Capitolo 10

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John e Jonah pensano che Gioia abbia preso un autobus e sia tornata a casa. Appena arrivati, chiedono ai domestici, i quali rispondono che la signorina non si era presentata.
"Allora so io dov'è!" esclama John e sale nuovamente in macchina, senza coinvolgere il figlio che ne rimane irritato.
I dipendenti di casa Copson sentono la tensione e iniziano a spettegolare mentre preparano la cena. Tutti sostengono che Jonah si sia infatuato della bella Gioia e anche lei di lui.
"Sicuramenre Mr Copson se n'è accorto e non vuole ammetterlo" ridacchia maliziosamente Katy, la domestica più anziana della casa.
Intanto John è arrivato nel suo locale, quello in cui lavora Gioia. E, come sospettava, la ragazza è lì, seduta a un tavolino a parlare con Daniel. Nessuno dei due vede l'uomo che si avvicina.
"Trovata" emette John con tono sarcastico.
Gioia alza la testa e lo guarda, mortificata: "Scusa, amore.. io".
L'uomo la tranquilizza, dicendole di non preoccuparsi e la invita a tornare a casa. La compagna lo segue, dopo aver salutato Daniel, al quale aveva raccontato ciò precedentemente successo.
Non sa nemmeno lei se ha voglia di ritornare in quella villa così poco adatta a lei, non riesce a capire se desidera rivedere Jonah, non vuole ammettere a che si sta disorientando; prima di adesso ha sempre avuto le idee chiare, rispettato i suoi piani. Ora è stata catturata dall'incertezza, dalla confusione, e odia questa sensazione così strana, alla quale non è stata abituata, ciò la rende più insicura.
In macchina non si è parlato molto, c'è qualcosa che stona nell'aria.
Gioia sale in camera sua e vede la busta con dentro il vestito sul letto. Sorride, ma si sente assalita dalla colpa, si considera cattiva. Quegli uomini stanno facendo così tanto per lei..
Decide di bussare alla porta di Jonah, il quale la fa entrare. Come al solito, è senza maglietta; i suoi muscoli sprizzano e saltano immediatamente agli occhi, sembra sempre che abbia caldo.
"Tu non hai mai freddo?" domanda infatti Gioia.
"No" risponde secco Jonah.
"Mi sembra strano, anche perché vivi in Canada che non è un paese molto caldo".
Il ragazzo non risponde, sorride e basta.
"Comunque scusa.. e grazie" dice la bionda.
"Di nulla" replica il giovane.
"Sei gentile, sai, inizialmente mi avevi dato l'impressione di essere arrogante e presuntuoso".
"Invece per me, vale l'opposto. Al principio sembravi dolce e gradevole, poi ti sei rivelata essere acida e antipatica".
"Non sono così" commenta Gioia, "Spero di potertelo dimostrare".
"Posso farti una domanda?" chiede Jonah.
La ragazza annuisce.
"Sono io a innervosirti, a metterti a disagio?" e intanto si accosta a Gioia, sfiorandole il braccio con due dita.
Lei lo scansa subito e lui commenta: "Lo prendo come un sì".
La bionda si avvia verso l'uscita e lo saluta: "Ci vediamo a cena".
"Mi piaci!" sente dire a gran voce quando la porta sta per essere chiusa totalmente.
Gioia rientra un attimo dentro, ma poi esce, senza replicare. Le parole non sono uscite fuori dalla sua bocca, forse perché il cervello non le aveva create. Non comprende nemmeno lei il motivo per cui è rientrata nella camera di Jonah.

DIARIO DI GIOIA
Maledetto Jonah, maledetto ragazzo! Sì, ha detto che gli piaccio, ma già i suoi sguardi lo comunicavano. È attraente e comunque anche di buon cuore, sebbene a volte non sembri. Non nascondo che mi intriga, che vorrei conoscerlo a fondo e abitare nel suo mondo, ma non voglio innamorarmi o cadere nella sua bellezza. E John? Lui mi ama e ferirlo non è assolutamente tra le mie intenzioni, anch'io credevo di amarlo follemente fino a qualche giorno fa, ma poi è arrivato Jonah e ha rovinato tutto. Ha soffiato sul mio castello di carte, e l'ha buttato giù. Il re, John, è rimasto illeso, forse. Non lo so, dipende se se ne sia accorto o meno. Io, la donna, ho pagato le conseguenze del fascino del principe.


Sai cos'ho notato, diario? Jonah assomiglia a Daniel. Hanno gli stessi occhi e il medesimo colore di capelli, il fisico quasi uguale. Daniel è più alto e dà l'impressione di essere più simpatico. Solo che per lui provo un grande affetto e lo considero un amico, un amico vero. Uno di quegli amici che ride, piange, si diverte, si sfoga e si confida con me. Un amico che non ho mai avuto. Per Jonah, invece, cosa provo?


Indosso già il vestito rosa pesca che mi ha regalato Jonah oggi, l'ho abbinato a un paio di scarpe con il tacco vertiginoso prese dall'armadio di Jacqueline. Ho raccolto i capelli in uno chignon, lasciando due ciocche laterali a penzolare su entrambi lati del mio viso, sul quale ho applicato un trucco leggero. Sento gli uomini che stanno riempiendo la mia vita negli ultimi giorni chiacchierare e scendere le scale. Manca un minuto alle otto, devo andare.


Una dea si sta facendo strada tra le scale, le scende delicatamente, sarà perché ha paura di non riuscire a reggersi su quei tacchi altissimi. Due uomini, seduti già al tavolo, la stanno ammirando con occhi lucenti, bocca quasi spalancata e qualche accenno di sudore. Gioia si sente imbarazzata e persa. Come mai, quella sensazione che in diciannove anni di vita non aveva mai provato, ora si sta facendo viva sempre più spesso? Si sente realmente divina, i due Copson avevano il potere di farla sentire tale. Si siede al tavolo, nella sedia riservata a lei, vicina a John e di fronte a Jonah. I tre dialogano, si scambiano pareri e opinioni, ridono e gustano la cena.
Al momento del dolce, Jonah comincia a colpire con i suoi piedi quelli di Gioia sotto al tavolo, senza farsi scoprire dal padre. Gioia ha fatto finta di niente, continuando a parlare con John di quanto fosse buono quel tiramisù, ma dopo cinque o sei calcetti, perde la pazienza e risponde tirandone uno forte, colpendo Jonah con il tacco. La violenza con la quale aveva calciato, ha scatenato rumore e una reazione quasi femminile del ragazzo. John chiede cosa stia succedendo e Gioia, ridendo, si giustifica affermando che un insetto aveva pizzicato la sua gamba e, per istinto, l'aveva agitata.
Poi si alza per andare in cucina per prendere altro dolce, in realtà voleva solo allontanarsi da Jonah. Quando i domestici la vedono, infatti, le fanno presente che sono lì per servirla e che quindi glielo porteranno loro ma la ragazza ringrazia e decide di fare da sola. Mentre si taglia una piccola porzione arriva Jonah che, facendo finta anch'egli di prendere altro tiramisù, le dice all'orecchio: "Questa me la paghi!"
La ragazza ridacchia.
I domestici hanno osservato tutto, ma non hanno sentito cosa il padroncino abbia detto, per cui, appena i due giovani escono dalla cucina, iniziano a parlarne e a ipotizzare.
La cena si conclude in armonia, ogni cosa sembra aver trovato il proprio equilibrio.
Anche questa sera, Gioia decide di dormire da sola.

Nel cuore della notte, quando l'intera villa è immersa nel sonno, un'ombra si addentra nella camera di Gioia. Lei sente qualcosa, ma pensa di star sognando, quindi non apre gli occhi. Una mano, le accarezza la spalla scoperta. È calda, ma non è la mano di John. Quella trasmette protezione, sicurezza, mentre questa che sta scivolando sulla pelle della giovane emana paura, tensione, prepotenza. Passa qualche istante, Gioia percepisce qualcosa sul suo corpo, si sveglia improvvisamente, si alza di scatto dal letto e vede un'immagine scura seduta al bordo del letto, accanto a lei. Urla, la figura le tappa la bocca.

Lacrime di Gioia (momentaneamente sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora