Capitolo 3

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《Signora Cooper, il dottor Albert Smith la sta attenendo al reparto psichiatrico, stanza cinque.》
《La ringrazio dottoressa》
Angel percorse il corridoio fino alla stanza cinque del reparto psichiatrico.
Bussó due volte e attese "l'avanti" del dottor Albert Smith .
《Avanti》
Angel con sicurezza aprì la porta, non appena entrata vide subito il volto famigliare del dottore amico da innumerevoli anni della sua famiglia.
《Angel ti aspettavo, siediti pure.》
Disse indicando la sedia dal lato opposto della sua posizione.
Angel timidamente, quasi impaurita, come se non conoscesse il dottor Smith si accomodò.
《Dottor Smith allora? Mi dica ci sono novità? 》
Smith abbassó lo sguardo sulle proprie mani.
Non sapeva come dire ciò che era inevitabile...
《Angel...io non so come dirtelo...》
Angel perse qualche battito del proprio cuore.
Non poteva essere vero,
Lui non era pazzo,
Lui era stato sfortunato esattamente come lei.
《Sta cercando di dirmi che è pazzo?》
Le nocche delle mani di lei sbiancarono a causa della forza che usava per stringere i pugni, non doveva piangere ,doveva essere forte per Anne e James… per i  suoi genitori.
《Si è pazzo. Mi dispiace ma il manicomio è l'unico posto dove può stare senza far male a se stesso e a gli altri. 》
《Ma ...perché? Cosa lo ha portato ad essere pazzo?》
Il dottor Smith si alzò in piedi, fece il giro della scrivania, mise le mani sulle spalle di Angel, forse per darle forza o forse, molto più probabilmente... perché sarebbe crollata dopo le risposte che doveva darle.
《Quando il terremoto fece cadere casa vostra e i vostri genitori insieme a vostro fratello morirono Andy ha salvato te tirandoti nella stanza antipatico...》
《Dove vuoi arrivare?!》
Scattò Angel con le lacrime agli occhi e la rabbia che ribolliva in lei.
Tanta era quella rabbia che senza rendersene conto incominciò a dare del "tu" al dottor Smith.
《Stai forse dicendo che non doveva salvare me ma gli altri? Lo só da sola! Io...io..》
Angel non riusciva più a parlare, le lacrime le bloccavano il respiro.
Smith corse dall'altra parte della stanza a prendere un bicchiere d'acqua per Angel. Ma quando lui glielo porse lei con un colpo secco della mano lo scaraventó sul pavimento.
Smith stavolta con calma ne andò a prendere un altro e nel fra tempo continuò.
《Non volevo dire questo...》
Angel alzò lo sguardo e guardò la schiena del dottore, prese un respiro profondo e parlò.
《Allora cosa volevi dire?》
Il dottor Smith con il bicchiere d’acqua in mano si riavvicinò a Angel che questa volta accettò il bicchiere e lo bevve in un sorso solo.
《Andy ha una pazzia paranoica. Ovvero lui sente e vede qualcosa che non esiste a causa dei sensi di colpa.
Nella mente di Andy i tuoi genitori e tuo fratello lo incolpano della loro morte e questo è possibile solo perché lui è il primo ad incolpare se stesso... Lui... 》
Smith chiuse gli occhi, prese un grosso respiro e finí la frase.
《Lui è convinto che se avesse voluto vi avrebbe salvati tutti.》
Angel non credeva alle sue orecchie.
Andy lo sapeva, sapeva che se avesse salvato tutti avrebbe salvato solo dei corpi morti.
Il terremoto aveva fatto cadere il tetto uccidendo sul colpo i genitori e il fratellino che si trovavano al primo piano.
Cosa avrebbero potuto fare Andy e Angel contro la furia di madre natura?
《Angel...non è colpa tua se Andy si sente in colpa...》
《Non esiste un medicinale che possa aiutarlo? Qualsiasi cosa , basta che torna a casa con me ...è tutto ciò che ho》
Il dottor Smith aveva gli occhi lucidi per le parole di Angel.
Non sicuro della sua voce annuí solamente.
《Quel medicinale lo aiuterà e potrà tornare a casa con me?》
Smith, calmando i sentimenti rispose:
《Si, potrà tornare a casa ma non è sicuro che rimarrà stabile per sempre... soprattutto devi tenere ben a mente che non guarirà con la medicina, solo lui può guarire liberandosi dal senso di colpa, la medicina lo terrà solo a "bada" e...》
《Prescivigliele.》
Il dottor Smith guardó Angel per assicurarsi che fosse sicura
E con sorpresa negli occhi di Angel ci vide solo determinazione.
Smith risedendosi sulla sua sedia incominciò a digitare lettere con la tastiera del computer senza mai staccare gli occhi dallo schermo.
Una volta stampata la ricetta, la timbró e la firmò per poi darla nelle mani di Angel.
Angel salutò il dottore e si avviò verso la porta ma quando stava per aprirla venne bloccata.
《Angel...mi dispiace.》
Angel senza voltarsi a guardare il dottore fece un cenno con la testa e uscì dalla stanza.

Quiet, I am not crazyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora