Capitolo 17

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Angel aveva pianto tutta la notte tra le braccia di Eduard che a stento si era trattenuto dallo scoppiare anche lui.
Angel continuava a chiedergli "perché"
Perché l'aveva abbandonata, cos'era successo?
Continuava a fare domande che non avrebbero mai avuto risposta, semplicemente perché l'unico che le sapeva non respirava più.
《Angel...dobbiamo andare.》
Disse Eduard impaurito dalla reazione che avrebbe potuto avere Angel, ma lei con grande sorpresa non ricominciò a piangere...fissò semplicemente il vuoto e annuì.
Con gesti automatici: si alzò dal letto, si vestì, si legò i capelli in modo disordinato e uscì di casa seguito da Eduard in un silenzio tombale.
Arrivati in chiesa tutti presero posto e la messa per Andy cominciò.
《Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra-》
Le preghiere del prete non arrivavano alle orecchie di Angel che si era chiusa nel suo mondo.
Un mondo che in quel momento era nero... nero come la morte.
Lei si sentiva morta.
《Qualcuno tra i presenti vuole dire qualcosa?》
Chiese il prete.
La prima ad alzarsi fu Jennifer.
《Andy...》
Prese un respiro profondo e trattenne le lacrime.
《Andy era straordinario. Era un ragazzo gentile, buono, altruista ma soprattutto era l'amico che chiunque avrebbe voluto avere ed io sono fiera di essere stata così fortunata ad averlo avuto come tale...》
A Jennifer scesero alcune lacrime pensando a tutti i momenti insieme, ma trattenne le altre. Voleva finire il suo discorso.
《Penso che la morte di Andy sia una perdita grande per tutti quelli che lo conoscevano. Non importa quanto lo conoscessero perché Andy era capace di entrarti nel cuore sin da subito.》
Finito di parlare Jennifer lasciò il posto sull'altare e andò vicino alla bara di Andy per posargli un bacio sulla guancia e mettergli accanto il quaderno con una biro.
《Ti voglio bene Andy》
Poi tornò al suo posto e scoppiò in lacrime.
Il dottor Smith si alzò e andò a dire delle parole per Andy.
《Andy è stato ricoverato nel mio manicomio. Si, per chi non lo sapesse Andy era pazzo.
Lo avreste mai detto?! Eppure a vederlo come lo vedevate tutti i giorni non si direbbe...》
Un sorriso amaro comparve sulle labbra del dottor Smith al ricordo di un ragazzo sempre sorridente di nome Andy.
《Andy era come un figlio per me.
Io ero amico della sua famiglia: l'ho visto crescere, perdere la famiglia, diventare pazzo, cadere e infine rialzarsi.
Andy era così.
Andy era un bravo ragazzo che purtroppo è stato baciato dalla sfortuna.
Oggi insieme a lui, se ne va anche un pezzo del mio cuore.》
Anche il dottor Smith scese dall'altare, diede un bacio ad Andy e bagno la sua guancia con delle lacrime.
Toccava a Eduard.
《Andy lo conoscevo da cinque anni, era un mio paziente. Non avrei mai immaginato di affezionarmi a lui così tanto.
Perché mi sono affezionato a lui?
Perché Andy era speciale.
Andy era una di quelle persone che avrebbero avuto mille motivi per piangere e ne trovavano mille e uno per sorridere.
Forse è stata colpa mia, forse avrei potuto aiutarlo di più e per questo chiedo scusa a tutti i presenti...
A-A-Andy...》
Eduard pianse davanti a tutti, poi prese anche lui un respiro profondo e continuò rivolgendosi proprio al cadavere.
《Andy, se solo potessi prendere il tuo posto in quella bara... lo farei senza esitazione》
Disse tutto d'un fiato.
E non mentiva, lo avrebbe fatto davvero.
Eduard sapeva che Andy meritava di vivere più di tante altre persone, perché Andy era speciale.
Angel prese il posto di Eduard e con sguardo ancora assente parlò.
《Io non só perché Andy si è suicidato, non só a cosa pensava in quel momento, non só se il mio arrivo pochi secondi prima lo avrebbe salvato.》
Girò il capo verso il fratello con lo sguardo ancora nel vuoto e fece scendere tante lacrime silenziose.
《Ma una cosa la só: tutti moriamo.
Si, in un modo o nell'altro tutti se ne vanno.
Andy era straordinario.
Io, al suo posto non avrei resistito una settimana, figuriamoci degli anni.
Ma anche una persona straordinaria come lui arriva al limite.
Ho pianto, tanto, troppo.
Ora qui davanti a tutti voi vi dico che sono quasi felice》
Sorrise con le lacrime che continuavano a scendere mentre tutti nella chiesa piangevano assieme a lei, come se tutti i cuori si fossero uniti nel dolore per darle forza e quella forza la fece continuare.
《Sono quasi felice perché Andy meritava la pace e qua, tra i vivi, la pace non esiste.
Ho detto quasi semplicemente perché, ora che lui ha smesso di respirare io sento di aver smesso di vivere.
Mi manca.
Si, mi manca così tanto da togliermi il fiato.》
Angel prese un altro respiro profondo e finì.
《Se amavate Andy...pregate.
Pregate a finché abbia la pace che merita...
Perché dopo tutto quello che ha passato se lo merita davvero.》
Angel si avvicinò ad Andy e strinse il suo corpo freddo tra le braccia piangendo sul suo petto.
In quel momento pregava.
Pregava di sentire anche un piccolo e leggero "bum" che le dicesse che lui era vivo.
Ma ciò non accadde e Angel tornò a sedersi.

*****Al cimitero*****
Andy fu seppellito al fianco di Josh.
Tutti se ne erano andati tranne lei, Eduard, Smith e Jennifer che piangevano con il capo chino in modo silenzioso.
《Angel, il sole sta tramontando...dobbiamo andare.》
Angel non si girò neanche, annuì con il capo e poi disse:
《Potete lasciarmi un attimo sola?》
Tutti annuirono senza andarsene completamente, semplicemente allontanandosi a guardare da lontano cosa succedeva.
Angel si chinò davanti alle oramai quattro lapidi e pianse di nuovo, picchiò i pugni a terra e tra le lacrime gridava:
《Perché?! Perché mi avete lasciata sola? Andy doveva vivere! Io dovevo morire non lui! Lui aveva tutta la vita davanti, lui doveva recuperare tutto quello che aveva perso nella sua vita.
Doveva avere una moglie, dei figli, una casa ...doveva avere tutto, lui meritava il meglio di questo mondo !》
Le lacrime continuavano a scendere, qualcuno la prese dalle spalle e la tirò sù.
Eduard la guardava con occhi rossi e gonfi poi la strinse in un abbraccio e piano-piano la portò alla macchina, la fece sedere sul sedile del passeggero, la portò a casa e la mise a letto.
Angel si addormentò, ma le lacrime non si fermarono neanche nei suoi sogni.

Quiet, I am not crazyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora