Il vento soffiava vivacemente attraverso la finestra, gettandomi qualche ciocca castana davanti agli occhi color ghiaccio che mi ritrovavo. Sbattei le palpebre un paio di volte, scostandomi i capelli castani impigliatisi tra le ciglia con la mano destra. Posai nuovamente lo sguardo sulla lavagna nera a quadretti, piena di formule matematiche che Mrs. Aventine aveva scritto nel giro di un quarto d'ora, parlando a raffica come suo solito. Le lessi svogliatamente con gli occhi, ricordandole rapidamente, nonostante le avessi studiate ormai molto tempo prima.
Il mio corpo si era congelato all'età di diciassette anni, quella che era il fiore della vita, a mio parere. A mio parere, ritenevo di essere anche piuttosto gradevole: i capelli castani e lisci, lunghi fin sotto le spalle, ricadevano in una frangia laterale sull'occhio sinistro, celeste ghiaccio, in netto contrasto con il marrone intenso delle lunghe ciglia. Avevo una carnagione piuttosto pallida, marmorea, sulla quale spiccavano le labbra leggermente rosate. Per quanto riguardava la mia corporatura ero magra come tante altre ragazze della mia età e di altezza media, sul metro e sessantasei. In conclusione: nulla di speciale.
La brezza che mi accarezzava i capelli portava con sé ricordi lontani, di un tempo trascorso in serene chiacchierate davanti ad una buona tazza di tè in un giardino fiorito, di sussurri scambiati al chiaro di luna, di lacrime versate, di persone andate e mai più tornate.
"Basta".
La mia mente si stava riempiendo di immagini confuse che si sovraffollavano in un caos di voci indistinte ed al tempo stesso tenebrose, accusatorie, provocandomi un'emicrania insopportabile.Portai i palmi delle mani alle tempie e socchiusi gli occhi, sbattendo le palpebre una sola volta subito dopo.
Tornai a guardare l'aula.
Tutti erano come pietrificati. La mano di Mrs. Aventine era rimasta tesa a mezz'aria, nell'atto di terminare la scrittura di un'equazione; le penne sospese sui fogli, le palpebre socchiuse, le bocche semiaperte, e gli sguardi immobili.L'avevo fatto ancora una volta.
Avevo di nuovo congelato il tempo.
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ADIMENSIONAL
FantasyI giorni sereni sono ormai giunti al termine. I plasmatori temporali, uomini e donne in grado di congelare il tempo, non possono più vivere nell'oscurità, ma sono costretti ad uscire allo scoperto dai distorsori spaziali, esseri umani come loro, in...