"Giulia, ascoltami!" esclama Gioia mentre la sua sorellina parla dei fatti suoi senza sosta dall'altra parte della cornetta. "Mi sono fidanzata!"
"Cosa?!" urla la bambina con tono stridulo e fastidioso.
"Sì, ora devo dirlo a mamma e papà" continua Gioia.
"E com'è? Come si chiama? Quanti anni ha? È biondo?" chiede insistentemente Giulia, tanto da seccare la sorella che interrompe la raffica di domande:
"Si chiama John, ha cinquant'anni!".
La piccola, quasi disgustata, rimprovera la sorella maggiore: "Ma tu non capisci niente! Ti piacciono i vecchi?"
"Dai, basta. Passami mamma" si agita Gioia.
Giulia ridacchia.
"Beh, che vuoi?" domanda la ragazza.
"Immagino la reazione dei nostri genitori" non smette di ridere sonoramente la piccola, tanto da sembrar piangere.
Finalmente, la bambina consegna il telefono a mamma Clelia, alla quale, senza giri di parole, Gioia dice: "Mi sono fidanzata".
La donna è contenta e interroga la figlia su questo "ragazzo fortunato".
"È questo il punto, non è esattamente un ragazzo.." pronuncia titubante Gioia.
"Ma come? Hai detto a tua sorella che si chiama John!" replica Clelia.
"Sì, ma non è tanto giovane.. cioè ha cinquant'anni" la bionda riesce a liberarsi e sospira.
La mamma si infuria, lamentandosi della differenza d'età e dando molti appellativi a John: da "pedofilo" a "maniaco".
Ovviamente la ragazza la tranquillizza e chiede gentilmente a Giulia e a sua mamma di dirlo a papà Michele. Le due glielo promettono, ma Clelia non è affatto d'accordo e le raccomanda più volte di stare attenta.
Conclusa la chiamata, John chiede alla sua ragazza cosa ha pensato la sua famiglia. "Non penso che tu voglia saperlo" ride Gioia, accarezzandogli il capo. Subito dopo, la bionda manda un lungo messaggio a Martina e Ilenia che, inizialmente scioccate, le augurano il meglio e sono felici della serenità della loro amica, che ora sembra decisamente più solare.
La sera, la giovane va a lavoro. Non fa in tempo ad allacciarsi il grembiule che arriva Daniel puntuale a tempestarla di domande. Gioia risponde con pazienza e ama vederlo sorridere, il sorriso di quel ragazzo è veramente uno spettacolo e i suoi occhi blu fanno venir voglia di immergersi dentro. Sono entrati in confidenza e si vogliono bene, tanto che le ore di lavoro passano velocemente tra sorrisi, battute e ricche risate, ma anche scambi di segreti.
La routine va avanti. Due notti più tardi, Gioia sta rientrando a casa dal lavoro. John, le ha ripetuto svariate volte di smettere di lavorare, che non è necessario ora che sta con lui. Ma la ragazza, non vuole essere dipendente da qualcuno e desidera continuare a darsi da fare per se stessa e per sentirsi utile. Alla porta di ingresso, Gioia, non si sa per quale motivo, ha difficoltà nell'aprirla. Spinge ripetutamente la chiave dorata dentro, ma essa sembra essere bloccata. A un certo punto, sente tirare da dentro e finalmente la porta si apre. La ragazza si trova davanti un giovane uomo, alto, castano, muscoloso e ben vestito. Gli occhi del solito blu che la sta circondando da tempo. "Piacere, Jonah. Tu devi essere Gioia, giusto?" chiede il ragazzo che, sorridendo, mostra il suo sorriso perfetto.
"Sì, piacere mio" sorride anch'ella.
"Sei più bella dal vivo che nelle foto che mi ha mandato papà" la ragazza, imbarazzata, domanda:
"Tuo padre ti ha mandato delle mie foto?"
"Beh sì" ride Jonah.
I due giovani vengono interrotti da John, che si è diretto alla porta per salutare la sua compagna: "Mi fa piacere che vi siate conosciuti da soli, a me annoia troppo presentare la gente.." e bacia la ragazza sulla guancia.
"Come mai siete ancora in piedi a quest'ora? Sono le tre.." domanda Gioia.
"Ti stavamo aspettando" afferma Jonah, che sembra essere molto egocentrico. Il suo sguardo la squadra, dalle dita dei piedi alla cima della testa, è malizioso e ambiguo.
"Non avreste dovuto, davvero.." ribatte intimidita la ragazza.
"Adesso possiamo andare a dormire dai, tu hai fatto un lungo viaggio e tu hai lavorato.. vi conoscerete meglio domani" commenta John.
I tre, ancora nel corridoio di ingresso, si avviano verso le loro camere e Jonah, senza che il padre se ne accorga, sussurra all'orecchio di Gioia: "Non vedo l'ora di domani".
La ragazza rimane scossa e senza parole, infatti non riesce a rispondere e lo guarda con disprezzo.
Appena arrivati al piano superiore, Gioia va nella camera di Jacqueline e immediatamente, John le chiede come mai non voglia più dormire con lui. "Non lo so, non ho voglia di stare nel tuo stesso letto quando c'è in casa tuo figlio, mi mette a disagio. Ci vediamo domani, amore" e lo bacia dolcemente sulle labbra. L'uomo accetta la decisione della giovane ed esce fuori dopo aver ricambiato il bacio.
È giorno, il sole splende timidamente, e il mattino ha depositato in sé il freddo. La settimana prossima, Gioia inizia l'università e solo adesso le sta passando per la mente e l'ansia le si muove in corpo. Mentre scende le scale sbadigliando, si sente chiamare. È Jonah che, al contrario di lei, è bello pimpante, con il petto nudo e un sorriso ammaliante. La ragazza si volta, ma non completamente e gli indirizza un "buongiorno" privo di espressione, mentre la sua lunga vestaglia striscia sulle scale. John è già al tavolo e Gioia lo saluta senza nemmeno guardarlo, gli accarezza solamente la spalla. Gli uomini si accorgono che c'è qualcosa che non va, ma non osano chiedere. Ma nel bel mezzo della colazione, il ragazzo non si trattiene ed esclama:
"Che relazione strana! Non parlate, non vi scambiate affetto, non dormite nemmeno insieme.."
Gioia si alza dalla sedia, come una furia e urla: "Questi non dovrebbero essere fatti tuoi!"
"Calmati.." la prega John e la ragazza sale su in camera. "Le hai fatto qualcosa?" il padre si rivolge al figlio.
"No, giuro. Quella ragazza è strana.. non so, mi stupisce che tu ci stia insieme".
Passa qualche minuto, Gioia sente bussare due volte sulla porta ed esorta a entrare chiunque ci sia dietro. Lei si sta mettendo un paio di orecchini rossi, accuratamente abbinati al maglioncino e Jonah si fa avanti, chiudendosi alle spalle la porta.
"Scusa se prima ho detto qualcosa che ti ha infastidita, ma io sono una persona diretta, dico sempre ciò che mi passa per la mente e.."
"No, sono io che ho esagerato, non so cosa mi sia preso.. Scusa. La verità è che mi irritano i tuoi sguardi e i tuoi sorrisetti!" si sfoga Gioia.
"È perché mio papà non ha mai avuto una compagna bella come te.. di solito sono volgari, scortesi, ignoranti, approfittatrici, finte. Tu non sei così e sono rimasto colpito, è una novità per me..".
La ragazza replica: "Bene, ora che ci siamo confessati, direi che è tutto a posto. Scendiamo che magari John si preoccupa" esce dalla stanza e Jonah la segue."Avete chiarito?" chiede l'uomo e i due giovani annuiscono, sorridendo. "Stasera voglio fare una cena con entrambi, quindi alle otto siate puntuali a tavola" informa Copson.
"Certo, papà" replica il figlio mentre Gioia ricorda che lei deve lavorare.
"Un giorno lo puoi saltare, in fondo, è il tuo padrone che te lo ordina" continua John sorridendo.
La bionda non può far altro che accettare. Intanto le arriva un messaggio, è di sua mamma, che comunica che il padre ha preso molto male la notizia della storia d'amore con John. Ma a Gioia non interessa, ora non ha voglia di occuparsi anche di questo.
Il pomeriggio, i tre vanno a fare spese. Gioia rimane sempre indietro, appartata, non vuole immischiarsi nei discorsi di padre e figlio anche se essi hanno cercato inutilmente di interpellarla. A un certo punto, in un altro negozio lussuoso, creato esclusivamente per i ricchi, Jonah le si avvicina con un vestito lungo, elegante, particolare, rosa chiaro e la invita a provarselo. La ragazza rifiuta, ribadendo che già John gliene aveva regalato uno.
"E questo te lo voglio donare io!" continua il giovane, con l'appoggio di John, il quale dice a Gioia che provarlo non costa nulla.
Ella, sbuffando, lo afferra e si avvia nel camerino, mentre gli uomini la aspettano fuori. Questa volta, Gioia decide di mostrarsi e quando i due la vedono, rimangono stupiti. Sinceramente, però, se lo aspettavano. Sono innamorati della bellezza di quella giovane donna, che in pochi hanno saputo cogliere.
"Beh cosa sono quelle facce da ebeti?" domanda Gioia come se gli sguardi dei due la infastidissero. Volta loro le spalle per rientrare in camerino, ma prima di chiudere la tendina, sente:
"Sei una meraviglia!" ma non era la voce di John, bensí di Jonah.
Ciò lascia perplessa la ragazza, ma anche il signor Copson che osserva il figlio stupito e senza fiatare, mentre il giovanotto non stacca gli occhi dal camerino, sorridente. Quando Gioia esce, sostiene quell'immenso abito tra le sue mani, cercando di non fargli toccare il pavimento scuro del negozio.
"La cassa è di là" indica Jonah.
Gioia replica acida: "Tanto non lo voglio" e lo consegna a una dipendente per farlo mettere a posto.
"Ma" balbetta il ragazzo "Io voglio.."
"Ancora questa storia del regalo?" lo interrompe bruscamente Gioia "Tu e tuo padre utilizzate gli stessi metodi per rimorchiare?" e si dirige fuori.
John l'ha sentita e si è sentito travolto dall'amarezza, ha l'aria afflitta: "Non capisco perché si stia comportando così..".
"Secondo me, è la mia presenza che la innervosisce" commenta il figlio.
"Figliolo", continua il padre, "non è che mi nascondi qualcosa?"
"No, perché dovrei?" risponde con aria convincente. "Raggiungila, intanto io pago il vestito. Non mi interessa cosa dice, io glielo voglio prendere".
Così, anche l'uomo esce dal negozio, ma Gioia non sembra essere nelle vicinanze. Le telefona più volte, ma senza ottener risposta. Il cellulare della ragazza squilla a vuoto. Quando Jonah si avvicina al padre, con una busta enorme contenente il vestito ben piegato e altre più piccole, viene subito informato. Entrambi si preoccupano e iniziano a cercarla.Ciao ragazzi! Scusate per aver pubblicato poco in questo ultimo periodo, ma non ho trovato tempo nemmeno in queste vacanze!
Mi farebbe piacere sapere cosa pensate della storia e, vi chiedo gentilmente di fare un po' di pubblicità.
Mi scuso, infine, di aver scritto questo capitolo un po' di fretta. Varie correzioni saranno ben accolte.
Un saluto e buon inizio per domani.♡
Ps. Potete passare per le altre mie storie, "Mare Amaro" e "Lettera a mio figlio"? Lo apprezzerei molto.
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Lacrime di Gioia (momentaneamente sospesa)
RomanceGioia è una ragazza di diciannove anni tanto timida e fragile quanto bella e intelligente. Si trasferisce a Londra per realizzare i suoi sogni professionali, ma inaspettatamente, troverà anche l'amore di un uomo (o forse di due?). È la prima storia...