Un'urgente partenza

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La quantità di libri in quegli scaffali era incredibile. Belle si promise che sarebbe riuscita a leggerli tutti, prima o poi, o almeno a ricordarsene a memoria i titoli. Già stava iniziando a imprimerli nella mente, mentre spolverava la biblioteca. A volte, quando un titolo la incuriosiva, toglieva il rispettivo volume dallo scaffale e lo sfogliava. Inutile dire che metà del tempo lo stava perdendo tra le pagine dei libri, ma non le importava.
C'era una volta. Ne sfioró il dorso con un dito, delicatamente, e lo sfiló dallo scaffale. La copertina era marrone e rilegata in pelle. Era coperto da uno spesso strato di polvere, come se non fosse stato preso in considerazione da molto tempo. Lo aprí, sempre piú incuriosita. Cogliendo alcune frasi e guardando le numerose immagini, si rese conto che si trattava di un libro di fiabe. Biancaneve e il Principe Azzurro, la Fata Turchina, Pinocchio e Geppetto, Cappuccetto Rosso, Tremotino...
Sussultó leggendo quel nome. Tremotino! I vaghi ricordi di una fiaba che sua madre le aveva letto da piccola cominciarono a riaffiorare.
La figlia di un povero mugnaio é costretta a trasformare tutta la paglia contenuta in una stanza in oro, nel corso di una notte, ed uno strano personaggio accorre in suo aiuto... In cambio pretende il primogenito della ragazza, la quale diventerà la moglie del principe. La protagonista riesce peró a convincerlo a fare un altro patto: puó tenere il bambino se riesce a scoprire il nome dello strano mago, ovvero... Tremotino.
Belle non poté fare a meno di pensare alla volta in cui lei volle sapere il nome di Gold e lui glielo fece indovinare. Ma perché mai dare al proprio figlio il nome di un personaggio fiabesco non particolarmente positivo?
Scosse la testa perplessa e continuó a sfogliare. Quando vide un'immagine della Regina Cattiva dovette ridacchiare, perché le ricordava Regina Mills, la preside della scuola nonché sindaco di Storybrooke. Un momento...
Regina!
-Un nome piú azzeccato non potevano sceglierlo- borbottó sottovoce.
Nel libro comparve anche un'immagine di Peter Pan e Capitan Uncino.
-Ma questa non é una fiaba!- sbottó Belle confusa. -É un libro di James Matthew Barrie!
A quanto pareva si trattava di un libro di fiabe alternativo, in cui le varie storie si mescolavano e si intrecciavano. Era un'idea carina e originale, in fondo.
-Oh mio Dio- le sfuggí ad un certo punto, portandosi una mano alla bocca. Fissó la pagina a cui era giunta. C'era Tremotino nel suo castello, in piedi vicino alla finestra, dalla quale entrava un leggero spiraglio di luce. Tra le sue braccia teneva una giovane ragazza dai capelli castani.
La aveva già vista quella scena. Anzi, la aveva vissuta. Proprio il giorno prima, quando lei stava cadendo dal davanzale e lui la aveva presa...
-Non é possibile, é una coincidenza- cercó di convincere se stessa. Intanto scorse freneticamente il testo della storia.
"E dal momento in cui le braccia di Tremotino afferrarono il corpo di Belle, qualcosa nell'animo del Signore Oscuro cambió..." BELLE. No, non era possibile. Decisamente no.
Belle chiuse il libro di colpo e lo ripose al suo posto, ansimando.
-Non lo voglio piú vedere, non toccheró mai piú questo libro, mai piú...- continuava a ripetere a se stessa. Quindi chiuse un attimo gli occhi e cercó di calmarsi, prendendo dei respiri profondi.
-Belle, non ti senti bene?
Quel tocco rassicurante sulla sua schiena e quella voce preoccupata fecero sí che le guance della ragazza si tinsero di rosa per la gioia.
-Ora sí!- disse girandosi verso Tremotino, con un sorriso raggiante.
Si guardarono per un momento e poi si baciarono. Come già il giorno precedente, Belle sentí un formicolio invaderle tutto il corpo e un piacevole calore le riempí il cuore, mentre assaporava il sapore di quelle labbra. "Ecco, vorrei poter vivere solo di questo" pensava. "Questa é l'unica cosa di cui ho davvero bisogno."

Tremotino stava uscendo di casa quando il suo cellulare squilló. Fece un sospiro seccato tirando fuori quell'aggeggio tecnologico, e gliene sfuggí uno ancora piú scocciato quando vide chi lo stava chiamando: Regina Mills. Una delle cose che piú rimpiangeva del passato era proprio l'assenza dei cellulari; com'era bello non dover essere sempre raggiungibile per tutti! Anche se ci si riusciva a raggiungere comunque... in modi un poco differenti.
-Buongiorno signora sindaco, a cosa devo il piacere?- introdusse sarcasticamente la telefonata.
-Ho bisogna che venga subito qui nel mio ufficio, Gold- disse Regina con il suo solito tono dispotico.
-Ma io ho già altri piani, mi dispiace.
Non aveva nessuna intenzione di rinunciare a vedere Belle solo per una qualche lamentela di Regina.
-Vorrà dire che devono ASPETTARE. É importante.
-Sicuramente non quanto lo é il mio impegno.
Gold fece per spegnere la chiamata, ma l'ultima frase di Regina lo fermó:
-Dunque Baelfire non la interessa piú?

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