20.

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Camminai fino al marciapiede vicino la casa, barcollando. Il freddo mi sbatteva contro la pelle provocandomi sussulti.
Mi guardai attorno, nel parcheggio non c'era la macchina di Martin. Se ne era andato. Volevo solo tornare a casa, non volevo piangere, ero arrabbiata. Di nuovo. Probabilmente stavolta lo avrei perso, ma non lo potevo biasimare. Alzai gli occhi al cielo, le stelle brillavano su di me, ero sola, avrei voluto non esserlo. Rimasi in quella posizione per non so quanto, fino a quando un tepore si irradiò sulle mie braccia.
«Charlotte ma cosa stai facendo?» riportai lo sguardo sulla terra. Era Abby, che mi fissava preoccupata.
«Saranno si e no cinque gradi» strillò.
«Scusa» mugolai afferrandole il braccio per alzarmi. Non disse niente, mi prese sotto braccio e mi trasportò fino al portico, lasciandomi cadere sopra una sedia a dondolo.
«Voglio andare a casa» dissi. Le lacrime stavolta si presentarono sulla mia guancia quando socchiusi gli occhi.
«Chris sta rimediando un passaggio» storse la bocca. Martin se ne era andato e Abby lo sapeva. Adesso mi stava squadrando giudicandomi. Si stava chiedendo di sicuro cosa fosse successo, ma la situazione lasciava poco all'immaginazione.
«Abby..»iniziai.
«Due semplici cose Charlotte» tuonò. Annuii lentamente per paura di una sua reazione inaspettata. «Che succede con Martin? Cosa gli hai detto?»
Sembrava arrabbiata, ma il suo tono era tutto altro. Mi dispiaceva vederla così, sapevo che non voleva che le cose finissero distrutte. Ma non avevo bisogno di quello sguardo. Cazzo, stavo di merda.
«Abby smettila di guardarmi così. Non riesco a essere meglio di come mi vedi adesso» mi indicai prima di scoppiare in lacrime. Mi portai le ginocchia al petto stringendole.
«Scusa, non intendevo questo. Non mi piace vederti così» il suo tono era dolce adesso. Alzai la testa e lei non perse tempo ad abbracciarmi.
«Sono troppe volte che mi  ritrovo così per Martin» analizzando la situazione era davvero così. Lei annuì stringendomi ancora. «Manca la seconda cosa» le ricordai.
«Collin Charlotte.. Coll»
«Okay vi riporto a casa» voltai la testa, dalla porta di legno apparve il biondo. Quel fottuto bellissimo biondo. Arrossii e Abby abbassò lo sguardo su di me alzandosi di scatto. «Ups, ho interrotto qualcosa?» guardai Abby, poi Chris nascosto dietro Collin. Scossi la testa e feci per alzarmi. Abby prese la mano di Chris facendo strada, io rimasi ferma davanti alla sedia che continuava a muoversi.
«Hai pianto?» Collin afferrò il mio mento puntando la luce della lampada sui miei occhi rossi e ancora lucidi.
«Lascia stare Collin, non è niente» allontanai la sua mano, ma la rimise preso su di me. «Piangi troppo piccola» sussurrò pulendomi il mascara colato. Prese la mia mano con delicatezza tirandomi sul marciapiede dove prima sedevo per arrivare alla macchina. Mi aveva chiamata piccola o sbagliavo? Un sorriso si presentò sul mio volto.
Salimmo in macchina. Abby e Chris erano dietro, io sul sedile davanti. Nessuno disse niente, la tensione aleggiava tra noi. Avevo rovinato la serata a troppe persone quella sera.
«Bene grazie mille» Abby si affrettò a scendere dall'auto portando con se Chris. Rimasi con Collin che sorrideva a stento.
«Scusala» dissi indicando Abby. «Non è stata una buona serata»
«E per te?»
«Cosa?»
«Voglio dire, e per te è stata un bella serata?» mi guardò da capo a piedi, solo incrociando i suoi occhi sentii di nuovo quella sensazione.
«Io.. ehm»le parole non uscivano dalla bocca nonostante ci stessi provando con tutta me stessa.
«No, non lo è stata» mi tolse le parole di bocca. Aveva ragione, non lo era stata. Solo adesso mi sentivo a mio agio, in una macchina con Collin. Mi stupivo di me stessa.
«Il tuo amico barra fidanzato, ha preso palo pieno, ma non capisce quanto tu sia fantastica» Lo guardai sbalordita. Come faceva a sapere di me e Martin? Si passò una mano nei capelli poi sputò fuori dal finestrino.
«Vi ho sentiti parlare Charlotte, era impossibile non sentirvi» mi aveva letto nella mente di nuovo.
«Non sono cose che ti dovrebbero importare» slacciai la cintura e afferrai la maniglia stringendola.
«Oh invece mi importa eccome» disse appoggiando la mano al mio braccio. Rabbrividii. «Da quando ti conosco spero solo che Martin si stacchi da te» ammise avvicinandomi a se. Incrociai i suoi occhi, erano ancora più verdi di come me li ricordavo, ancora più belli.
«Non sei obbligato ad aspettare»
No. Non l'avevo detto. Sussultò esitando, poi le nostre facce si ritrovarono a pochi centimetri. Sfiorò le mie labbra col pollice sorridendo e un calore si sparse in tutto il mio corpo. L'avevo detto e desideravo solo averlo vicino. Non mi ero mai sentita così, Martin non mi aveva mai fatto sentire in quel modo.
«Baciami» sussurrai. Si allontanò da me guardandomi, posai le mani sulla sua felpa afferrandola «Ti prego» stavo supplicando. Ero ai suoi piedi. Prese le mie mani e lasciò cadere le labbra sulle mie. Quella sensazione, quella sensazione meravigliosa era tornata. E non se ne sarebbe andata, non lo avrei permesso.  Ero una brutta persona, ma in quel momento non mi importava assolutamente niente. Lasciai entrare la sua lingua a stuzzicarmi il palato, mentre mi perdevo. 
«Charlotte» sussurrò ancora attaccato a me. Sorrisi quando lo sentii mugolare.  Sentii di nuovo il mio nome, ma non era Collin. " Cazzo".
«Ti stanno chiamando piccola» si allontanò solo dopo avermi baciato la fronte. Mi voltai, Abby era sulla porta che agitava le mani in aria. Si, mi stavano chiamando. «Ci vediamo» Annuii e aprii la portiera. Guardai Collin allontanarsi in auto mentre raggiungevo Abby e Chris. Entrambi mi lanciarono un'occhiata, ma solo Abby mi riservò una smorfia. Diede una pacca sulla schiena a Chris facendolo entrare, feci per seguirlo, ma Abby mi strinse il polso.
«Il punto due Charlotte» si sarebbe detto che avrebbe perso le staffe di lì a poco, ma non lo fece, sorprendendomi. Strattonai il braccio e lei lasciò la presa.
«Sono più confusa di te» dissi afferrando con una mano la maniglia e con l'altra le chiavi. «Devi decidere» mi seguì senza dire altro. Dio, aveva ragione. Facevo male a troppe persone, me compresa.  Chris ci aspettava in salotto con una bottiglia di birra in mano. Lo guardai mentre ci faceva posto e porgeva la bottiglia a Abby. Non solo stavo rovinando a poco a poco l'amicizia con Martin, ma rovinavo anche il rapporto tra Abby, Chris e lui. Sapevo di dover sistemare le cose, ma era difficile se non si sapeva cosa fare. Chris agitò per qualche secondo il telecomando, poi accese la tv.
«Mi dispiace» dissi. I pensieri erano troppi, non riuscivo a gestirli e a tenerli dove dovevano stare.  Abby voltò lo sguardo e sorrise prendendomi la mano. «Non è colpa tua...» la fissai ancora con la bocca serrata «Okay, solo un po', ma se non ricambi Martin non puoi fare niente... solo non complicare le cose» guardò Chris e lo baciò, poi anche lui mi sorrise. «Gli passerà..» mi tranquillizzò Chris. Annuii non essendone troppo sicura, poi Abby si alzò entrando in cucina, la seguii. Morivo di fame.

Between usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora