6.

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La settimana passò in fretta, e senza accorgermene era venerdì.
«Allora, stasera alla festa di Sarah?» chiese Chris sedendosi al tavolo della mensa.
«Se proprio dobbiamo...» sospirai palesemente annoiata dalla proposta. Odiavo quella ragazza e potevo solo immaginare quello che avrebbe organizzato per la festa.
«Oh Charlotte, ma smettila di fare così» mi rimproverò Abby guardandomi in cagnesco. Sospirai, poi acconsentii a farmi partecipare alla stupidissima festa.
«Bene, allora stasera vi passo a prendere io» offrì Martin fiero della sua nuova macchina. Gli sorrisi e poco dopo prese la mia mano sotto il tavolo, cosa che mi fece sobbalzare.
Era da qualche giorno che la rottura di Collin non si vedeva tra di noi, e la cosa mi piaceva. Speravo che non tornasse più, ma sapevo bene che ben presto me lo sarei ritrovata intorno.
La nostra casa era già in subbuglio quando arrivarono Chris e Martin. Abby ed io ci preparammo veloci poi salimmo nella nuova brillante macchina di Martin, profumata di pulito.
Quando arrivammo davanti a casa di Sarah, la musica era già alta, come i bicchieri dopo tutto. Scesi e quando fummo davanti alla porta, Martin mi strinse la mano avvicinandomi a se.
«Così starai buona» scherzò sussurrandomi. Gli sorrise e mi chiusi ancora di più vicino a lui.
La sala era già piena di ragazzi ubriachi, Sarah era sulla porta a vetri e quando ci vide la aprì per correrci incontro. Dopo un saluto veloce, trascinai Martin al bancone.
«Per me una vodka» dissi a Martin che con un cenno mi stava domandando cosa volessi. Afferrai poco dopo il bicchiere pieno e mi sedetti vicino a lui sul divano.
«Era meglio non venire» gli dissi sbuffando quando una ragazza ubriaca si stese praticamente su di me.
«Cerca di divertirti Char» sorrise. Martin cercava sempre di dimostrarmi il lato positivo delle cose, era carino con me, come con il resto del mondo.
Mi alzai indicandogli la cucina, ma lui se ne stesse seduto al suo posto. Scossi la testa e scoppiai a ridere poco dopo.
Mi appoggiai al tavolo dei drink e mi versai un po' del liquido trasparente nel bicchiere.
«Sarà troppo forte per te?» una mano strinse la mia in cui tenevo il bicchiere facendo quasi cadere quello che ci stavo versando dentro.
«Ma sei matto?» urlai a Collin allontanando la sua mano.
«Ecco la tua acidità che torna» di nuovo quel suo sorrisetto maligno. Non lo sopportavo.
«E te che fai qua? Non avevi per caso detto che non saresti venuto alle nostre stupide festicciole?» gli rivolsi una smorfia compiaciuta della mia risposta.
«L'ho invitato io» una voce fin troppo familiare e poco gradita parlò da dietro le spalle di Collin. Mi sporsi per guardare chi fosse, Sarah. C'era da immaginarselo.
«Mm complimenti» ringhiai stritolando il bicchiere per non stritolare lei. Sul viso di Collin era riapparso quel sorriso a dir poco odioso, mentre Sarah gli stringeva la mano. La guardai disgustata, poi tornai da Martin tirandole una spallata.
«Di bene in meglio» gli dissi quando me lo ritrovai davanti.
«Perché?» chiese togliendomi di mano il bicchiere stropicciato.
«Sarah ha invitato alla festa quel coglione di Collin. Che schifo» dissi ricordando la scena delle loro mani intrecciate. Martin sorrise a malapena cercando di calmarmi, poi mi prese la mano di nuovo e mi condusse fuori nel giardino posteriore. Si sedette sugli scalini in legno e mi fece accomodare sulle sue ginocchia. Mi accarezzava i capelli con una mano e con l'altra mi stringeva la schiena.
«Char, non devi fare a caso a loro» mi disse continuando quello che stava facendo.
«Non ci riesco» borbottai appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Sei bellissima anche quando sei furiosa» adesso sussurrava e il suo tono era intimo e dolce. Guardai il suo mento e alzandomi mi ritrovai a pochi metri dalla sua bocca. Il respiro si fece affannoso e il cuore mi esplodeva nel petto. Mi prese e appoggiò le labbra contro le mie facendosi poi spazio con la lingua. In quel momento mi sentii protetta come solo lui riusciva a farmi sentire. Il calore del suo corpo mi faceva scorrere un brivido lungo tutta la schiena, era tutto così surreale e allo stesso tempo fantastico.
Quando si allontanò da me sentii il calore allontanarsi con lui. Sospirai senza fare a meno di sorridere.
«Charlotte» sussurrò lui baciandomi di nuovo. Mi alzai, gli presi la mano e lo portai dentro di nuovo. La maggior parte delle persone se ne erano già andate, quindi presi la borsa e trascinai Martin alla macchina.
«Che fai Charlotte?» chiese quando mi vide entrare nella sua auto. Non sembrava stupito, era solo curioso.
«Voglio andare via, rivedere quei cretini rovinerebbe il momento» ammisi baciandolo di nuovo. Salì e mise in moto prendendo la strada per casa sua. Per la prima volta sentivo che qualcosa si fosse sistemato.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora