Capitolo 11

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Nessun suono può uscire dalla bocca di Gioia, chiusa violentemente da una mano. Nonostante questo, la ragazza continua a dimenarsi.
La figura che si è presa gioco di lei, nel cuore della notte, è Jonah.
"Se stai zitta, ti libero".
Gioia annuisce.
Entrambi mantengono ciò che hanno detto.
"Vuoi sapere che ci faccio qui, suppongo" chiede il ragazzo.
"Sì!" risponde infastidita lei.
"Non posso far a meno di te, tutto qua" e la stringe.
Lei lo respinge ed esclama: "Tu sei un pazzo! Esci dalla mia camera!"
"Tesoro, non è camera tua!" sorride maliziosamente Jonah, mentre inizia a baciarle le spalle con passione, lasciandole tracce di saliva.
"Allontanati da me o mi metterò a urlare!"
"D'accordo, presto ti renderai conto che nemmeno tu potrai far a meno di me" conferma Jonah.
"In questo momento ti sto odiando, sappilo" commenta la ragazza.
"So che mi amerai" aggiunge lui, cercando ancora una volta di avvicinarsi a lei per baciarla.
"Ora, basta, ti prego, vattene!" alza la voce Gioia.
Jonah, finalmente si alza dal letto e si avvia verso la porta, ma prima di uscire, dice alla ragazza: "Buonanotte" e sorride.
Ha sorriso in modo diverso, sincero, onesto. Non come prima, che suscitava solo odio e disprezzo. Ora, anche il suo sorriso comunicava amore e protezione come quello di suo padre.
"Buonanotte" replica Gioia, sorridendo anche lei con una certa spontaneità.
Qualcuno questa notte non dormirà. Jonah e Gioia passeranno le prossime ore a pensarsi, a girarsi e rigirarsi nei rispettivi letti, a chiudere gli occhi e vedere reciprocamente i loro volti.

Gioia stava confidando tutto al suo diario, che man mano si riempie, quando sente bussare alla porta della sua stanza. Invita a entrare, è John. Chiude la porta alle sue spalle e si siede accanto alla sua donna che subito chiude l'agenda contenente le sue confessioni. Egli la bacia, sembra di buonuomore, e contagia anche lei che ricambia disinvolta i baci calorosi dell'uomo, che inizia a toccare il corpo di Gioia che oggi sembra disponibile a lasciarsi andare. Forse, farsi amare da John, sarebbe servito a sotterrare i sentimenti non ancora nitidi nei confronti di Jonah. Sono solo le sette di mattina, i due fanno l'amore fino a qualche ora più tardi. Gioia si sente davvero al sicuro quando quell'uomo è vicino a lei e la ama.
Scendono e Jonah è in cucina a parlare con le domestiche pettegole, mentre addenta qualche biscotto. Saluta il padre e Gioia, rivolgendo uno sguardo gelido a quest'ultima. Gioia pensa tra sé che quel ragazzo è davvero strano: può trasmetterti amore attraverso un sorriso e congelarti con uno sguardo qualche ora dopo. "Figliolo" dice il padre "Non pensavo fossi già sveglio". "Certo" ribatte Jonah "Eri troppo impegnato a scoparti una ragazzina!". Tutti, nella sala, rimangono pietrificati. L'espressione facciale del ragazzo, invece, emana disgusto, ed esce di casa, sbattendo la porta furiosamente.
"Che gli prende?" domanda John mortificato, mentre si siede. Gioia chiede alle domestiche di lasciarla sola con il signor Copson. Prende una sedia e si pone davanti a lui e gli confessa che Jonah è innamorato di lei. "Sono uno stupido" reagisce John "Come potevo pensare che lui non potesse innamorarsi di te? Sei molto più adatta a lui che a me, siete giovani, insomma..". "Ti prego, John" lo consola Gioia. "Ascolta" continua l'uomo "tu pensa solo a te stessa e all'università, che è il vero motivo per cui sei venuta qui a Londra. Non badare a noi, che ti stiamo solo incasinando la vita". "Hai ragione" ammette la ragazza "Ma ci sarò sempre per te" e gli dona un bacio sulla guancia.
Nel pomeriggio, Gioia si reca in centro e poi passa dal cugino Andrea e sua moglie Anna per salutarli e informarsi sulla gravidanza che tra qualche mese raggiungerà il termine. Entrambi sono a casa e sono lieti di vedere Gioia che sembra abbattuta, ma la ragazza ripete che è solo ansia per l'università, che le cose con John stanno andando a gonfie vele. Come avrebbe potuto dire che aveva fallito? Non voleva ammettere di avere sbagliato ad addentrarsi a casa di un mezzo sconosciuto, infilarsi nel suo letto e poi provare attrazione per il figlio. Guarda nel vuoto mentre pensa di essere un disastro, mentre gli altri parlano invano. "Non vedi che è distratta?" domanda Anna al marito che continua a parlare a Gioia, che non lo sta minimamente ascoltando. Ma Andrea è così, si perde nei suoi stessi discorsi e non nota cosa succede attorno. "Scusatemi, ho un po' di mal di testa e stasera devo andare a lavoro, sarà meglio che venga un'altra volta", si alza prima che i due coniugi potessero commentare e se ne va dopo averli salutati.
A casa Copson è ritornato Jonah, non più arrabbiato ma, al contrario, triste e con aria sconsolata. Subito si reca dal padre che sta lavorando al pc e gli chiede scusa. "È colpa mia, figliolo, hai ragione" afferma John. "Ho esagerato questa volta, ma sappi che io amo Gioia e penso che anche lei ami me.." "Io non ne sarei tanto sicuro" ribatte il figlio. "Non vedi come mi guarda? È ambigua quella ragazza". "Se vi amate, io non mi metterò in mezzo" assicura il padre "Come dicevo qualche ora fa, lei è più adatta a te. E se poi tu mi confermi che anche lei prova qualcosa per te, perché ostacolarti? Sei mio figlio, ti voglio bene e per te farei questo e altro. In fondo, siete due bravi ragazzi e vi auguro tanta felicità". Ciò fa sciogliere il cuore di Jonah che conservava ancora qualche stalattite di ghiaccio che sembrava permanente. "Sei veramente il miglior padre del mondo, anche se a volte ho faticato a crederci". "Perché?" chiede John. "Quando ci hai fatto andare in Canada con la mamma, quando pensavi più agli affari che a noi, quando stavi con altre donne.. io non capivo che in realtà amavi comunque sia me che Jacqueline". "Non ho mai smesso di amarvi, né te né tua sorella, credimi". "Ti credo, papà, e ti voglio bene anch'io". All'uomo scendono delle lacrime e ride: "Serviva Gioia per questo?". Il figlio, che ha avuto la stessa reazione, risponde: "Sì. Sarà ambigua quella bella biondina ma è davvero speciale. Non è come tutte le altre donne che hai avuto dopo mamma.." "Non le ho mai amate, infatti" aggiunge John convinto.
Gioia, invece, trascorre il pomeriggio passeggiando per Londra e poi si dà appuntamento con Daniel, al quale confida tutto. "Sei il fratello maggiore che non ho mai avuto" gli dice Gioia. "E tu la sorella minore che non ho mai avuto" sorride il ragazzo. "Come sta tua nonna?" domanda la ragazza. "Come al solito, povera donna". Dopo aver parlato ancora un po', vanno al locale per iniziare a lavorare. Al mattino e al pomeriggio, quel posto, è custodito da un altro ragazzo, Michael che è il secondo direttore, meno importante di Daniel.
Sono le 11:54, questa sera Gioia sta lavorando più del solito essendoci più gente. Si ferma qualche secondo per scambiare due chiacchiere con Daniel e vede Jonah entrare nel locale. Immediatamente lo dice a O'Connor, che non aveva mai visto il figlio di Copson. "È una persecuzione!" esclama Daniel ridendo. "Quasi quasi mi nascondo" propone Gioia, infastidita dalla presenza di quel ragazzo, ma nel frattempo affascinata. Si avvicina al bancone e si presenta al direttore: "Tu devi essere Daniel, giusto? Io sono il figlio di John, mi chiamo Jonah" intanto Gioia ha ripreso a lavorare. I due ragazzi si scambiano qualche parola e poi Jonah corre dalla ragazza che sta prendendo degli ordini. "Hei, Gioia, ti devo parlare!" le dice. "Non vedi che sto lavorando?" "Certo, ti aspetto, fai con calma" e si siede al bancone, di fronte a Daniel, proprio come suo padre. "Hai tanta fretta di parlare con Gioia?" domanda Daniel incuriosito. "Sì, è importante". Appena ha una manciata di secondi di tregua, Gioia va da Jonah per sentire cos'egli deve dirle. Il ragazzo, sorridente come il sole in una giornata estiva, si stava specchiando negli occhi di quella giovane donna, profondi come il mare, che erano in cerca di risposte. Presto le confessa tutto: "Mio padre ha detto che possiamo stare insieme. Ti rendi conto?" ma l'entusiasmo di Jonah dura poco, fino a quando Gioia pronuncia: "Ma io non ti amo!". Il povero rimane senza parole e tutta la sua voglia di sorridere si perde nell'aria, sotto gli occhi di Daniel che sta trattenendo una risatina. Di scatto, si alza e se ne va, senza degnare nessuno di uno sguardo. C'era troppa confusione perché qualcuno si fosse accorto dell'inconveniente, quindi tutto era passato inosservato. Gioia rimane immobile accanto a Daniel, che le chiede se è vero ciò che ha affermato. "Non lo so nemmeno io se lo amo, e non ci voglio pensare".
Torna a casa e stasera non c'è nessuno ad aspettarla. Di solito almeno John restava sveglio per vederla entrare.
Entra nella camera di Copson, convinta che stesse dormendo. Voleva solo guardarlo, ne aveva voglia. Lui, però, è ancora sveglio, la luce è accesa e sta leggendo un libro attraverso degli occhiali neri che gli danno un'aria ancora più affascinante del solito. "Gioia! Come mai qui?" domanda sorpreso l'uomo. "Volevo solo vederti.. ma è vero ciò che mi ha detto Jonah?" "Che può stare con te? Certo!" risponde frettoloso l'uomo. "Io non voglio stare con lui" replica Gioia. "Io non posso più essere il tuo compagno, piccola. Non voglio causare sofferenze a mio figlio". "Capisco, buonanotte" commenta Gioia, togliendo il disturbo.
In realtà, comprende davvero quell'uomo. Nemmeno lei farebbe soffrire una persona che ama. L'unico problema è che non riesce più a fare i conti con se stessa, a chiarire i suoi dubbi.

L'ho capito subito che quel ragazzo mi avrebbe mandata in confusione. Bello, tremendamente bello. Il suo sorriso è la luna in una notte buia e i suoi occhi sono l'oceano; l'unica cosa che lui ha in comune con quella massa d'acqua blu è che non lo potrò mai toccare fino in fondo. Non riuscirò mai a capirlo, a cogliere tutti i dettagli che lo compongono. Forse è proprio questa la ragione del suo fascino. E della mia rovina.

Questi ultimi pensieri scorrono sulle righe del diario di Gioia, bagnato dalle sue lacrime.

Ciao a tutti, cari lettori. So che non pubblico da molto tempo, ma sto vivendo un periodo difficile e ultimamente ho avuto molti impegni. Mi scuso per l'assenza. Non vi preoccupate, mi farò più viva in queste vacanze.
Vi vorrei chiedere un favore: quando leggete i capitoli, vi prego, oltre alle stelline, potreste anche commentare? Per me è davvero importante sapere le vostre opinioni: accolgo ogni tipo di complimento, di consiglio, di critica.
Vi ricordo inoltre di passare per le altre mie storie, in particolare Mare Amaro.
Grazie a tutti, grazie di sostenermi, di leggermi. Non vi conosco, ma vi voglio bene.♡

Lacrime di Gioia (momentaneamente sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora