Il perdono è un privilegio

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Eccola dunque, la famosa Belle. La ragazza che con la sua bontá e semplicitá era riuscita a conquistare il cuore del Signore Oscuro, ovvero di suo padre.
-Non puoi entrare- le sussurró Neal, uscendo in corridoio e chiudendosi la porta alle spalle. -É troppo rischioso per te.
-Avete lasciato in vita Baelfire perlomeno?- domandó Belle.
L'uomo si morse il labbro e abbassó lo sguardo, l'aria colpevole.
Gli occhi della ragazza si riempirono dapprima di incredulità, poi di disprezzo.
-Come avete potuto?! Come avete potuto lasciare che suo figlio innocente pagasse per gli errori commessi da lui stesso?! Siete dei...
-No!- la interruppe lui. -Baelfire non é morto... É qui davanti a te. Sono io.
Belle rimase esterefatta.
-Non capisco...- disse sottovoce. -Possibile che mi abbia mentito pure su questo?
-Sono stato io a mentire. É stato un inganno; ho finto di essere tenuto in ostaggio da Zelena e Killian per farlo venire qui...
-E farlo uccidere?- sussurró Belle incredula.
-Killian vuole ucciderlo- sospiró Neal. -E io mi sentivo in debito con lui; mi sentivo tenuto ad aiutarlo nella sua missione, visto che Tremotino ci ha fatto soffrire entrambi.
Belle scosse la testa, contrariata.
-Tremotino ha fatto soffrire anche me, sai- disse con fermezza. -Ma la vendetta non porta da nessuna parte.
-Lo so, infatti ora mi sento in colpa, tanto...
Neal si passó una mano tra i capelli.
-Ti do un consiglio- disse Belle. -Non fare gli stessi errori di tuo padre; non diventare come lui. Puoi ancora tirarti fuori da questa faccenda, devi solo fare la scelta giusta. Vai al piano di sopra e suona al campanello di una certa Emma, e dille di chiamare la polizia e di stare attenta a Henry.
-Hai detto Emma?
Neal rimase paralizzato a sentire quel nome; incapace di fermare Belle che intanto stava entrando nell'appartamento. Prima di chiudersi la porta alle spalle, si voltó ancora verso di lui:
-Sí, proprio cosí. Emma.

Chiuse la porta il piú piano possibile e si guardó intorno nell'appartamento. Era squallido e senza personalità; sembrava essere stato occupato giusto per inscenare tutta quella faccenda. Sentí delle voci provenire da una stanza e vi si avvicinó in punta di piedi.
-Dunque dobbiamo lasciare libero il coccodrillo di maniera che lui uccida Regina?- chiese la voce di un uomo. Sembrava abbastanza giovane.
-Esatto!- affermó una voce femminile.
-E come facciamo a sapere che la uccide veramente?- disse di nuovo l'uomo.
-Fidati. Sarà un piacere farlo, dopo ció che ho saputo.
Quella fu la voce di Tremotino. Belle sentí le gambe che le cedevano e le girava la testa.
Vuole uccidere Regina. Non l'hai fatto cambiare, é sempre lo stesso. Non cambierá mai.
-Certo che sí- disse la donna, con un tono di voce falsamente dolce. -E inoltre noi verremo a Storybrooke con te, per tenerti d'occhio!
-Fantastico, due piaghe in piú- borbottó Tremotino.
Belle si fece finalmente coraggio, prese un profondo sospiro e mise piede nella stanza.
-Divertiti ad uccidere Regina, mi raccomando- disse, cercando di mantenere un tono di voce deciso.
Tremotino era seduto per terra, le mani legate sulla schiena. Appena la vide, i suoi occhi si spalancarono di stupore e balbettó:
-Belle... Tu non... Non dovresti essere... qui...
-Ah, è lei Belle?- domandó il giovane uomo curioso. Era alto, capelli neri, vestito da pirata e al posto di una mano portava un uncino. Non era difficile capire di chi si trattasse.
-Ma guarda chi si rivede!
La donna le rivolse un largo e inquietante sorriso, e Belle era sicura di averla già incontrata, ma non ricordava dove. In ogni caso in quel momento non le importava piú di quel tanto. Era venuta lí per un motivo ben preciso.
-So tutto- disse, avvicinandosi di piú a Tremotino, senza peró abbassarsi verso di lui. -So tutto del sortilegio, della Salvatrice e di te, di noi. So che sei il Signore Oscuro e che hai ucciso innumerevoli vite e hai provocato enormi sofferenze. So che hai ucciso Milah perchè non ti amava, e che hai tagliato la mano a lui.- Indicó il pirata, che le rivolse un sorriso ammiccante. -So che hai sempre preferito il potere a tutto il resto, per questo hai abbandonato tuo figlio e successivamente me. Eravamo dei punti deboli che non ti volevi concedere.
-Belle, ti prego...
-No, lasciami finire! Io credevo di poterti cambiare, credevo che grazie al mio amore saresti diventato una persona migliore. Ma a quanto pare per te non c'è piú speranza: non c'era nella Foresta Incantata e non c'é nemmeno in questo mondo, da quel che ho appena sentito. La tua maledizione ti seguirà in ogni dove, ovunque andrai.
-Belle, lascia che ti spieghi...- la imploró Tremotino.
-Credi davvero ci sia qualcosa da spiegare ancora?- Stava stupendo e anche spaventando un pochettino se stessa dalla durezza della sua voce. -Mi hai mentito...
-Sí, é vero, ti ho mentito- concesse Tremotino. -Ti ho mentito su alcune cose perché... non volevo perderti.
-Sono proprio le bugie a farci perdere le persone, Tremotino.
-Tesoro, come fai a sapere tutte queste cose?- Zelena interruppe la discussione. -È stato spezzato il sortilegio, per caso?
-No, le ho sapute da... qualcuno di molto sveglio per la sua età.
-A proposito di età... Non credi di meritare qualcuno di un po' piú giovane e attraente?- le chiese Uncino, avvicinandosi a lei.
-Parla quello con circa trecento anni sulle spalle- sbuffó Zelena.
-Ma li porto benissimo!- si vantó il pirata. -Confermi?
Fissó Belle con i suoi occhi azzurri, mentre la prese per i fianchi. In un altro momento li avrebbe trovati belli, ma in quella situazione le sembravano solamente glaciali. Voleva liberarsi dalla stretta del pirata, ma dietro di sé aveva il muro.
-Non toccarla!- gridó Tremotino. Stava cercando disperatamente di liberarsi da quelle dannate corde, ma piú muoveva le mani piú quelle gli intagliavano i polsi. Se solo avesse avuto i suoi poteri, avrebbe strappato il cuore a quell'ignobile bandito dei mari e lo avrebbe frantumato in mille pezzettini... Ma in quel mondo senza magia non era possibile. Quanto odiava quel luogo, sempre di piú.
-Povero coccodrillo, é geloso- sorrise il pirata, mentre uní le mani di Belle con il suo uncino. -É geloso perché io ti posso toccare e lui no... E da quel che mi è sembrato di capire, non gli permetterai mai piú di farlo. Brava ragazza, mi piaci molto. Sei bella, determinata, coraggiosa... e molto imprudente.
Prima che se ne rendesse conto, Belle si ritrovó scaraventata a terra vicino a Tremotino, anche lei con le mani legate.
-Ottimo lavoro, Uncino- sorrise Zelena.
-Lasciatela. Andare- sillabó Tremotino.
-Perché dovremmo? L'ha detto lei stessa di essere un tuo punto debole. É molto preziosa.
Le accarezzó una guancia, ma lei si distolse dal tocco della strega, senza dire una parola. Intanto sentiva gli occhi disperati di Tremotino puntati su di lei, ma non era intenzionata a ricambiare lo sguardo.
-Belle, guardami- imploró Tremotino.
Finalmente la ragazza puntó lo sguardo su di lui, con freddezza.
-Ti dico solo una cosa: se ucciderai Regina, non ti dedicheró nemmeno piú uno sguardo di sfuggita. Mai piú.
-Ma... Belle...- balbettó lui sconvolto. -Devo vendicarmi! Ti ha tenuta rinchiusa per tutto il tempo facendomi credere che fossi morta, addirittura che ti fossi tolta te stessa la vita!
-Non sarebbe successo, se tu non mi avessi cacciata dal tuo castello...
-Ma io... Io in ogni caso non ho scelta- sussurró lui. -Ho accettato il patto. Devo farlo ormai.
-No Tremotino, ti sbagli. Si ha sempre una scelta.

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