Capitolo ventesimo

340 16 1
                                    

17 ottobre

《Sei arrivata!》affermò Nicole correndo verso di me nel corridoio e buttandomi le braccia al collo per abbracciarmi.
《Dopo che non ti ho visto la prima ora, ho ripreso in considerazione l'idea che Chloe ti avesse messa nel freezer.》
Mi strinse più forte e io ricambiai il suo abbraccio, ridendo.
Poteva essere più teatrale di così?

Anche delle braccia maschili si unirono al nostro abbraccio, stringendo i miei fianchi e quelli di Nicole, riducendo la distanza tra di noi.

《Cameron!》lo sgridò Nicole cercando di divincolarsi dall'abbraccio.

《Che c'è? piacciono anche a me gli abbracci. soprattutto se sto in mezzo a due belle ragazze.》esclamò lui divertito mentre ci stringeva più forte.

《Va bene, vi ringrazio per abbraccio, davvero. Ma ora devo andare a chimica.》annunciai, mentre allontanavo le mani di Cameron dal mio fianco e sfuggendo dal suo abbraccio.

Cameron liberò dalla sua presa anche Nicole e si portò le mani incrociate dietro la testa.
《E va bene, ma se avete voglia di approfondire l'abbraccio, sapete dove abito.》disse, facendoci l'occhiolino con finto fare malizioso, prima di allontanarsi e tornare verso il suo armadietto, dove alcune ragazze lo stavano aspettando.

Mi misi a ridere, non riuscii a farne a meno, mentre Nicole gli lanciò un occhiataccia.
Adoravo le battutine sfacciate di Cameron, riuscivano sempre a farmi sorridere e in una giornata iniziata tanto male quanto quella, ne avevo davvero bisogno.

Guardai la mia camicetta pulita e cercai di ignorare i miei pensieri, tutti indirizzati verso di lui.

《Quel ragazzo diventa ogni giorno più stupido.》insinuò Nicole.

《Si, concordo con te. E non sai cosa fatto oggi. Hai presente il mio maglioncino di cotone color panna? Quello che ti piaceva? Ecco, rovinato! Ho fatto tardi per colpa sua, è tutta colpa sua e del suo stupido caffè! Si può essere tanto stupidi da mettersi dietro la portiera di una macchina con un caffè in mano? Solo lui poteva farlo.》dissi, mentre cercavo sovrapensiero il libro di chimica nel armadietto.
Quel libro era introvabile, probabilmente l'avevo lasciato a casa.

Chiusi l'armadietto, rassegnata all'idea di sentirmi le lamentele del professore sulla mia mancanza di serietà, e guardai Nicole, che stava inebetita vicino al suo armadietto.

《che c'è?》gli chiesi divertita.

《Non lo so, dimmelo tu.》il suo tono era enigmatico e non riuscivo a capire di cosa stesse parlando.
Alzai un soppraciglio pensierosa.
Cosa avevo detto che non andava?

《Di chi parlavi? Chi ti ha rovesciato il caffè addosso?》mi chiese infine lei, vedendo che da parte mia non arrivava una risposta.

Merda. Avevo parlato di lui, anche non volendo.
Si, era scontato che Nicole non si riferisse a Nathan Cooper quando aveva parlato di una persona stupida, nemmeno lo conosceva.
Ero io la vera stupida.
E va bene, dovevo solo restare calma e pensare a qualcuno a cui dare la colpa, mi serviva un capro espiatorio.

《Tu di chi mi stavi parlando?》Chiesi, cercando di cambiare discorso.

《Di lui.》mi rispose semplicemente lei seguendo con lo sguardo Cameron, impegnato a parlare con una ragazza del terzo anno.

《Si, esatto! Anche io mi riferivo a lui.》mentii, distogliendo il mio sguardo dal suo. Ero sempre stata una pessima bugiarda, fin da bambina era sempre stato semplice capire se mentivo o se invece dicevo il vero, ma in questo momento speravo davvero che Nicole mi credesse.

Ci vediamo domani?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora