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Giorno della mietitura per i 73° Hunger Games...
Clove era determinata,pronta per affrontare i giochi di quell'anno.Si sarebbe offerta come volontaria,sarebbe andata andata in quell'arena ad uccidere,per poi tornare a casa,nel Distretto 2,ricoperta di gloria ed onori e in più una nuova casa nel Villaggio dei Vincitori per lei e la sua famiglia.
Famiglia...
Clove non aveva una vera e propria famiglia,i suoi genitori avevano divorziato qualche anno prima ma suo padre continuava a mantenere lei,la madre e suo fratello grazie al suo lavoro che gli faceva guardagnare un mucchio di denaro.Sua madre non si era mai davvero occupata dei suoi figli,preferiva passare le sue giornate a stuzzicare i pacificatori fino a farli andare a letto con lei,Clove e suo fratello Andrew erano stati cresciuti da una balia che non era stata in grado di insegnare il modo di comportarsi o le buone maniere proprio per questo i due ragazzi erano quello che erano:aggressivi,rancorosi e sadici.

Quella mattina Clove si sveglió di buon'ora e decise di fare un salto al centro d'addestramento per allenarsi ancora un po' con i coltelli,che erano la sua arma preferita e la sua specialitá,prima della mietitura.Quando entrò,il centro sembrava deserto a parte per una figura che faceva a pezzi un manichino con una spada.
«Che ci fai qui?»grugnì la ragazza.
«Potrei farti la stessa domanda,Clove Kentwell.»fece il ragazzo.
Quel ragazzo,non era un ragazzo qualunque era un amico,no.Un conoscente di Clove,si odiavano ma cercavano in tutti i modi di non farsi a pezzi.
Cato Undersee,era questo il nome del ragazzo.
Per Clove era l'essere più bello che avesse mai visto:arrogante come lei,brutale come lei.
Aveva un aspetto che pareva scolpito direttamente da mani divine:capelli biondi,occhi di un azzurro penetrante e un fisico scolpito,nonostante quello che Clove pensasse sull'aspetto del ragazzo,entrambi si odiavano senza un vero e proprio motivo.
«Sei qui per allenarti?»
«No,ero di passaggio e volevo salutarti con un bel coltello piantato nel petto»ironizzò lei.
«Non essere ridicola,Kentwell.Sai che potrei ucciderti usando una sola mano.»
«Giochiamo a fare i duri eh,Undersee?»
La ragazza aveva giá infilato la mano nella tasca dei suoi pantaloni,sfiorando con la punta dell'indice il manico intagliato del suo coltello.
«Vogliamo giocare?Allora facciamolo.»disse Cato «ma poi non piangere se ti farai male.»
«Io non piango mai.»disse a denti stretti Clove.
«Coltello contro mani nude?Sembra un po' scorretto.»
«Come lo sai?»ringhiò lei.
«So più di quanto tu creda,mia cara Clove.»
«Non provocarmi,sai di cosa sono capace!»
«In realtá no,dammi una dimostrazione.»
Il ragazzo si avvicinava a Clove sempre di più,fino a trovarsela a pochi centimetri da lui.
«Allora?»chiese Cato.
«Non vorresti vederlo davvero e comunque avrei detto di no.»disse dura,continuando a sostenere lo sguardo del ragazzo.
«Invece vorrei.»disse avvicindandosi di più.
«Ho detto di no.»disse Clove scansandosi.Si diresse verso alla postazione dei coltelli e scelse le modalitá di disposizione dei manichini,quando ebbe deciso prese alcuni coltelli dalla lama liscia e cominció ad allenarsi mentre dall'altro capo della stanza Cato la guardava con le braccia incrociate sul petto e un sorriso compiaciuto.Clove lo intravide mentre compieva uno dei suoi soliti movimenti e decise di tiragli un coltello contro.
Il ragazzo li evitó per un soffio ed era evidentemente imbufalito per il tentativo,fallito,di Clove di ucciderlo o ferirlo.
Il coltello si era conficcato perfettamente tra due pannelli del muro e dopo averlo recuperato,Cato si avvicinó minacciosamete a Clove,brandendo il coltello nella mano destra mentre con la sinistra teneva immobile Clove per una spalla.
«Clove Kentwell,ti pentirai amaramente di ciò che hai fatto.»
Le puntò il coltello alla gola,provocandole un lieve pizzicorio.
Per un momento Clove credette di essere spacciata,poi si ricordó del coltello che aveva in tasca,lo prese lentamente e poi con uno scatto glielo puntò alla gola.
«Coltello contro mani nude?Sembra un po' scorretto.»disse ripetendo le stesse parole che il ragazzo le aveva detto poco prima.
«Astuta,Kentwell.Mostrami ciò di cui sei capace.»
«Io ti uccido.»disse a denti stretti Clove.
«Chi è che vorresti uccidere?»
Clove si immobilizzó.Quella voce.Era Ava,la loro allenatrice.
«Dovreste essere a casa a riposare e invece siete qui a comportarvi come due bambini che litigano per chissá quale sciocchezza.ANDATEVENE
I due si lanciarono uno sguardo di sfida come per dire 'ce la vedremo nell'arena quando saremo rimasti solo noi' e poi si congedarono.
«Ricordati che te ne pentirai,Clove.»

Le due del pomeriggio arrivarono subito,Clove finì di sistemarsi la coda di cavallo e poi andó a guardarsi allo specchio che si trovava all'ingresso.Odiava indossare i vestiti ma quello era un evento speciale e per quanto li odiasse,dovette costringersi ad indossarlo.Il suo vestito per la mietitura era color crema senza spalline,corto fino alle ginocchia,con un fiocco nero che le cingeva la vita e delle semplici ballerine nere.Uscì di casa e si diresse verso la piazza dove alcuni pacificatori le prelevarono un po' di sangue,poi andó a posizionarsi assieme alle ragazze della sua etá aspettando che la piazza si riempisse.

Dopo che tutti gli abitanti del distretto furono riuniti in piazza,il sindaco e la donna mandata direttamente da Capitol City,Lydia Stonger,presero posto sul palco e fecero partire il solito video sulla ribellione eccetera eccetera.Al momento del sorteggio del tributo femmina,una voce urlò «Mi offro volonataria come tributo.»
Era la voce di una ragazza di nome Vivienne,Clove le aveva parlato qualche volta al centro d'addestramento ed era sicura al cento per cento che la voce fosse la sua,infatti la vide farsi avanti e passare vicino a Clove salutandola con un sorriso che lei non ricambió perchè le aveva soffiato il posto ma aveva intenzione di andarla a salutare perchè era stata la prima persona con la quale aveva avuto una conversazione piacevole.
La ragazza salì sul palco sorridente mentre aggiustava una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.
«Bene,bene cara.Puoi dirci come ti chiami?»trilló la capitolina.
«Sono Vivienne Haidwood.»rispose la bionda.
«Bene,ecco il tributo femmina del distretto 2.»
Applausi e fischi si levarono dal pubblico,Vivienne era raggiante.
«Ed ora il tributo maschio!»
Clove pregó con tutto il cuore che suo fratello non si offrisse come volontario.
«Cato Undersee.»
A quel nome Clove tiró un sospiro di sollievo ma un'altra voce si levó dal pubblico.
«Mi offro volontario!»
Questa volta Clove non potè sbagliarsi,quella era la voce di suo fratello.
«Oh bene,un altro volontario.Sali sul palco caro e dicci come ti chiami.»
«Mi chiamo Andrew Kentwell.»
«Bene,ora stringetevi la mano.»
I due si strinsero la mano e poi vennero portati all'interno del palazzo di giustizia per i saluti.
Clove andó prima da suo fratello.

«Come diavolo hai potuto offrirti come volontario al posto di quell'idiota?»
«Clove,smettila.Mi sono allenato duramete e sono sicuro di poter vincere,poi Cato è un mio amico.»
«Amico?Ma se non vi siete mai parlati e poi non ce n'era bisogno,Cato è un bestione avrebbe sicuramente vinto,non dovevi preoccuparti così per lui.»
«É mio amico,Clove.Io faccio quello che voglio e se tu non sei daccordo con me,potevi benissimo non presentarti quì a salutarmi.»
«Io ci tengo a te!Voglio solo che tu non faccia sciocchezze.»
«Non sto facendo sciocchezze,ci ho riflettuto a lungo,poi ti ho sentito dire che tu volevi offrirti volontaria.Non avresti fatto anche tu una sciocchezza?»
Clove rimase senza parole,era vero anche lei avrebbe fatto una sciocchezza,aveva solo quindici anni e non era abbastanza pronta.
«Scusa Andrew,era la rabbia del momento.Cerca di vincere fratello.»e detto questo i due si abbracciarono.Il tempo per Clove era finito e quando uscì vide fuori Cato che aspettava di entrare,si scambiarono uno sguardo e poi Clove andó a salutare Vivienne.
«Cosa ci fai qui,Clove?»disse sorpresa la ragazza.
«Sono venuta a salutarti.»
«Grazie,mi fa piacere che sia venuto qualcuno.»
«Mi sembrava giusto salutarti,sei stata l'unica persona con cui ho avuto una conversazione piacevole.»
«Hai salutato tuo fratello?»
«Sì,abbiamo litigato e fatto pace subito.»ammise Clove.
«Vi ho sempre invidiati,dico te e tuo fratello,vi ho visti qualche volta andarvene in giro per la piazza mentre ridevate.Mio fratello non è stato mai così con me,si è offerto volontario per gli Hunger Games e si è lasciato morire.»
Entró un pacificatore per avvertire Clove che il suo tempo era scaduto,un ultimo abbraccio e poi la ragazza bruna dovette andarsene.Fuori incontró di nuovo Cato che stava uscendo.
«Che ti ha detto?»chiese Clove fredda.
«Niente che possa interessarti.»
«Ho diritto di saperlo,è mio fratello.»
«Mi ha detto di non dirti niente.»
«Devi dirmelo.»
«NO,non infrango le promesse fatte agli amici.»
«Voi due non siete amici.»
«Che vuoi saperne tu,eh?Sei sempre al centro di addestramento o a quel dannato parco ad esercitarti con i tuoi stupidi coltelli,la vita non ruota intorno a questo,non ci sono solo gli Hunger Games o l'allenamento.Ogni tanto ricordati di vivere.»detto questo se ne andò lasciando Clove a pensare:era davvero così presa dagli allenamenti come diceva Cato?Sì lo era e quello che aveva detto non poteva essere più vero.
Pensó di dovergli delle scuse,quindi forse sarebbe passata da lui.Arrivó a casa e si tolse subito quel vestito e lo gettò sulla poltrona,poi andó a cambiarsi,scelse dei comodi pantaloni neri,una maglietta a maniche corte bordeaux e degli scarponi da caccia ai piedi,sistemò i capelli in una coda e mentre si avvicinava alla porta qualcuno bussó.
Aprì la porta e Cato era lì.
«Cosa ci fai quì?»
«Volevi sapere cosa mi ha detto tuo fratello?Bè,sono venuto a dirtelo.»
Clove esitò,si chiese se voleva saperlo davvero ma poi si convinse:voleva saperlo.
«Sì,voglio saperlo.»

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