5. MEMORIES

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▶Franklin, Paramore♪♬

Mi diedi appuntamento con Alex per quella sera alle otto, non vedeva l'ora di farmi conoscere la sua ragazza.
"Ti piacerà di sicuro" mi disse.
Ammetto che anche se cercavo di nasconderlo ero molto incuriosita. Alex sembrava interessato seriamente a questa ragazza misteriosa. Che avesse finalmente deciso di mettere la testa a posto? Chissà. Io intanto pensavo alla mia ragazza misteriosa. Avrei dovuto chiederle il nome. Mi preparai velocemente e alle otto in punto uscii di casa. Maledizione, sarei arrivata in ritardo. Saltai sul mio vecchio motorino scassato e sfrecciai verso casa di Alex, che abitava dall'altra parte della città. Quando arrivai venne lui ad aprirmi, Ragazza Misteriosa non era ancora arrivata.
"Ciao bellezza"
"Ciao, sono in ritardo?"
"Teoricamente sì, ma la mia ragazza lo é più di te perció per sta volta non posso dirti niente"
"Allora, com'é RM?"
"RM?"
"Ragazza Misteriosa"
"Uh, certo. Non ti svelo niente, la vedrai fra poco."
"Okay. Oh, aspetta, ma come diamine ti sei vestito?"
"Ti sembra troppo elegante?"
"Non hai messo una cravatta in vita tua e la metti stasera? Ma sei pazzo? Non sai nemmeno fare il nodo. Vatti a cambiare e mettiti qualcosa di normale."
"Okay, agli ordini"
Presi un libro dalla libreria di Alex e mi buttai sul divano. Aveva tutto quel ben di dio in casa e non lo toccava mai. Non si riusciva nemmeno a leggere i titoli dei libri per la polvere. Probabilmente Alex non li spolverava dalla morte di sua madre. Da quando era successo si era sempre rifiutato di toccare le sue cose. Era convinto che lasciando tutto come lei aveva lasciato, non se ne sarebbe andata mai definitivamente. Io invece sono convinta che il ricordo di una persona devi portarlo dentro di te, non dentro gli oggetti. Chiusi gli occhi e tutte le immagini che da mesi cercavo di seppellire in qualche angolo della memoria, riapparvero. Mikey. Lui che mi teneva la mano, lui che mi insegnava a suonare il piano, lui che mi raccontava storie per farmi addormentare, lui che prendeva la pizza e veniva a casa mia. Lui. L'unico che era stato capace di farmi sentire viva, l'unico che era stato capace di farmi sentire bella, l'unico che era stato capace di farmi sentire amata. Lui. Lui che c'era sempre stato e che c'é ancora, in qualche modo. Lui che ci sarà sempre.
Il suono del campanello interruppe i miei pensieri. Meglio cosi, avevo già gli occhi lucidi. Altri cinque minuti e sarei scoppiata a piangere rovinando la serata di Alex. Mi alzai ed andai ad aprire la porta a Ragazza Misteriosa.
Avrei voluto dire 'Buonasera' e sorridere, ma non riuscii a dire niente.
Era lei.

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