Capitolo undici

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Arrivate al parcheggio c'era una Panda nera che ci aspettava poco fuori.
Entrammo in macchina.
Cassy si sedette davanti con Ian iniziando subito a stuzzicarlo.
Il moro poco dopo di voltò verso di me sorridendomi.
"Hey sei stupenda" sussurrò accompagnato da una risatina in sotto fondo di Cassy.
"Grazie" arrossii.

In macchina trionfava un silenzio colmo di imbarazzo, almeno da parte mia.
Cassy impazziva con la radio dell'auto cercando una canzone che fosse 'decente' secondo i suoi gusti.
Mentre il mio guardò si posava su lei con la coda dell'occhio notai Ian che spostava spesso lo sguardo dall'autostrada allo specchietto retrovisore, quando incontrammo lo sguardo, restai immobile incerta sul da farsi.
Lui dopo qualche secondo inarcò le labbra in un sorriso imbarazzato.
Abbassai lo sguardo, imbarazzata e riportai il mio sguardo al finestrino.
Ad un tratto chiuso gli occhi come presa da un sonno profondo, mi dicevo che era solo stanchezza non sonno.
Vedevo il buio poi i suoi occhi...così verdi così fragili e l'attimo dopo così cattivi e pieni di rabbia.
Mi mancava, nonostante il dolore che mi procurava lo volevo lì con me.
La musica risuonava piano nell'auto mentre io pensavo a lui.
Lui con quei capelli così selvaggi, quel l'espressione da finto angelo, quel sorriso maledettamente attraente.
Mi attraeva tutto di lui persino il suo modo di fare da stronzo e subito dopo impaurito che caratterizzava Harry Miller.
Avevo bisogno di lui, dovevo scrivergli.

'Hey' digitai velocemente e inviai.

Dopo una decina di minuti nessuna riposta.
Avevo il respiro affannoso.
Ero spaventata, non ne capivo il motivo.
Tentai con un altra tattica.

'Sto andando in un locale' inviai.
Respirai.
'Con Ian.'

Ancora nessuna riposta. Cosa cazzo stava facendo? Molto probabilmente dopo l'ultima notte non mi avrebbe più cercata. Dio lo odiavo così tanto cosa è cambiato?
Capii dalla reazione entusiasta di Cassy che dovevamo essere arrivati.
Ian non sembrava molto entusiasta,guardava ciò che ci circondava con nervosismo, molto probabilmente ci accompagnava a mala voglia.
"Cazzo, Dii!" Esultò cassi saltellando verso di me.
Ridacchiai abbracciandola.
" ho già visto dei ragazzi davvero carini" mi sussurrò all'orecchio "cercheremo di scaricare mio fratello da qualche parte e ce ne sgattaioliamo via, ci stai?".
Ridacchiai indecisa sulla mia risposta.
Entrammo dentro poco dopo, il posto era affollatissimo, eravamo tutti vicini; Cassy mi teneva la mano, mentre Ian mi mise le mani sui fianchi, cercai di allontanare la sua presa prendendogli io stessa il polso e spostandogli le mani.
La musica era assordante le luci invece offuscate e a scatti.
Eravamo in centro pista, Cassy sembrava nel suo elemento, tra quelle luci e gli sguardi dei ragazzi che sembravano solo per lei.
Ian dopo poco mi sussurrò all'orecchio che sarebbe andato al bar.
Ero come a disagio e in mezzo a quella folla controllavo i miei messaggi.
Nessun nuovo messaggio.
"Che cazzo fai?" Urlò al mio orecchio la mia amica.
"Controllavo se i miei mi avevano chiamato!" Urlai amica volta mentendo.
I miei se avevano tempo mi chiamavano di domenica.
Ma solo se avevano il tempo e la voglia ovviamente.
Cassandra mi guardava sorridendo mentre si dimenava.
Cercai di imitarla ma non avevo altri che Harry in testa.
Volevo chiamarlo.
Dovevo farlo o sarei impazzita.
Cercai di aspettare qualche minuto e nel frattempo provare a divertirmi ma mi era così impossibile.
"Cassy vado un attimo a prendere aria, non mi sento bene!" Urlai al suo orecchio.
Mi guardò preoccupata.
"Ti accompagno!" Esclamò.
"No no!" Dovevo trovare una scusa "devo anche fare pipì!"
Che scusa di merda.
Scoppiò a ridere e me ne andai.
Uscì correndo cercando di non strusciarmi contro quei corpi sudaticci e appiccicosi.
Arrivata fuori venni investita da un aria gelida.
Presi il cellulare schiacciai il contatto e chiamai.
Suonava.
Ancora.
Di nuovo quel 'tu tu'.
Ti prego rispondi.
Suona.
Non la segreteria ti prego.
"P-pronto?" Aveva la voce rauca.
"Harry..." Iniziai a singhiozzare
Come una bambina.
"Diana?" Sussurrò stupito.
"Sono in un locale" esclamai
Ci fu silenzio.
"Che cazzo ci fai lì?" Chiese.
"Vieni a prendermi?" Esclamai cercando di cambiare discorso mente e mi guardavo in giro distratta da quei ragazzi a terra ubriachi marci.
"Dimmi dove sei"
Gli dissi il nome del locale rabbrividendo di freddo.
"Dieci minuti e sono lì".
Attaccò il telefono.
Avevo paura ma allo stesso tempo ero felice.
Iniziai a camminare avanti e indietro in quel parcheggio aspettandolo.
Il freddo sembrava penetrarmi la pelle e fermarsi nelle ossa, mi stringevo nel vano tentativo di scaldarmi.
"Diana!" Mi voltai.
Erano Cassy e Ian.
"Cas mi ha detto che non stavi bene" esclamò.
"Infatti..." Tossì "Mi viene a prendere un mio amico scusate!" Esclamai abbassando lo sguardo.
"Ma non devi scusarti se lo
Dicevi prima ti portavamo al college noi" disse Cassy.
Sorrisi ancora una volta scusandomi spiegai molto velocemente che non volevo rovinargli la serata.
Sentii un clacson alle mie spalle, mi voltai di scatto era un range rover nera.
Ian si avvicinò a me.
"Sicura?" Disse guardando l'auto.
Mi voltai ancora una volta verso il
Veicolo scuro.
"Sicura".
Cassy mi abbracciò Ian sorrise infastidito.
Li salutai e iniziai a incamminarmi verso l'auto.
Lui scese dall'auto.
La luce del lampione lo illuminava. Era pallido aveva gli occhi persi, si teneva in piedi aggrappandosi all'auto.
"Che hai fatto?" Gli chiesi.
"Vieni qua per favore" sussurrò allungando la mano libera verso di me.
Mi avvicinai a lui con cautela.
"È tutto un cazzo di errore diana" balbettò "non volevo fare quello che ho fatto, giuro"
Harry mi prese e mi strinse a se sempre più forte.
"Sei la prima ragazza che ho paura di perdere. Ti odio per questo" mi sussurrò.
Aveva la voce affannata.
"Che hai fatto Harry?" Gli chiesi guardando la sua espressione.
Era bianco, aveva lo sguardo perso e spento. Non si reggeva in piedi.
" portami in camera"disse poggiandosi su di me. Lo feci sdraiare sui sedili anteriori e mi misi al posto del guidatore.
C'era una bottiglia di rum sul sedile del passeggero...completamente vuota.
Accessi l'auto e partì.
Mentre guidavo lo sentivo tossire e gemere.
Ogni tanto cercava di pronunciare il mio nome.
Arrivammo al College ed erano ormai le due del mattino.
Lo scortai nella sua stanza.
Per aprire la porta dovetti frugare nelle sue tasche prima di trovare la chiave.
Una volta aperta la porta senza accendere la luce lo scortai nel bagno. Si accovacciò sul Water con i ricci che gli ricadevano sulla fronte mentre vomitava l'anima.
Mi avvicinai a lui cercando di spostargli i capelli.
"Che hai mandato giù?" Chiesi rimproverandolo.
Continuava a vomitare.
Mi alzai sfinita ed andai a cercare i cadaveri di bottiglia, ma una volta accesa la luce trovai molto di più di alcune bottiglie sparse qua e là.
C'erano pasticche, di ogni forma e colore sul pavimento e un foglio scritto.
Non volevo crederci.

My devil ||H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora