Lasciarla andare

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Durante il tragitto a casa suo padre non molló un attimo di parlare e farle domande.
-Dove sei stata? Perché non ti sei fatta sentire? Cosa ci facevi a Boston con il figlio del sindaco, e soprattutto con il tuo professore di letteratura?
E la questione che gli premeva di piú:
-Ti ha fatto del male? Voleva approfittarsene di te? Ti ha minacciata? Ti...
-Papá, basta!- lo interruppe Belle, esasperata. -Ti prego, non parliamo piú di questa giornata! Dimentichiamola.
Il padre finalmente acconsentí e la ragazza si diresse nella sua stanza per andare a dormire. Chiuse la porta dietro di sé e si sedette sul letto. Sul comodino vide la rosa rossa che Tremotino le aveva regalato molte settimane prima. Era ancora magicamente bella come la sera stessa in cui lui la colse per lei. Ricordando quel momento scoppió a piangere, versando finalmente le lacrime che aveva accumulato e trattenuto durante tutto quel giorno.

Il piatto venne scaraventato a terra e si ruppe rumorosamente.
L'aveva persa. Di nuovo. Per l'ennesima volta aveva perso una persona che lo amava.
Poi fu la volta di un bicchiere. Le schegge di vetro si sparsero sul pavimento.
Non avrebbe dovuto riaprire il suo cuore all'amore. In fondo l'aveva sempre saputo che non poteva andare a finire bene.
Un altro piatto distrutto.
Non sarebbe mai andata a finire bene, perché lui era un cattivo. E i cattivi non ottenevano mai un lieto fine.
Toccó alle tazze. Gettó una dopo l'altra contro il muro, finché ne rimase solo una. La osservó: era proprio lei. La tazzina scheggiata di Belle. Alzó il braccio per lanciarla via come le altre, ma non ne trovó la forza. La ripose sullo scaffale e le urla di rabbia lasciarono spazio ad un pianto amaro. Si accasció a terra e si addormentó tra quel che era rimasto delle sue stoviglie.

Fu svegliato da dei colpi secchi alla porta.
-Tremotino, apri se sei lí dentro!
Tremotino si alzó con fatica e si diresse alla porta, ritrovandosi di fronte una Regina dall'aria contrariata.
-Uno: non ti sei presentato a scuola stamattina- inizió, spingendolo da parte per entrare in casa sua. -Due: non era affatto previsto dall'accordo che anche Henry venisse invischiato nella faccenda. Tre: non ci siamo ancora liberati di Zelena, e questo non mi tranquillizza affatto.
Mentre camminava nel salotto di Gold, qualcosa sotto i suoi tacchi scricchioló. Abbassó lo sguardo e vide innumerevoli schegge di vetro e porcellana per terra.
-Oh mio Dio- sbottó con aria scioccata. -Spero vivamente che questi non siano i resti di una notte trascorso da sbronzo...
-No, mia cara. Vuoi sapere cosa sono questi?
Inaspettatamente Regina venne afferrata per il collo della camicia che indossava.
-Questi sono lo sfogo di un uomo che ha perso tutto- sibiló, immobilizzandola contro il muro. -Un uomo la cui felicità continua ad essere distrutta. Un uomo che ha fatto sbagli nella vita e ora ne paga le conseguenze.
Regina volle replicare qualcosa, ma lui la zittí spingendole il suo bastone sulla gola.
-Ma tu la conosci bene questa situazione, no? Sei una cattiva, come lo sono io, e si sa che i cattivi non ottengono mai un lieto fine.
-Lasciami andare, sei un pazzo- ansimó Regina, tentando di spingerlo via. Inutilmente, ovviamente.
-Anche tu hai fatto molti sbagli nella tua vita, non é vero Vostra Maestà?
Regina non rispose.
-Certo che sí, lo sanno tutti ormai- disse Tremotino al posto suo. -E sai qual è stato lo sbaglio piú grande che hai fatto?
-Tremotino, non capisco dove tu voglia arrivare...- Regina iniziava ad essere inquieta.
-Rispondi alla mia domanda!- sbraitó, premendo piú forte il bastone sulla sua gola. -Lo sai qual è stato il tuo sbaglio piú grande?!
-No!- gridó Regina. -Certo che no! Come posso saperlo?! Ne ho fatti cosí tanti!
-Te lo dico io quale è stato allora...- La voce di Tremotino ora era un sussurro. -È stato quello di tenere prigioniera Belle e farmi credere che fosse morta.
Regina strinse i denti. Era stata certa che quando lo avrebbe scoperto sarebbe andato su tutte le furie.
-E non l'avrei mai saputo se non fosse stato per Zelena- continuó. -La tua cara sorella mi ha rivelato tutto, per avere...
-Un alleato dalla sua parte- completó la frase Regina.
-Esatto. Ma sai un'altra cosa?
-Ti prego, basta sorprese- sbuffó lei. -È giá sufficiente sapere che ora siete in due a complottare contro di me per farmi fuori.
-Credimi, non ho mai desiderato cosí tanto ucciderti. Lo farei veramente volentieri... Vederti soffrire davanti ai miei occhi sarebbe davvero una soddisfazione. Potrei vendicarmi di tutta la sofferenza che hai arrecato a me e soprattutto a Belle...
Regina deglutì. Sicuramente peró prima di ucciderla si sarebbe divertito a torturarla in un qualche modo.
-Ma non lo faró.
Inaspettatamente la donna si ritrovó completamente libera. Il bastone non c'era piú e Tremotino si era fatto da parte. Lo guardó incredula.
-Ringrazia Belle- disse lui cupo. -Ti risparmio la vita solo perché é suo volere.
Poi aggiunse:
-E ora vattene, prima che cambi idea.

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