Capitolo 5

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Lo sguardo di Gioia non riesce a staccarsi da quello dello sconosciuto e viceversa. Restano a fissarsi reciprocamente fino a quando un gruppo di ragazzi che stava entrando nel locale chiede permesso all'uomo, che si era impalato in mezzo all'ingresso bloccando il passaggio. Così, lui, scusandosi, si sposta e il suo sguardo si allontana dalla ragazza, la quale continua a raccogliere bicchieri e a porli nel vassoio come se non fosse successo nulla. Intanto l'uomo, brizzolato e ben vestito, si sta intrattenendo con Daniel, sembrano molto divertiti. Magari si conoscono. Gioia arriva al bancone, per sciacquare i bicchieri prima di metterli nella lavastoviglie. Daniel coglie l'occasione per presentarla a quell'individuo misterioso. "Lui è Mister Copson, il padrone della catena a cui appartiene questo locale. Lei è Gioia, è stata assunta da poco", i due si stringono la mano, sorridendo. Accidenti, Mister Copson ha davvero un bel sorriso, che lascia ancora più stupita la ragazza, ora nel bel mezzo dell'imbarazzo. "Ah, sei quella di cui Daniel mi ha parlato, davvero interessante il tuo curriculum. Complimenti" dice Copson. Gioia, timidamente sussurra: "Grazie, signore". "Puoi chiamarmi John, anzi devi". Gioia sorride nuovamente e si dirige verso i tavoli per prendere degli ordini. Copson non le toglie gli occhi da dosso, la ragazza si sente osservata, ma questo non ostacola il suo modo di lavorare. Il padrone non lascia il locale, passa tutta la serata al bancone sorseggiando qualche birra, parlando con Daniel, guardando quella nuova cameriera, dalla testa ai piedi. Daniel se ne accorge, ma non vuole essere indiscreto, quindi si limita a domandare: "Bella la nuova dipendente, eh?" "Sì, tanto bella. Quanti anni ha?" replica John. "Diciannove" risponde il ragazzo dagli occhi blu. "Mi piace il modo in cui si muove, in cui lavora, ottima scelta. Non mi pento di averti nominato direttore". Daniel sprizza allegria da tutti i pori, quasi fino a lacrimare.
Le lancette segnano le due: Gioia ha finito il turno, e sta appendendo il grembiule al rispettivo appendino. Sta per uscire quando sente una mano calda sulla spalla. Si volta, è John. "Non è pericoloso circolare di notte in una città così grande per una ragazza giovane e bella come te?" chiede l'uomo guardandola e procurandole rossore sul visino chiaro. "Può darsi, ma non ho paura. Soltanto venticinque minuti di autobus mi separano da dove vivo". "Ci sono tanti malintenzionati in giro, dovresti essere più prudente. Vuoi che ti dia un passaggio?" domanda Mr Copson. "No, grazie" risponde con tono secco Gioia. Questa volta è l'uomo a essere imbarazzato. "Va bene, a presto allora. Mi ha fatto piacere conoscerti" sorride il padrone. "È stato un piacere anche per me" dice Gioia dolcemente mentre esce dal locale.
Arrivata a casa, si getta nel letto. Ma poco dopo si alza, si affaccia dalla finestra a osservare quel panorama notturno meraviglioso. Tutto ciò che vede le riporta alla mente una sola cosa, o meglio, una sola persona: John Copson. Cos'ha quell'uomo cinquantenne che la colpisce così tanto?
Prima di addormentarsi, scrive sul suo diario. Gli occhi si socchiudono dal sonno e la sua scrittura non è precisa come al solito.
Alle dieci del mattino Gioia si sveglia e capisce di essere sola in casa. Nota sul tavolo un biglietto di Andrea e Anna che comunica che sono usciti per fare la spesa. La ragazza ne approfitta e collega le casse per ascoltare della buona musica. Opta per la riproduzione casuale, come al solito, non è in grado di scegliere una canzone. Apre l'acqua della doccia e nel mentre parte "By The Way" dei Red Hot Chili Peppers. "Standing in line to see the show tonight and there's a light on, heavy glow.." una scarica di acqua fredda scende bruscamente sul corpo di Gioia, mentre canta a squarciagola. Ma a lei non importa, il suo buon umore oggi è alle stelle. E John Copson è nella sua mente. All'inizio lo pensa senza vergogna, ma poi viene improvvisamente assalita dai dubbi: "E se è sposato? Se ha figli? Se è troppo grande? Se è un maniaco?" Le sue perplessità sono interrotte dalla voce di Andrea che chiede aiuto con la spesa e che aggiunge: "Cugina mia, la tua musica si sente fin dalla strada" come per rimproverarla. "Ma sì, lasciala stare. Non facciamo i vecchi adesso!" replica Anna che si mette a danzare sulle note di un'altra canzone rock.
Cucinano insieme il pranzo e mangiano. Dopo aver aiutato a sparecchiare Gioia si prepara per uscire. Indossa una canotta ampia bianca, un pantaloncino di jeans e delle zeppe estive chiare abbastanza alte. Si vede attraente, si piace, ammira le sue gambe. Avvisa che sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio per visitare più profondamente la città e che poi sarebbe andata direttamente al lavoro, senza ritornare a casa. Forse ha solo bisogno di riordinare le idee.. o forse ha bisogno di incontrare gli occhi blu di John negli occhi degli altri.
Le otto di sera non tardano ad arrivare. Gioia sta indossando "la divisa" quando Daniel, scherzosamente, le dice: "Hai fatto colpo sul capo!" "I-io?" balbetta la ragazza mentre si allaccia il grembiule. "Ma tanto non t'interessa.. vero?" chiede il giovanotto con tono da finto tonto. "No, no. Figurati" lo rassicura la bella biondina. "Tanto non so quando lo rivedrai, di solito non si trattiene tanto nella stessa città.." queste parole provocano una rabbia pungente dentro il cuore di Gioia, che però si mostra indifferente.
Verso le nove e qualche minuto, Daniel scorge una sagoma addentrarsi nel locale. È ancora John. Subito corre da Gioia e la informa: "È arrivato Copson, te l'ho detto che è rimasto affascinato da te!" "Ma sicuramente non è qui per me.." Daniel la interrompe: "Da quando lavoro qui, non è mai venuto due giorni di seguito, e io lavoro qui da cinque anni". "Senti, basta" si allontana Gioia. Il direttore si sente chiamato da John. "Che ci fa qui, signore?" chiede impacciato il ragazzo. "Devo ancora ripeterti che non voglio essere chiamato signore? Da quanti anni te lo dico?" Egli si corregge: "Che ci fa qui, John?" "Ho deciso di trattenermi a Londra per più tempo, mi manca la mia città natale". Daniel stenta a crederci, ma annuisce.
Dopo qualche minuto, di scatto, John si alza e si incammina a passo veloce verso Gioia, che oggi non ricambia i suoi sguardi per chissà quale assurdo motivo. Non si preoccupa degli occhi della gente curiosa che lo osservano. Senza dire nessuna parola, la afferra per il braccio, che sta reggendo un vassoio. Gioia percepisce il calore della mano, si gira e non rimane affatto stupita da chi ha compiuto il gesto, ma dal gesto stesso. "Ma cosa fa? Come si permette?" mantenendo il silenzio, la spinge nella saletta riservata al personale, che casualmente si trovava davanti a loro. Una volta dentro, la chiude a chiave. Gioia inizia a spaventarsi. "Senti..", l'uomo inizia a parlare "da quando ti ho vista, ieri sera, non ho smesso di pensarti un secondo. Non ho nemmeno dormito, ho annullato i viaggi dei prossimi giorni solo perché voglio starti vicino. Giuro, non mi capita dai tempi in cui ho conosciuto mia moglie". Gioia, arrabbiata e contenta nello stesso momento, urla irritata: "Allora torna da tua moglie!" e cerca di aprire la porta. "Sono divorziato da dieci anni!" La ragazza si sente un tantino sollevata, almeno non si è presa una cotta per un uomo sposato. Ma non sa ancora se sia solo una semplice cotta adolescenziale o vero amore. Il silenzio sovrasta per qualche istante l'ambiente. "Scusa se ti ho messa in imbarazzo, ne riparliamo più tardi. Ti riporterò io a casa". Un misero "Ma.." esce fuori dalla bocca rosea di Gioia, ma un dito di Copson poggiato sulle labbra le impedisce di continuare. Dopo di che, l'uomo esce. Ciò l'ha eccitata particolarmente, ora sente il desiderio di far suo quell'uomo. Aspetta qualche minuto prima di uscire dalla stanzetta, per non dare troppo nell'occhio, ma Daniel l'aspetta sulla porta. Lei, molto velocemente, gli confessa solamente che stasera andrà a casa con John e gli fa notare che il colore delle sue iridi è quasi identico a quello del capo. Il ragazzo ridacchia e le augura buona fortuna; aggiunge anche che Copson è un brav'uomo, che ci si può fidare. John è uscito dal locale, informando il direttore che tornerà dopo e gridandogli: "Avrai un aumento, ragazzone! Stai svolgendo bene il tuo incarico!" Daniel, radioso, lo ringrazia a gran voce più di una volta e le sue labbra sorridono insieme ai suoi occhi blu lucenti.
Il turno di Gioia finisce, senza un secondo di ritardo, il signor Copson si presenta nel locale. Lo stupore di Gioia viene espresso dal suo volto. "Che c'è? Credevi che me ne fossi dimenticato?", ella scuote la testa. Daniel li osserva scomparire oltre i tavoli e il buio.
John apre gentilmente la portiera della sua Jaguar rossa, invitando Gioia a salire. La ragazza, titubante entra nella macchina senza emettere un verso. È persa nella sua timidezza, è evidente. Immediatamente si ritrova vicino l'uomo, che mette in moto l'auto. Fa tante domande alla sua accompagnatrice, che risponde sinceramente e con insolita spontaneità. A un certo punto si blocca e grida: "Le ho detto che casa mia è dall'altra parte!" "Infatti non ho nessuna intenzione di portarti a casa tua, e non darmi del lei, mi fai sentire vecchio!" "Ma perché sei vecchio! Fammi scendere!" ordina la ragazza isterica. "Ti piacerà il luogo verso il quale ti sto conducendo" dice gradevolmente John, accarezzandole la guancia. Gioia si calma; alzare la voce non le piace, non le appartiene. Solamente qualche minuto dopo, la macchina svolta in una strada scarsamente illuminata. La paura inizia a farsi viva. Gioia sente una mano toccare la sua coscia sinistra nuda. Ha riconosciuto, ancora una volta, il calore di quella mano.

Lacrime di Gioia (momentaneamente sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora