Capitolo 8

147 12 5
                                    

~R.M&V~
Stavamo cercando Jin in ogni classe, ogni piano, ovunque. Quell'urlo sembrava così vicino. Continuavo ad ingoiare e sputare sangue, la mia bocca e le mie labbra erano rosse.
Namjoon continuava a chiedermi se stessi bene e io, senza rispondere, lo incitavo a continuare a camminare, a non fermarsi.

R.M: "Tae ti prego, fermiamoci un pochino... abbiamo cercato dappertutto, Jin non è qui..."

V: " deve essere qui. L'abbiamo sentito urlare, non può essere lontano no?"

Non volevo arrendermi, per nessun motivo avrei smesso di cercare dopo quell'urlo.

R.M: "te l'ho detto: abbiamo cercato ovunque, in ogni singola aula, in ogni singolo corridoio e lo sai bene"

Mi inginocchiai per terra ormai privo di speranze. Namjoon si sedette accanto a me sospirando.
R.M: "lo troveremo ok?"
Non ne ero molto sicuro, ma dovevo continuare a sperare.
Si alzò e si diresse verso le finestre, sembrava avesse visto qualcosa.
V: "C-che cosa c'è?"
Lo vidi prendere qualcosa e metterla in tasca.
R.M: "qualcosa che ci servirà"
V:" cosa?"
R.M: "un occhio..."
V: "a cosa pensi che pos-"
Mi interruppe
R.M: "magari è di uno di quei bambini..."

Mi fece alzare ed entrammo in un aula. Chiusi la porta sbattendola. Sentii alle mie spalle il rumore di ferro che cadeva, mi girai di colpo e vidi Namjoon tenere un armadietto di legno che stava per cadere. Per terra, ai suoi piedi c'erano delle forbici e altri oggetti metallici.

R.M: "T-ti p-prego aiutami"

Mi avvicinai e vidi le mani di Namjoon coperte di sangue, rimasi a guardarle per alcuni minuti poi cercai di spostare l'armadietto senza riuscirci, era troppo pesante.

In un secondo Namjoon cadde per terra e l'armadietto finii sopra di lui. Iniziò ad urlare di dolore. Mi chinai vicino a lui e cercai di rimuovere quel peso, ma rimaneva sempre troppo pesante.
Gli schiacciava il petto e le gambe.

Iniziai a piangere senza sapere cosa fare. Qualcosa mi bagnò le mani e le ginocchia, abbassai lo sguardo: Namjoon stava perdendo sangue, molto sangue.

Ero entrato nel panico, mi fissavo le mani, le mani sporche del sangue di Namjoon, le mani sporche del sangue del mio migliore amico.

R.M: "C-calmati, p-prova a-a l-levare q-questo c-coso"

Non riusciva più a parlare, iniziai a spingere con tutte le mie forze quell'armadietto, improvvisamente si spostò facendomi cadere sul petto di Namjoon il quale gemette di dolore.

Mi alzai in fretta e l'osservai. Nel suo petto e sulle sue gambe erano conficcate delle forbici e dei bisturi.

Ero incredulo, lo guardavo senza fare nulla, senza dire nulla.

V: "C-che devo fare?"
R.M: "vai a cercare qualcosa"

Iniziai a correre d'aula in aula cercando qualcuno e urlando come un pazzo.
Entrai in infermeria cercando qualcosa per fermare il sangue, presi svelto alcune bende da un mobiletto. Appena mi girai verso la porta vidi una bambina, la squadrai:

Aveva i capelli biondi raccolti in due codini laterali; non aveva un occhio e quello che le rimaneva era azzurro; una sua guancia era sporca di sangue; aveva delle lunghe forbici in mano.

Quando mi accorsi dell'arma feci cadere le bende per terra e l'osservai turbato. La piccola condivideva il mio sguardo impugnando le forbici con più rabbia.

Mi corse incontro scagliandosi su di me. Mi colpì numerose volte nello stomaco, poi buttò le forbici a terra.

Iniziai a sputare sangue, il quale, ormai, ricopriva gran parte di me.

Abbassai la testa guardandomi la pancia che stavo stringendo tra le braccia, tutto era ricoperto di sangue, non riuscivo a vedere altro.
La mia uniforme era fradicia e il mio corpo iniziava a farsi sempre più pesante.
Cercai di alzarmi senza riuscirci.
Ogni singola parte del mio corpo faceva male. Mi stesi per terra e feci cadere le braccia lungo i miei fianchi in una pozza di sangue.

Chiusi gli occhi sapendo di non poterli mai più riaprire.

Corpse PartyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora