17.

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Martin mi evitava ed io facevo lo stesso con Collin. L'unica persona che mi avesse mai detto ti amo mi odiava e Collin... Beh lo evitavo e basta. Avevo paura di rivederlo nello stesso modo in cui avevo paura di sapere cosa stesse pensando Martin.
«Dovresti smetterla di evitarmi» guardai attorno a me fino a che non scorsi i capelli biondi e fluenti che conoscevo fin troppo.
«Collin..» sussurrai arrossendo.
«Esatto» si avvicinò a me con un gran sorriso come se niente fosse mai successo. «Allora, perché mi stai evitando?» chiese sedendosi sulla panchina dietro di lui. Sospirò passandosi una mano tra i folti capelli poi mi guardò ancora. Inghiottii quel groppo che mi si era formato in gola poi cercai invano di sorridere.
«Non ti sto evitando Collin» dissi sedendomi accanto a lui.
«Ma smettila Charlotte» alzò gli occhi al cielo come ero solita fare io, quindi sprofondai dietro la mia felpa per evitare di fargli vedere il rossore appena comparso sulle mie guance. Mi faceva sempre uno strano effetto stargli vicino.
«Collin mi fai solo male...» bisbigliai uscendo dal mio nascondiglio.
«Male? Tu fai male a me cazzo» urlò mettendosi a sedere composto dopo essere stato steso fino a quel momento come fosse su di un divano. «Da quando ti conosco non faccio altro che pensare a te e a quel tuo fottuto modo di parlarmi» scostò i capelli che gli erano ricaduti sulla fronte dopo tutti il suo gesticolare. «Mi farai impazzire»
«Ma cosa stai dicendo?» dopo aver ascoltato ogni sua singola parola ero esterrefatta. Ancora una volta capii di aver fatto un giudizio sbagliato sul suo conto e una sensazione ancora peggiore mi invase il corpo. Ero un misto tra felicità e odio. Più nebbia si presentò ad offuscarmi la mente. Stava andando tutto storto.
«Dico solo che sei tu a farmi del male... uhm nel senso buono a quanto pare» continuava a guardare il cielo perdendoci mentre io fissavo lui. Dietro quell' atteggiamento da duro e strafottente ci doveva essere ben altro, ed io ero determinata a scoprire di che si trattasse. A distanza ovviamente.   
«Ma tu hai Martin..» girò gli occhi altrove perdendosi di nuovo nel nulla. Martin... già. In tutto questo c'era anche lui. Non avrei resistito ancora senza stargli accanto, ma in quel preciso istante capii che qualcosa stava cambiando, non solo tra noi, ma anche con Collin.
«A dir la verità...»
«Cosa?» il suo volto si illuminò mentre il mio si incupiva ogni secondo di più.
«Niente... niente» sospirai di nuovo e lui fece lo stesso.
«Beh devo andare» annunciò alzandosi. Annuii e mi congedò con una smorfia. Mi alzai e percorsi il giardino fino ad arrivare davanti al dormitorio. Era da tanto che non mi ritrovavo lì insieme alle altre, ma vivere da soli era tutto un altro brivido... come quello che mi faceva avere Collin... No, cavolo. Mi buttai le mani davanti agli occhi sfogando la rabbia. Poi infilai la mano nella borsa estraendo il telefono.
" Non resisto più a questa astinenza " scrissi a Martin sperando che rispondesse.
" Neanche io..."
Sorrisi fissando lo schermo. Potevo ancora rimediare, sapevo cosa e come fare. Afferrai la borsa con entrambi le mani riponendo il cellulare.
«Martin» gridai quando lo vidi uscire dall'aula. Avevo aspettato lì seduta appoggiata al muro per circa dieci minuti, che mi erano sembrati infiniti. Gli saltai al collo prendendolo di sorpresa da come esitò.
«Charlotte, che fai?» chiese staccandomi di dosso e rimettendomi a terra. Era serio e turbato ma niente mi avrebbe fatto distogliere dal mio obiettivo.
«Vieni fuori» dissi dolcemente prendendogli la mano. Avrei fatto di tutto per lui e volevo mostrarli la parte di me che mi vergognavo a mostrare, quella dolce e sensibile. Fragile.
«Charlotte»
«No ascolta e basta» gli posai la mano sulla bocca fermandolo «Ho sbagliato. Non stiamo insieme, è vero, ma non avrei dovuto lo stesso. Ma non posso stare senza di te, hai fatto così tanto... Dammi un'altra possibilità»
Non mi era nemmeno passato per la testa di dire che era stato Collin a baciarmi, in teoria era vero, ma io non avevo fatto niente per allontanarmi e lo avevo voluto quanto lui. Martin mi fissò, quando notai un raggio nei suoi occhi sorrisi. Appoggiò le labbra contro le mie quando gli buttai le braccia al collo, non era servito che parlasse, era bastato quello sguardo. Lo liberai dalla mia presa e un largo sorriso si aprì sul suo volto.
«Mi mancava averti tra le braccia» sorrisi e lo strinsi di nuovo. Era mancato anche a me, tanto. Ma anche tra le sue braccia non riuscivo a scordarmi di Collin e di quello che aveva detto. Scossi la testa. Basta.
Mi afferrò la mano e con dolcezza mi fece capire che era il caso di rientrare.
Percorremmo il corridoio mano nella mano, dita intrecciate e tutto il resto. Si fermò davanti l'aula di chimica, lasciando la mia mano. Lo guardai in attesa che la riprendesse con se, mi buttò contro il muro baciandomi. Dietro di noi si sentivano fischi e risatine. Gli strinsi le mani al petto e lui si allontanò, eravamo entrambi paonazzi.
«Ragazzi!» finalmente ecco Chris e la sua gioia infinita. Sorrisi mentre Martin prendeva di nuovo la mia mano. «E quella?» continuò studiando le nostre dita ancora unite. Abby comparse appena in tempo da dietro la porta e quando si accorse di quello che stava succedendo tirò una leggera gomitata a Chris. Dopo avermi rivolto uno sguardo di intesa ritornai al mio solito colorito.
«Tutto nella norma amico» Martin guardò prima me poi Chris che si massaggiava il petto. Ci sorrisero entrambi ed io ricambiai mentre continuavo a stringere Martin.
Quando uscimmo dalla porta principale notai dei capelli biondi sospetti vicino al bar della scuola.
«Non di qua» strattonai la camicia di Martin, che si girò per darmi un'occhiata. Anche Abby si voltò per rivolgermi una smorfia.
«Perché?» chiese Martin cingendomi le spalle con il suo braccio.
«Niente.. Uhm voglio evitare tutta quella folla, abbiamo già fatto il nostro show» guardai Martin sperando che capisse. Scoppiò a ridere mentre Abby e Chris si chiedevano di cosa stessimo parlando. Io arrossii, era diventato un' abitudine.
«Va bene, passiamo dall'altra parte.. Non perdiamo niente no?» Chris sorrise tornando a stringere i fianchi di Abby. Martin sorrise guardandomi, si avvicinò al mio orecchio e prese fiato.
«Non mi interessa quello che pensa la gente » disse fiero allontanandosi poco dopo.
«Lo so» risposi coprendomi la faccia con un lato della sua camicia.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora