La veritá

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Tremotino si ritrovó davanti ad un palazzo con diversi piani. L'indirizzo era corretto, perció Bae doveva trovarsi lí dentro. Provó ad aprire il portone del palazzo, ma era chiuso. Qualcuno doveva aprirgli dall'interno dunque.
Guardó i campanelli, domandandosi quale di quei nomi dovesse essere in collegamento con i due furfanti. Dubitava che avrebbe trovato scritto da qualche parte "Perfida strega dell'ovest" o "Capitan Uncino". Dopo un attimo notó peró che il campanello appena sotto quello di un certo E. Swan era bianco, senza alcuna scritta. Ma certo... Non gli avevano lasciato alcun nome nell'indirizzo. Doveva per forza essere quello.
Suonó con decisione e il portone gli venne aperto senza nemmeno domandargli via citofono chi fosse.
Percorse le scale fino al quarto piano reggendosi al suo bastone. Arrivato alla porta di un appartamento che non reggeva nessun indirizzo, vi bussó. La porta si aprí con lentezza. Tremotino teneva la mano nella tasca della giacca, dove stava nascosta la pistola, pronto a tirarla fuori in qualsiasi momento. Se ne scordó peró all'istante quando vide la persona che gli aprí.
-Baelfire!
In effetti l'uomo che si era dichiarato essere Baelfire era lí in piedi d'innanzi a lui.
-Ciao papá.
Il suo sguardo evitó quello del padre, il tono di voce era freddo e distaccato. Tremotino non ci fece peró caso e allargó le braccia per abbracciare il figlio. Ma questo inaspettatamente indietreggió.
-Bae, che succede...?- domandó Tremotino preoccupato. Lo seguí dentro l'appartamento. -Ti hanno lasciato libero? Se ne sono andati?
-Non direi- disse una voce alle sue spalle. Sentí la porta chiudersi a chiave e quando si voltó si ritrovó faccia a faccia con il pirata.
-Ciao, coccodrillo.
Tremotino si ricordó della pistola e infiló una mano in tasca. Ma non c'era piú. Tastó nell'altra tasca.
-Cerchi questa?
Zelena comparve accanto a Uncino, la pistola di Tremotino in mano. Quest'ultimo non sapeva se essere piú arrabbiato o confuso.
-Mai lasciare un'arma incostudita, nemmeno nella propria tasca- suggerí Zelena con un sorrisino.
-Qualcuno sarebbe cosí gentile da spiegare cosa succede qui?- sbottó Tremotino.
-Certo che sì, mio caro- disse Zelena, continuando a sorridere. -Peró prima Baelfire ti fa accomodare nella stanza degli ospiti.
Baelfire si avvicinó al padre e gli legó le mani, senza espressione nel viso.
-Bae, cosa fai? Non starai mica facendo sul serio!- esclamó Tremotino, cercando di divincolarsi.
-Oh, é molto piú serio di quello che pensi, coccodrillo!
-Forza, aggrediscilo- lo incitó Zelena. -Difenditi, o sei diventato deboluccio nel tempo?
Tremotino ribolliva di rabbia. Non sarebbe mai stato capace di fare del male a Bae, nemmeno per difendersi... O perlomeno, non piú. E quella strega lo sapeva bene.
Uncino intanto lo trascinó in una stanza e lo spinse a terra malamente.
-Guardati- disse con un ghigno. -Vecchio e zoppo. Finalmente hai l'aspetto che ti meriti. L'aspetto di un vigliacco, un codardo.
-Io peró trovo che sia piuttosto attraente, molto di piú che nella foresta incantata- civettó Zelena.
Tremotino intanto guardava entrambi con odio crescente.
-Dovete aver fatto un lavaggio del cervello a mio figlio, oppure lo avete minacciato. In ogni caso la pagherete cara. La pagherete con la vita.
-No- replicó Baelfire, guardando fuori dalla finestra. -Non hanno fatto un bel nulla.
-Ma allora perché...
-Perchè COSA?!- urló il figlio. -Credevi seriamente che dopo quel che mi hai fatto ti avrei accolto a braccia aperte? Hai ucciso mia madre, hai reso la mia infanzia un inferno e poi mi hai abbandonato! Credi davvero che io ti voglia perdonare?!
-No, hai ragione, sono stato uno stolto a pensarlo- concesse Tremotino. -Ma non credevo che il tuo odio verso me arrivasse al punto da volermi uccidere.
-Lui non ti vuole uccidere- intervenne Uncino. -Ma io sí, con moltissimo piacere.
Con uno dei suoi sorrisi piú affascinanti posó la lama della spada contro la gola di Tremotino, come aveva fatto con Bae nel filmato. Solo che questa volta non avrebbe esitato un attimo a spingerla in profondità fino a squarciarlo.
-Bae...- mormoró.
-Non chiamarmi cosí. In questo mondo sono Neal, e lo sono da anni ormai, grazie a te.
-D'accordo, Neal...- Socchiuse gli occhi per un attimo, tentando di abituarsi a quel nuovo appellativo. -Dimmi solo una cosa. Perché allearti con una perfida strega...
-Quanto amo questo aggettivo- sospiró Zelena deliziata.
-...e con l'uomo che ti ha portato via tua madre?
-L'unico che l'ha portata via sei stato tu, uccidendola!- intervenne Uncino arrabbiato. -Io non l'ho obbligata a venire, non avrei mai fatto una cosa simile, perché la amavo. Tu invece...
-Tu non l'hai mai amata- continuó Baelfire, cioé... Neal, con aria tetra. -Se l'avessi amata, l'avresti lasciata andare, avresti accettato il suo volere. So che ci sei rimasto male e che abbandonare la propria famiglia sia stato un gesto egoistico, ma... mai quanto lo é stato il tuo.
Tremotino si sentí percorrere da un dolore atroce nel petto a quelle parole. Se l'avessi amata, l'avresti lasciata andare. Era ció che diceva sempre anche Belle... La sua Belle...
-Killian é stato un secondo padre per me- proseguí Neal. -Si é preso cura di me e mi ha dimostrato piú affetto di quanto me ne avessi mai dato tu.
-Non dire cosí, ti prego... Io ho cercato di darti tutto ció che potevo e di cui avevi bisogno. Ho sempre voluto il meglio per mio figlio- ribatté Tremotino addolorato.
Neal fece una risatina scarcastica, evitando lo sguardo del padre per non doverne vedere la disperazione. Lui a differenza dell'uomo lí per terra, un cuore ce l'aveva, e non era invaso dalle tenebre. Per questo sapeva che c'era il rischio di lasciarsi prendere dalla compassione, ma Uncino gli aveva dato tanto, non poteva tradirlo rovinandogli il piano. E a Zelena men che meno; lei non avrebbe esitato un attimo a trascinarlo ad Oz e a trasformarlo in una scimmia volante.
-Tremotino, non devi temere per la tua vita... Al momento- intervenne Zelena con voce soave. -Prima io ho bisogno che tu mi faccia un favore; poi Uncino si divertirà con te come lo desidera.
-Per caritá, non utilizzare certi doppi sensi- rabbrividí il pirata.
-Ma certo, dimmi pure!- esclamó Tremotino con sarcasmo. -Sará proprio un piacere per me esaudire i tuoi desideri prima di farmi ammazzare da questo...
Improvvisamente un pensiero gli balenó per la mente. Un pensiero che in un qualche modo Zelena riuscí subito ad indovinare:
-No, mio caro... Non sei piú nella Foresta Incantata ormai. Il tuo ridicolo pugnale qui ha lo stesso valore di un coltello da cucina. Dalla pelle alle ossa, fino a questo sporco organo qui dentro...- Gli puntó un dito sul petto. -Tutto di te é assolutamente umano e mortale.
Tremotino guardava fisso davanti a sé, con calma glaciale. Mai gli avrebbe dato la soddisfazione di mostrarsi spaventato. Non era piú un codardo ormai... Vero?
Il dito di Zelena salí dal petto lungo il suo collo e infine gli spinse in su il mento, costringendolo a guardare negli occhi la strega.
-Voglio qualcosa in cambio, lo sai- disse Tremotino con fermezza. -Voglio che...
-Ah-ah, no!- lo zittí Zelena. -Ho giá qualcosa da darti in cambio.
-Spero non qualcosa di inutile, altrimenti scordati che accetto.
-Si tratta di una storia. Una storia che hai dimenticato... La storia di te e la fanciulla che tanto ti piace. Qual'é il suo nome? Bettina? Isabella? Ah, no! Belle.

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