Capitolo otto

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Il bussare rumoroso e assordante di un probabile Harry furioso mi fece svegliare bruscamente.
Guardai la sveglia: 5:30.
Fanculo riccio torna nella tana e dormi.
Mi trascinai faticosamente verso la porta, aprì la serratura con la chiave e mi trovai davanti un ragazzo con ancora una lieve botta sul l'occhio è un espressione infastidita.
"Quando cazzo ci metti ad aprire?!" Esclamò furioso.
E ci risiamo.
"Abbassa la voce, gli altri dormono" sussurrai tornando a letto.
"Devi sistemarmi l'occhio" disse sedendosi di fianco a me iniziando a percuotermi.
" l'occhio te lo sistemo quando suona la sveglia, altrimenti è-" sbadigliai "inutile" mormorai stringendomi al cuscino.
"Cazzo faccio io? Non posso farmi vedere così" disse scuotendomi di nuovo il braccio.
"È domenica" sussurrai "avremo dormito si e no quattro o tre ore! dormi" mugugnai.
Lo sentii alzare le coperte piano e sistemarsi al mio fianco poggiandomi una mano sul vetre e stringendomi a se.
Lasciando una scia di farfalle nello stomaco.
Adesso come cazzo faccio a dormire?
Lo sentivo respirare lentamente sul mio collo.
Al suo contatto sentii una scarica di brividi su per la schiena.
Il suo calore attraeva il mio corpo a sè come una calamita.
La stanza era ancora buia e silenziosa, si distingueva solo il suo respiro pesante e il lieve cigolio del letto ad ogni minimo movimento.
Le sue braccia forti mi stringevano sempre più verso il suo corpo; mi chiedevo se era un gesto da sonnambulo oppure era sveglio anche lui e,come me, fingeva di dormire.
Tutto d'un tratto si volto dalla parte opposta buttandomi quasi giù dal letto.
"Che fai!?" Mugugnai sistemandomi.
"Cazzi miei" ringhiò quasi nervoso.
Calma Diana, calma.
"Perchè ti sei voltato di scatto?" Chiesi ancora una volta.
Sbuffò ridacchiando.
"Vuoi davvero sapere il motivo?" Mi chiese senza mai voltarsi.
"Si" ammisi.
"Sono un uomo." ridacchiò.
Alzai le sopracciglia.
Che cazzo significava?
"Me ne ero accorta" puntualizzai.
"Uomo vero" sussurrò di nuovo.
Adesso ne esistono di finti?
"Non capisco dove vuoi arrivare" ammisi.
Si voltò a pancia in giù.
"mi fai un certo effetto, cazzo" grugnì facendo sprofondare il viso nel cuscino.
Sgranai gli occhi fissandolo qualche secondo prima di scoppiare in una risatina imbarazzata.
"Oh, quello?" Ridacchiai.
"Vai a farti fottere Horenwel" mormorò con la testa nel cuscino.
Mi sdraiai di nuovo affianco a lui iniziando ad accarezzargli quella montagna di ricci morbidi e vaporosi.
La mia mano scompariva tra quelle onde color cioccolato.
Sembrava così beato mentre lo accarezzavo, aveva l'aspetto di un ragazzo così pacato, eppure era un diavolo.
Lo guardavo mentre cercava di riprendere il sonno, e più lo fissavo più mi rendevo conto di non sapere nulla sul di lui sdraiato nel mio letto.
Sapevo che si chiamava Harry Miller, che aveva un carattere spesso bipolare, ed era uno stronzo, coglione e testa di cazzo e quando gli andava era normale.
"Harry" gli sussurrai in un orecchio.
Ricevetti un mugolio di risposta.
"Io non so praticamente nulla di te" ammisi.
"Non c'è molto da sapere" sussurrò voltandosi,lentamente, a pancia in su.
"Non posso nemmeno dire 'sono quello che vedi' perchè non lo sono. Capisci?" Mi chiese senza distogliere lo sguardo da soffitto.
"Si, hai l'aspetto di un angelo ma ti comporti in modo totalmente diverso" ammisi.
"Sono così, diverso" sospirò.
"Si può cambiare" puntualizzai.
"Lo so, ma il passato no. Un assassino può cambiare ma rimangono comunque le sue azioni..." Disse serio.
"Già" sospirai "sarebbe bello cambiarlo, Dimenticarlo e partire da zero" sospirai.
Sorrise "spariresti tu con lui" puntualizzò.
Lo guardai confusa.
Mi prese la mano stringendola alla sua ed incrociando le sue dita alle mie.
"Il passato è quello che caratterizza una persona" sussurrò  "tu spariresti con lui, e lui sparirebbe con te".
"Lui sparirebbe con me?" Chiesi ancora confusa.
"Se tu muori" si voltò verso di me "lui
Morirebbe con te; in pochi ricordato le azioni brutte di un morto" ammise.
Lo guardai mentre sorrideva.
"Non è detto" mugolai.
"si, ma la maggior parte di chi sa tace"
Disse serio, voltando lo sguardo.
Mi alzai un attimo per riuscire a guardarlo meglio in viso.
Aveva un espressione triste, l'espressione di chi è al limite delle forze.
"Harry?" sussurrai.
"Vorrei anche io cancellare tutto e ripartire da zero, diventare un'altra persona e dimenticare tutto" sospirò "non so nemmeno cosa ne sarà di me finito il college. Non so che cosa sono cazzo" si mise le mani sul viso.
"Sei Harry, non Harry Miller, solo Harry. Ricordi?" Sorrisi avvicinandomi al lui portandogli via le mani dal viso.
"sono un coglione senza futuro. E ti sto portando in basso con me" grugnì.
"Sono qui per aiutarti... Ti salverò da te stesso" cercai di tranquillizzarlo.
"Cazzo diana" urlò scendendo dal metto.
"Guardami!" Disse voltandosi davanti a me indicandosi con le mani "non ho più nulla che si possa salvare!"urlò disperato.
Rimase in silenzio qualche secondo prima di risedersi sul letto dandomi le spalle.
" tu vuoi starmi accanto, vuoi salvarmi..." Sussurrò a testa china "ma non ho nulla per cui valga la pena, solo una persona nata per errore"
Grugnì.
"nessuno è un errore Harry" esclamai.
"Come fai a giudicarti un errore o dire che non hai futuro se ancora non hai nemmeno vent'anni? Come fai a darti già per vinto senza nemmeno averci mai provato? Hai ancora una vita davanti, davvero non lo vedi? Sembra quasi che tu abbia perso la capacità di sognare" conclusi soffermandomi sul suo sguardo gelido che mi oltrepassava.
Rimase in silenzio per qualche secondo.
Era una situazione strana, nessuno dei due parlava ma ci fissavamo.
Io aspettavo una sua risposta, mentre lui era li zitto davanti a me, con lo sguardo perso e quasi spaventato.
Si stava per aprire con me e poi tutto d'un tratto aveva di nuovo deciso di chiudersi dentro di se e sprofondare nella sua angoscia.
"Di qualcosa" lo incoraggiai.
La risposta fu il silenzio più totale.
Scosse la testa portandosi le mani sulla cute stringendosi i capelli lunghi.
Dopo essersi lasciato la testa Alzò lo sguardo perso verso di me avvicinandosi; Posò le mani sulle mie spalle ed appoggiò, violento, sue labbra sulle mie in un bacio vorace, era diverso dagli altri baci che mi aveva dato fino ad ora: Questo era un bacio disperato, era triste, violento e sembrava volesse dire tante cose.
Mi avvolse la schiena con le sue braccia stringendomi a se, sempre più forte quasi da farmi mancare il fiato.
Sentivo il suo torace andare sempre più veloce fino a quando senza preavviso cessò quel bacio.
Pensai che forse era stava colpa mia, forse avevo sbagliato qualcosa.
Lo guardai confusa.
Lui aveva lo Sguardo basso, non mi guardava più.
Si alzò velocemente, quasi infastidito.
Si portò sul viso il cappuccio cercando di nascondere l'occhio.
"Preparati" disse soltanto "andiamo in un posto".

My devil ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora