3. FRAGILITY

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Per circa una settimana la mia vita andó avanti così.
Ogni pomeriggio, come se ci dessimo appuntamento, ci trovavamo una di fronte all'altra su quelle panchine. Io portavo il solito libro, che rimaneva sempre alla stessa pagina, perché lo guardavo poco e niente. Lei ascoltava musica. Ogni tanto ci lanciavamo qualche sguardo. Dopo un po' lei si alzava e se ne andava, senza salutare mai. E io restavo un altro po' lì a fissare la sua panchina sperando che tornasse. Era diventata un pensiero fisso. Non sapevo niente di lei, ma non facevo altro che pensarla.
Un giorno, finalmente, mi rivolse la parola.
"Non ti piace molto quel libro, eh?"
Dio, che bella voce.
"No, per niente. La prof di inglese me l'ha dato per le vacanze, ma non é il mio genere. Mi annoia." Risposi, inventando sul momento. Non era per niente vero. Avevo letto quel libro un miliardo di volte, mi piaceva un sacco. Ma in qualche modo dovevo giustificare il fatto che non giravo mai una pagina di fronte a lei. Cosa avrei dovuto dirle? 'Sì mi piace,ma tu sei più interessante'?
"Io l'ho letto in italiano, mi é piaciuto molto. Il Ritratto di Dorian Grey. É bello, ogni cosa nasconde un significato importante." mi rispose sorridendo.
"Dorian é un uomo fragile, come tutti noi. Maschera la sua fragilità con prepotenza e crede che la bellezza si trovi solo nelle cose belle esteriormente. Lo trovo molto stupido." risposi istintivamente.
Lei mi guardó e sorridendo mi disse
"Sei sicura di non averlo mai letto?"
Io risi, e le dissi la verità.
" L'ho letto molte volte ma quando sono qui non riesco a concentrarmi perció non vado avanti."
"Perché non riesci a concentrarti?"
"Non lo so. Forse perché penso ad altre cose"
"A cosa pensi?"
"Fai troppe domande" dissi sorridendo.
"Tu dai poche risposte"
Risi. Era vero. Parlavo poco, preferivo ascoltare, osservare. Fare il narratore esterno. Forse perché non mi ritenevo abbastanza importante per essere protagonista di una storia. Neanche della mia stessa storia. Ero un personaggio secondario anche della mia vita. Pensando a questo il mio sorriso si spense. Alzai la testa e la vidi intenta a guardarmi. Aveva tolto le cuffiette. Poi, improvvisamente, si alzó e venne a sedersi accanto a me. Stavo per impazzire.
"Hai ragione." mi disse
La guardai, non capivo a cosa si riferisse.
"Hai ragione, tutti noi siamo fragili e vogliamo nasconderlo perché ci vergognamo di esserlo. Ed é stupido pensare che la bellezza sia soltanto una cosa bella o una persona bella. É stupido pensare che la bellezza sia solo ció che é perfetto. Hai ragione" mi disse sorridendo.
Poi, ancora una volta, si alzó e se ne andó.
Io rimasi lì, fragile.

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Ciao a tutti!
Questa é la mia prima storia su Wattpad, e visto che alcuni fatti qui narrati mi sono realmente accaduti, ci tengo davvero molto. Ero molto indecisa sul pubblicarla o no, ma poi ho preso un po' di coraggio e l'ho fatto.
Scusate se ho aspettato il terzo capitolo a farmi sentire, ma non sono una che parla molto di sé.
Spero che la storia vi piaccia, se é così vi prego di premere quella stellina o magari lasciare qualche commento. Grazie e buona lettura! :) ❤
~Red

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