Nelle settimane successive a Storybrooke accaddero molte cose. Lo sceriffo Graham morí a causa di un malore inspiegabile ed improvviso, ed Emma Swan venne eletta come nuovo sceriffo. E insomma, successe tutto quello che di certo giá conoscete. Il sortilegio infine fu spezzato e gli abitanti di Storybrooke ritrovarono la loro memoria. Valanghe di ricordi li invasero, sia belli che brutti. E per Belle non fu diverso.
Quella notte la ragazza non riusciva a prendere sonno. Continuava a rivedere davanti a sè scene del suo passato, in particolare del suo passato con Tremotino, come in un film...
"Mi trovo in una delle sale del nostro castello, insieme a mio padre e Gaston. Siamo preoccupati perchè il nostro regno sta per perdere la guerra, e un certo stregone potente, il suo nome è Tremotino se ben ricordo, sarebbe dovuto venire in nostro aiuto ma ancora non si è presentato. Oh, ecco che si spalanca la porta! Giriamo tutti lo sguardo verso l'entrata, ma non c'è nessuno. Lui ci aspetta invece alle nostre spalle, seduto su una poltrona. Ha un aspetto molto strano, la pelle sembra essere piena di scaglie. Noto il disgusto negli sguardi di mio padre e Gaston, ma a me non fa poi cosí tanta impressione... Lo trovo piú che altro curioso. Quando propone a mio padre di aiutarci a vincere la guerra, dice di volere me in cambio, come governante. Nonostante le loro proteste, io accetto. Saró costretta per l'eternità a restare con questo strano essere, ma non mi importa in questo momento, per salvare il mio regno."
"Sono in lacrime, per terra in una stanza buia. Mi manca casa mia. D'improvviso la porta si apre e compare Tremotino. Fa apparire un cuscino dal nulla e me lo porge. Dice che è per soffocare i miei pianti che non lo lasciano concentrare sul lavoro. Grazie tante, e io che speravo si stesse addolcendo..."
"Gli sto servendo il té, mentre mi elenca i miei vari compiti e doveri. Quando sento di dover scuoiare i bambini, mi si gela il sangue nelle vene e lascio cadere una tazza per terra. 'Scherzavo!' esclama, con la sua risatina bizzarra. Sollevata, mi chino per raccogliere la tazza, che è scheggiata. Temo che ora si arrabbi con me, ma lui mi sorprende: 'È solo una tazza. Non m'importa!' "
Le lacrime le pizzicarono gli occhi.
"Un uomo, sorpreso da Tremotino a rubare una sua pozione magica, è rinchiuso in una stanza dove ogni giorno viene torturato da lui. Il suo nome è Robin Hood. Io riesco a liberarlo, ma Tremotino poi come punizione mi obbliga ad accompagnarlo nel bosco per assistere al suo assassinio. Riesco peró a impedirgli di farlo, e piena di gratitudine lo abbraccio, per la prima volta nella mia vita."
Sentí una stretta al cuore.
"Sto cercando di aprire le tende per far entrare un po' di luce, ma sono state inchiodate! Cerco di tirare piú forte e perdo l'equilibrio. Precipito per un breve tratto e mi aspetto di schiantarmi a terra, ma delle braccia mi afferrano. Ovviamente sono le sue, perché di nessun altro potrebbero essere, eppure mi sorprendo comunque. Ci guardiamo negli occhi per un tempo indeterminato, prima che mi riappoggia a terra frettolosamente."
Una lacrima le scivoló lungo la guancia.
"Ho ottenuto il permesso di lasciare il suo castello per procurargli della paglia. Ha ammesso che non si aspetta che io ritorni, e nemmeno io lo aspetto da me stessa... Ma nel cammino incontro la Regina, che mi racconta di come un bacio del vero amore possa spezzare qualsiasi sortilegio. Non posso fare a meno di pensare a lui e a me... Torno quindi al suo castello. Lui finge indifferenza, ma dentro i suoi occhi vedo brillare la gioia per il mio ritorno. Mi siedo con lui davanti al suo arcolaio e facendomi coraggio mi sporgo verso di lui e lo bacio."
Si toccó le labbra con un dito. Il desiderio di riassaggiare le sua labbra bruciava dentro di lei. Un desiderio struggente. Mai aveva sentito tanto il bisogno di qualcosa come in quel momento.
"Lui inizia ad urlarmi contro, ad accusarmi di essermi alleata con la Regina e di aver solamente finto di amarlo. Mi rinchiude e compare solamente tempo dopo per dirmi: 'Vattene. Non ti voglio piú, cara.' Cosí io me ne vado, in lacrime. Ma prima di lasciarlo gli lascio queste ultime parole: 'Hai fatto la tua scelta, ora te ne pentirai. Per sempre.' Poco dopo la Regina mi trova in strada e mi cattura, per tenermi prigioniera fino alla fine della mia vita nella Foresta Incantata."
Si alzó dal letto e si precipitó fuori da casa sua. Corse per le strade senza rendersi conto dove stesse andando. Stava impazzendo, era troppo. Troppi ricordi, troppe emozioni... Troppo amore dentro di sé. Amore verso quell'essere; mostro negli occhi di tutti, uomo negli occhi suoi.
Negli anni in cui era stata nella cella di Regina lo aveva perdonato, improvvisamente si ricordó pure di quello. Non era passato giorno in cui non pensasse a lui e agli istanti condivisi. Lo aveva perdonato, lo avrebbe perdonato sempre... Non perché fosse troppo buona. Beh, forse lo era. Ma soprattutto perché sapeva che quella storia, la loro storia, l'aveva ormai segnata a vita; non avrebbe piú lasciato il suo cuore. Era destinata ad essere sua, ad essere la Bella di quella Bestia, e nel cuore conservava sempre la speranza che sarebbero stati riuniti.
Infatti era stato cosí. Il loro amore era sopravvissuto a incredibili distanze temporali e spaziali, e quando si erano ritrovati non era cambiato di una virgola. La loro storia d'amore si era ripetuta una seconda volta, come se fosse stata la prima...
Lo aveva perdonato, e lo avrebbe perdonato sempre. Non sarebbe stato diverso quella volta, ormai se n'era resa conto.
Nel frattempo era giunta in un bosco. Era buio e freddo e non vedeva nulla. Udiva il fruscio delle foglie sotto i suoi passi, i versi di un gufo e i canti del vento. Sarebbe dovuta tornare indietro, ma invece continuava a camminare senza meta.
Ad un certo punto le sembró peró di non udire solamente i suoi di passi. Si fermó e restó immobile per un attimo. Sentì il rumore di rami che si spezzavano.
Belle trattenne il fiato.
I passi si stavano avvicinando.
-Chi è?- chiese, tentando di non suonare spaventata.
I passi si avvicinarono ancora un altro po', e lei si giró di scatto.
-Non dovresti essere in giro da sola nel bosco a quest'ora.
La sua voce; l'unica che Belle desiderava sentire in quel momento.
I suoi occhi si stavano abituando all'oscurità e riuscí a riconoscere il volto di Tremotino.
-Non riuscivo a dormire- mormoró la ragazza. Si strofinó le braccia; faceva davvero freddo. Tremotino le posó la sua giacca sulle spalle.
-È dura dover affrontare di colpo tutti i ricordi di una vita, vero?- le domandó appoggiandosi contro un muretto. Belle lo seguí e si rese conto che si trattava in realtá di un pozzo.
-Sì... È come se il mio cuore stesse scoppiando- confessó.
Tremotino annuí, consapevole di come si sentisse Belle. Ci era passato anche lui quando Zelena gli fece tornare in mente il suo passato con il suo unico vero amore.
-Peró almeno ora puoi metterti l'anima in pace, sapendo cosa è successo a tua madre- disse poi.
Belle rimase interdetta. Sua madre... non era comparsa nemmeno una volta nella sua mente in tutto quel tempo. Com'era possibile?
Chiuse gli occhi e si concentró. Pensó al suo viso grazioso e giovane, alla sua pelle chiara, alla sua voce dolce... Cercó di ricordarsi l'ultima volta che la vide. Non riusciva ad andare oltre una delle tante sere in cui lei entró nella stanza della figlia, le accarezzó la testa e infine le bació la fronte per augurarle la buonanotte. Belle stava fingendo di essere già addormentata, ma sotto le coperte teneva nascosto un libro che voleva assolutamente continuare a leggere per un altro po'.
Guardó Tremotino, sconvolta.
-Non riesco a ricordare- sussurró. -Non ricordo cosa le è successo... Ho un buio totale.
Le tremava la voce. Tremotino le prese il viso tra le mani e la guardó negli occhi, come per baciarla. Ma non lo fece. Si limitó ad accarezzarle con dolcezza le guance per calmarla.
-Temo che i tuoi ricordi siano stati cancellati appositamente- le spiegó. -Probabilmente per proteggerti; come avevo fatto io con me stesso. Potresti domandare a tuo padre di raccontarti finalmente l'accaduto.
-Di certo è stato lui a cancellarli- mormoró Belle abbassando lo sguardo. -Dubito dunque altamente che potró convincerlo a farmeli tornare. È molto determinato e testardo...
-Allora troveremo un altro modo, te lo prometto- disse Tremotino deciso.
Lei risollevó lo sguardo verso lui, stupita.
-Troveremo? Significa che... mi aiuterai?
-Certo che sì- sorrise lui.
-Io... Io credevo fossi arrabbiato- ammise lei.
-Non avrei nessun diritto di esserlo, mia cara Belle. Tu meriti di essere felice con qualcuno, anche se quel qualcuno non sono io.
-Ma tu lo eri...
La sua voce era un sussurro quasi impercettibile.
-Quando ami qualcuno, devi lasciarlo andare- proseguí Tremotino. -Me lo hai insegnato tu.
Gli occhi di Belle si riempirono di lacrime. L'uomo le prese una mano e gliela appoggió sul suo petto. Lei sentí il cuore di Tremotino battere contro il palmo della sua mano.
-Lo senti? Batte ancora, batte per te. Il fatto che non staremo piú insieme non significa che io non ti ameró piú. Il fatto di averti lasciata andare non implica che io ti abbia lasciata uscire dal mio cuore.
-Tremotino... Abbracciami- imploró lei. E lui fece come lei gli chiese.
Stretta contro il suo petto, cullata dal battito del suo cuore, riscaldata dal calore del suo corpo, protetta dalle sue mani sulla schiena. Non c'era nulla di piú giusto sulla terra; nessun altro luogo al quale lei appartenesse.
-Mi sono ricordata di una cosa- mormoró contro il suo petto.
-Che cosa?
-Io ti ho perdonato. Ti ho perdonato già moltissimo tempo fa. Da quando ero prigioniera di Regina, in pratica.
-Sul serio?- chiese lui stupito. -Era tutta colpa mia se ti sei ritrovata lí; come hai fatto a perdonarmi?
-Perché ti amavo- rispose lei. -E quando trovi qualcosa o qualcuno che ami, qualcosa per cui valga la pena combattere, non ti arrendi mai. E poi... se sei riuscito a farmi innamorare, significa che mi hai mostrato il tuo lato piú buono. E ció implica che tu sia capace ad esserlo veramente.
Alzó la testa, accennó un sorriso e aggiunse:
-E ci sei riuscito pure una seconda volta, a farmi innamorare. Senza via di ritorno.
Tremotino la strinse piú forte, commosso.
-Non riusciró mai a capire come facevi a vedere una luce positiva in quel mostro.
-Ci riesco tuttora. Inoltre... il mostro se ne sta andando.
Posó una mano sulla guancia di Tremotino.
-Cosa te lo fa dire?- domandó lui, gli occhi lucidi.
-Il fatto che sei riuscito a controllare la tua rabbia e a lasciare in vita Regina, pur avendo fatto un patto con Zelena, ad esempio.
Belle si alzó in punta di piedi e gli sussurró nell'orecchio:
-Grazie. Avevo bisogno di questa conferma.
-Torni... da me?- balbettó lui, incredulo.
Belle annuí.
Prima di sporgersi verso di lei e baciarla, con uno stupendo accento scozzese le disse:
-I love you, Dearie.Ed eccoci arrivati al finale di questa storia! Siccome la proposta del sequel ha ottenuto riscontri positivi, sia nei commenti che nei miei messaggi privati, lo scriveró! Ne sono molto felice :) Quando ho iniziato a trascrivere questa storia su Wattpad, non credevo seriamente che avrei continuato fino alla fine! E l'ho fatto solo grazie a voi che avete letto, votato e commentato questo libro, dandomi l'entusiasmo di continuare sempre. Per questo voglio ringraziarvi veramente di cuore; sappiate che ogni vostro voto, commento e messaggio è stato davvero importante per me! La sensazione di fare ció che piú amo al mondo e sapere che a qualcuno piace pure come lo faccio, è impagabile *-* quindi grazie mille a tutti! ♡
P.s.: domani sera pubblicheró ancora l'epilogo che vi indirizzerà già un po' verso il sequel ;)
![](https://img.wattpad.com/cover/46136652-288-k120661.jpg)
STAI LEGGENDO
Lasciati amare
أدب الهواة"-Tu non mi conosci, Belle. Non sai che persona sono, cosa ho fatto e a chi ho fatto del male. Fidati che se lo sapessi correresti via da questa casa all'istante. Non avresti nemmeno dovuto accettare di venire qui, se qualcuno dovesse scoprirlo ti...