"No è peggio!" Esclamai divertita.
"Dicono che sia una tigre a letto" aggiunse lei riempiendosi di nuovo il bicchiere.
"Buon per lui" esordì cercando della coca cola o birra sul tavolo.
"Non te lo sei mai scopata?" Chiese quasi stupita.
La guardai storto scoppiando a riderle in faccia.
"Siamo amici" sottolineai con ironia l'ultima parola.
"Scusa! Dato la sceneggiata pensavo vi frequentaste o una cosa del genere!" Esclamò poggiandomi una mano sulla spalla.
"Lo pensava anche Ian!" Dissi.
"Lo so! È da lui che mi è venuto questo dubbio!"scoppiò a ridere di nuovo.
Cassandra dovette tornare dai suoi amici, mi salutò con un caloroso abbraccio prima di andarsene.
Mi accorsi solo dopo che anche Cass era scomparsa tra la folla di essere rimasta sola in un posto pieno di ubriachi.
Iniziai a vagare a ad ignorare qualsiasi ragazzo o ragazza che mi venisse addosso, molti di loro puzzavano terribilmente.
Sentii il telefono squillare, presi il telefono sperando di trovare sul display il nome del riccio ma lessi 'papà'...
porca puttana.
Andai nel panico.
Non potevo non rispondere perchè se non rispondevo lui avrebbe chiamato certamente un dirigente scolastico, che sarebbe andato a cercarmi nella mia stanza, e poi come lo avrei spiegato a mio padre che alle 23:47 non ero nella mia stanza?
Decisi di scrivergli un messaggio spiegandogli che non potevo rispondergli perché in quel momento stavo studiando in biblioteca.
Poco dopo arrivò la risposta:
'Tranquilla tesoro, io e la mamma siamo orgogliosi di te. x'
'Grazie e buonanotte' digitai velocemente prima di tornare alla mia ricerca disperata del ragazzo diavolo.
Cercavo ogni testa riccioluta accompagnata da una camicia bianca. Ogni volta vedevo solo un altro emerito ciglione ubriaco fradicio; uno dei quali tentò persino ad attaccare bottone con una scusa  penosa:
"Ti sei fatta male?" Chiese prendendomi per il braccio.
Lo guardai storto.
"Ti sei fatta male quando sei caduta dal cielo?".
Non ho potuto fare altro che scoppiargli in faccia a ridere, scusandomi subito dopo aver notato che ci era rimasto davvero male.
La casa era davvero enorme ed io stavo valutando se chiamare un taxi e tornarmene a casa oppure rimanere ancora.
Decisi di andare sulla terrazza a prendere una boccata d'aria e cercare un numero di internet.
Mentre ero su Google sentii una presenza vicino a me ma decisi di continuare con la mia ricerca.
"Hey tesoro" disse una voce.
Lo ignorai.
"Sto parlando con te" disse mettendomi una mano sulla spalla.
Mi voltai vedendo una ragazzo con i capelli biondo cenere e gli occhi neri, poco più alto di me.
"Dimmi" dissi mettendo via il telefono.
"Ho saputo che sei proprietà del tipo alto e riccio, quel... Harry..." Disse con uno strano sorriso sulle labbra.
"Non è così" obbiettai.
"Le voci parlano chiaro" sottolineò.
"Cosa vuoi?" Chiesi scocciata.
"Non è giusto che tutto questo sia solo suo, hai capito cosa intendo?" Ridacchiò leggermente.
Si che ho capito coglione.
"Scordatelo" esclamai seria.
"Oh andiamo, una cosa veloce dai" mi esortò avvicinandosi fin troppo a me.
Sentivo le sue mani avvinghiate al mio corpo.
"Per una sveltina trovatene un altra, porco!" Urlai spingendolo via da me.
"Sono ubriaco non ho voglia di discutere" aggiunse ridacchiando come un ebete.
Indietreggia allontanandolo da me mentre avanzava continuando a ridere.
Per mia fortuna il terrazzo era abbastanza grande e lui troppo ubriaco, riuscii a schivarlo cercando di correre dentro l'edificio.
Mentre correvo continuavo a guardarmi alle spalle accertandomi che il ragazzo non mi stesse inseguendo finché non andai a sbattere contro una persona.
'Fai che non sia un violentatore' pregai tra me e me alzando lo sguardo.
Incontrai subito due occhi familiari.
Harry.
Mi guardava con occhi di fuoco mentre mi prendeva per le braccia stringendo forte la presa fino al punto di farmi quasi male.
Avrei voluto spiegargli la facendo o per lo meno chiedergli perchè fosse svanito così nel nulla, eppure tutto ciò che riuscii a fare fu solo abbassare lo sguardo.
Le parole sembravano morirmi in gola.
"Oh Harry! Dovresti stare attento alle tipe che ti porto in giro" fece una pausa riprendendo fiato.
"si è ubriacata e ci provava con cani e porci, si comportava da troia alle tue spalle. Volevo fermarla" disse avvicinandosi al riccio con finta premura e sincerità.
Rimasi scioccata da come aveva rigirato la situazione a suo vantaggio.
Tra i due quella molestata e sobria ero io eppure era riuscito a farmi sembrare un puttana.
Stronzo.
"Fino a prova contraria sei tu quello che puzza di alcol." Disse il riccio iniziando ad allentare la presa sulle mie braccia.
"perchè è stata lei a rovesciarmelo addosso mentre tentavo di portarla via dagli altri" esclamò.
Ero indignata e schifata a tal punto che non riuscii nemmeno a fiatare ma solo guardarlo male e niente di più
"Miller, stronzo che non sai altro" esclamò mollando la presa su di me per avventarsi contro di lui prendendo per la maglia.
"Pensi sul serio che io sia così coglione da crederti dopo aver visto e sentito io stesso le puttanate che hai fatto?" Gli ringhiò a pochi centimetri dal suo viso.
Non riuscivo a vedere l'espressione del riccio in quel momento ma a giudicare da quella del ragazzo ormai pallida intuivo la pura che gli induceva.
"H-Harry calmati" gli sussurrò quest'ultimo.
"Non dire il mio nome con quella tua schifosa bocca, sai cosa dovrei farti?" Gli ringhiò di nuovo questa volta allontanandosi dal suo viso.
"dovrei farti fuori in questo preciso instante, grandissimo figlio di puttana" disse avvicinandosi pericolosamente alla ringhiera del terrazzo.
"Fermo!" Urlai avvicinandomi con cautela prima di farlo infuriare più di quanto già non fosse.
"Tu non centri un cazzo! Taci" grugní voltandosi leggermente verso di me.
"Ti prego, ascoltala!" Pregò il ragazzo più pallido di prima il quale è ormai per metá riverso sulla ringhiera.
"Harry ascoltami" esclamai piano giusto per riuscire a sovrastare il baccano.
"Non ci guadagnerai nulla a farlo fuori, è ubriaco, molto probabilmente non sa nemmeno lui perchè l'ha fatto" gli dissi allentando la presa delle sue mani sulla maglia del ragazzo il quale subito dopo scappò.
"Che cazzo hai fatto" grugní il riccio a testa bassa.
Lo strinsi a me piano accarezzandogli i ricci portati in dietro con il gel.
"Quello che mi hai chiesto tu" gli sussurrai all'orecchio "ti sto salvando da te stesso" aggiunsi.
Lui rimase inerme tra le mie braccia mentre cercavo di calmarlo.
"Non sopporto che altri abbiamo provato a toccarti" ringhiò stringendo i pugni.
"Pezzi di merda, potessero bruciare tutti" aggiunse sempre più infuriato.
"Andiamo calmati" gli sussurrai.
Ad un certo punto mi prese in braccio facendo scontrare rumorosamente la mia schiena contro il muro della villa.
"Gli altri devono capire, cazzo" ringhiò nell'incavo nel mio collo.
"che mi appartieni!" Grugnì di nuovo stringendo la presa sulle gambe, quasi stesse provando a infilare le sue dita nella mia pelle.
Fece incontrare le nostre labbra in un bacio poco casto, mentre cercavo di non pensare al dolore che mi stava infliggendo in quel momento.
Mi morse forte in labbro inferiore prima di staccarsi dalla mia bocca incrociando i nostri sguardi.
Io abbassai lo sguardo tentando di vedere se avesse lasciato qualche segno sulla mia pelle; le sue dita erano ancora li perciò non riuscì a distinguere bene le ferite data la poca illuminazione, ma notai un forte rossore su entrambe le cosce.
Finché lui non mi liberò le cosce, lasciandomi scorgere le ferite ben visibili.
Si voltò di spalle sistemandosi la chioma.
"Bene" disse schiarendosi la voce.
"Ora inizia la parte due della serata" esclamò rivolgendosi a me con un ghigno quasi macabro sulle labbra.

~spazio autrice~
scusate la pausa lunga ma dato che ero in vacanza ho deciso di liberare completamente la mente ahaha.
Voi siete già tornati dalle vacanze oppure ve le
State ancora godendo?❤️
Grazie per i commenti i voti e le letture! Non avevate idea di quando mi fate contenta sapendo che la storia vi piace!
Continuate a darmi le
Vostre opinioni se non vi piace qualcosa❤️😘
Vostra hachilove

My devil ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora