Nathan J. Cooper

322 17 0
                                    

8 ottobre

Spostai bruscamente la mano della ragazza appoggiata sulla mia spalla e mi misi a sedere sul bordo del letto passandomi le mani tra i capelli.
Mi girai a guardarla, i lunghi capelli rossicci ricadevano disordinati sul mio letto, dove riposava tranquilla.

"Cazzo, se ne deve andare." Pensai, mentre camminavo verso la finestra della mia camera che avevo lasciato aperta.

La stanza era pieno di quel profumo volgare che avevano le due ragazze.

"Madison, lei ha un buon profumo." Non potei evitare di pensare a quella ragazzina dagli così profondi, di quel particolare verde che mi ricordava il colore dell'acqua del mare.

Si, il suo era un profumo incredibilmente eccitante.
Inebriante, quasi.
Profumava di cocco e di fiori esotici e il sapore delle sue labbra era, se possibile, ancora più buono.

Mi passai nuovamente la mano nei capelli, esasperato.

Aveva ragione Tim, non avrei dovuto continuare a stuzzicarla.
Avrei semplicemente dovuto mettere da parte l'orgoglio e accettare il rifiuto che mi aveva dato, già la prima volta che c'eravamo scontrati.
Il mio interesse per lei era tutta colpa sua.
Se lei si fosse comportata come una di quelle ragazze che mi riaccompagnavano a casa il sabato sera, io non mi sarei mai intestardito così tanto per averla.

Sospirai forte e appoggiai le mani sul davanzale della finestra.
L'aria era frizzante e il sole era particolarmente caldo, feci un bel respiro e ripensai alle parole di Tim della sera prima.

Non avevo alcuna intenzione di impegnarmi, di questo ne ero sicuro. Dopo ciò che mi era successo forse non ne avrei avuto più alcun interesse.
Lei invece, era così giovane, aveva 18 anni e probabilmente voleva quello che le ragazze della sua età volevano.
Un fidanzato.
Qualcuno che le amasse e le proteggesse.

E io come potevo aiutare e proteggere lei, se non ero capace nemmeno di badare a me stesso?

"Però ha un buon profumo, e quelle labbra..."

《Quelle cazzo di labbra!》imprecai a denti stretti, svegliando la ragazza che stava dormendo nel mio letto.

Scacciai ancora una volta quel pensiero.
Madison Bradford era intoccabile.
O per lo meno, mi sarei dovuto comportare come se lo fosse.

Perdere entrambi i genitori dev'essere stato un colpo duro da incassare, eppure lei sembrava così coraggiosa e sicura di sé.

Tim mi aveva riferito in breve la sua storia, per cercare di dissuadermi da ogni mio proposito.
E, per quanto mi costasse ammetterlo, il mio amico aveva ragione.
Quella ragazzina che mi sembrava tanto sicura di sé probabilmente soffriva molto per la sua perdita e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era di uno come me vicino.

Quando io persi mia madre ero solo un ragazzino, ma avevo sofferto comunque, anche se lei non era stata una madre particolarmente presente.
Più impegnata a fare avati-indietro dalle cliniche per disintossicarsi, piuttosto che pensare ai suoi figli.

Il cugino di Tim sarebbe stato perfetto per Madison.
Avevano la stessa età e lui voleva quello che voleva lei.

Quel pensiero mi fece innervosire, e vedere quella ragazza distesa sul mio letto non faceva altro che peggiorare la situazione.

Avrei voluto vedere lei sdraiata lì.

《Te ne devi andare.》dissi girandomi verso la ragazza dai capelli rossi che mi osservava con attenzione.
Il mio tono era gelido, esattamente come lo desideravo.

《Cosa c'è tesoro? Dai vieni qui con me, ti faccio passare ogni preoccupazione.》disse lei pichiettando con la mano sul mio materasso.

"Dio, che donna volgare che ho scelto di portarmi a casa." Pensai mentre mi avviavo verso la porta.

《Vestiti, chiamo un taxi per te e la tua amica.》dissi uscendo e andando vero la cucina.

Presi un tè e mi misi a leggere il giornale, dopo aver chiamato il taxi per le due ragazze.

Ma non riuscii a cimentarmi nella lettura come desideravo.
Non riuscivo a pensare ad altro che a quella ragazzina dai capelli biondi.

Speravo di rincontrarla.
Sapevo di non doverla più cercare, ma speravo di rivederla da qualche parte.

"Forse tornerà a central park nella zona vicino casa mia, oppure potrei passare di nuovo davanti casa sua la mattina."

Stavo impazzendo!
Avrei solo dovuto non pensare più a lei, concentrarmi su altro, sul lavoro ad esempio, e sicuramente me la sarei scordata.

《Noi andiamo Nath, quando vuoi, chiamami.》disse la rossa lasciando un pezzetto di carta vicino alla porta d'entrata.

Avevo bisogno di una bella doccia calda, dovevo liberarmi del pensiero insistente di quella ragazzina.

Dovevo solo smettere di pensare a lei.
Di pensare al suo corpo, alle sue labbra, al profumo dei suoi capelli e ai suoi baci.

"Tre baci. Solo tre, purtroppo."

Ci vediamo domani?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora