Capitolo 4

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Ero davanti a casa senza più lacrime agli occhi non sapevo cosa fare se andare via "ma dove?" o raccogliere tutto il coraggio che avevo ed entrare decisi purtroppo la seconda opzione e mi dissi tra me e me "coraggio Avery".
Entrai in casa e notai che le bottiglie che c'erano quella stessa mattina erano ancora lì ma sul divano non c'era più quell'uomo che purtroppo io chiamavo papà...cercai di fare meno rumore possibile ma fu inutile perché non appena salì per le scale una voce mi paralizzó
-Stronza non saluti tuo padre!-disse l'uomo
E io mi girai notando che era appoggiato al muro che dava alla cucina con una bottiglia di vodka in mano
-Scusa papà pensavo fossi uscito, vado di sopra così non ti disturbo.
-Cosa vai a fare di sopra?! Hai un ragazzo dentro all'armadio eh!
-No papà devo andare a studiare
-Studiare!Tu devi andare a studiare?! Tu non vai proprio da nessuna parte.
Non so il perché ma prima di poter ragionare gli dissi
-Senti ho un sacco di compiti da fare, devo studiare, sono stanc....-prima che potessi finire lui corse verso di me mi prese dalla maglia e mi scaraventó contro la tele che cadde
-Cosa sei tu?! Stanca?! Ma non farmi ridere ora muovi quel culo da puttana che ti ritrovi e metti a posto qui e preparami la cena.
Il mio corpo cercava di muoversi ma la schiena non mi permetteva di fare grandi passi allora l'uomo si avvicinò e mi tiró per i capelli portandomi in cucina davanti al lavabo e girandomi la testa a pochi centimetri dalla sua mi disse a denti stretti
-Ora tu muovi il culo e pulisci questa cazzo di casa mi sono spiegato?
-Si papà scusa non volevo
-Bene..muoviti!.
Quando mi lasció andare iniziai a mettere in ordine, cucinai solo per lui perché a quanto pare io meritavo solo un pezzo di pane e basta, poi quando sentii il forte russare capii che stava dormendo allora corsi di sopra e mi chiusi in bagno..alzai la maglia per vedere se la mia schiena era intera ma quando vidi delle strisce rosse che volavano giù sporcando i jeans rimasi sconvolta "mio dio" mi dissi "quanto ancora durerà" quando capii che non sarebbe mai finita crollai per terra vicino alla doccia piangendo ininterrottamente sperando che quell'anno sarebbe passato in fretta, molto in fretta.

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