3.

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-Questa é la tua stanza..- Nicky si voltò verso Max che le indicava una camera da letto spaziosa e ben arredata. Erano passati pochi giorni e lei era stata costretta ad abbandonare il suo vecchio appartamento e la sua migliore amica per seguirlo nella sia fortezza.
-Forse é meglio che dica nostra stanza. Dormirai con me..-disse lui malizioso, mostrando un enorme sorriso.
-E se non volessi?- ribatté Nicky,deglutendo rumorosamente, non poteva dimostrare la sua paura, doveva fronteggiare il carattere dominante dell'Alfa.
-Andresti contro ad una punizione..- le si avvicinò a piccoli passi, lenti, gino ad arrivare a lei. Si sporse piano ad un soffio dal suo viso. Il cuore prese a batterle furiosamente.
-Che tipo di punizioni, ti chiederai...bene sarò felice di dimostrartelo.- Detto questo, con una rapidità disarmante le tolse il respiro facendole il solletico. Nicky cominciò a ridere cercando di scacciare le mani grandi dell'uomo. Il respiro le mancò sostituendosi alle risa.
-Ti pre..go..farò qualun..que cosa, ti prego, fermati!- disse concitatamente. Max la fissò a lungo ridere, le piaceva il suono della sua voce e della sua risata. Era la sua donna, quella fra le sue braccia, sopra il suo letto. Nessuno poteva solamente pensare di portarsela via. Le sorrise dolcemente. Non voleva che il suo cuore si riempisse di paura, ma che imparasse e a conoscerlo ed amarlo, come lui iniziava già a fare. Nicky sospirò quando smise di stuzzicarla. Si destò i vestiti,mentre lui le afferrava le braccia e gliele bloccava dietro la schiena, schiacciando il petto massiccio contro il suo seno morbido.
-Qualunque cosa hai detto?- la stuzzicò, mostrandole un enorme sorriso e uno sguardo che avrebbe incendiato un intera foresta.
Nicky sussultò e arrossì. Non poteva fare cosi. Era irresistibile. Era un uomo e che uomo. Ma lei non poteva approvare questa corrente elettrica che si creava fra loro. Doveva bloccare ogni suo tentativo di avvicinarsi a lei. Ma proprio non riusciva.
-Rispondi, tesoro. Ho capito male, forse? Oppure hai promesso che avresti fatto qualsiasi cosa?-
Nicky annuì, le mancava quasi il respiro per quelle parole sussurrate e roche. Aveva combinato un guaio.
-Cosa vuoi che faccia?-Dicendo quelle parole, sembrava una pervertita di prima categoria, visto anche il contesto. Le mani del lupo le avevano liberato i polsi e si erano posate sulla sua schiena, una aveva seguito il percorso arrivando alla spalla sinistra, fino alla clavicola e al collo. Si era piano piano chinato verso di lei, con lentezza, non voleva che potesse scapparle.
Max aprì la bocca,ma d'un tratto irruppe nella stanza una ragazza.
Capelli neri, occhi azzurri e fisico mozzafiato, notò distrattamente Nicky, mentre veniva mollata rudemente da Max, che si voltava per fronteggiare l'intruso. Si corrucciò, mentre la mora si avvicinò a lei presentandosi. Doveva essere sua sorella, notò distrattamente.
-Io sono Anne..-
-Io sono..-
-Nicky..lo so questo sapientone non faceva che parlare di te ancor prima che arrivassi qui al palazzo.- La interruppe la ragazza.
-Ma adesso vieni,andiamo, ti mostrò il resto della casa. Non vorrei che mio fratello ti mangiasse ancor prima di farti conoscere al resto de branco-Sorrise la donna facendole l'occhiolino.
-Oh-
raggiunse la donna giù per le scale fino al fondo di un corridoio. Le mostrò varie camere e la presentò ad alcuni membri del branco, che la salutarono chinando il capo verso il basso. Si era sentita tanto in imbarazzo che avrebbe voluto sprofondare.
-Questa qui, infine, é la cucina. Di solito c'é una cuoca, ma al momento é malata. Quindi, tocca a noi donne preparare qualcosa. Tu sai cucinare?- le chiese la donna mostrandole la moderna cucina con isola di marmo nero, ben attrezzata e con elettrodomestici nuovi di zecca.
-Me la cavo..-rispose in un sussurro, Nicky mentre osservava, la sua ormai cognata aprire un enorme frigo d' acciaio a due porte ed estrarne ingredienti.
-Cercheremo di combinare qualcosa. Insalata e carne in padella? Secondo te andrà bene?Oh, scusami, non ti ho chiesto se sei vegetariana..- le disse la donna veramente sorpresa da quella constatazione.
-Oh, no no. Mangio carne..- Nicky si lavò le mani, iniziando a lavare varie verdure.
-Oh, bene. In questa casa si mangia essenzialmente carne. Come ben potrai capire.- Oh certo che capiva. Il cibo principale dei lupi era la carne era normale che anche i licantropi la mangiassero, anzi era stupita che la cuocessero prima.
-Certo..-Rispose imbarazzata.
-Quante persone ceneranno? Cioè non penso che tutto il branco ci stia in questa sala..-
-Oh no no, il palazzo è diviso in diverse aree. Ognuna ha i propri comfort, quindi ogni ala ha la propria cucina cosi evitiamo di ammassarci tutti in una minuscola.-
Nicky annuì. Più che un branco senza internet ed educazione, si erano organizzati piuttosto bene.
-Mamma!- urlò un ragazzino in fuga verso Anne. Le abbracciò strette le gambe, prima di prenderlo in braccio. -Liam, lei é tua zia..Si chiama Nicky..Saluta.- il faccino paffuto del ragazzino si illuminò di un sorriso, prima di guardare la madre.
-Cosa c'è tesoro?- chiese, il bambino si agitó e le indicò la porta, prima di venire trascinata, via. Nicky rimasta sola, ultimò la cena e trovata la sala da pranzo apparecchiò, per quattro persone. Portò il cibo a tavola proprio,mentre Max ed un uomo della stessa età entravano nella sala.
-Che buon profumino..Molto meglio di quella puzza di carne bruciata..-mormorò l'uomo. Nicky lo fissò il suo viso, molto simile al visino di Liam.
-Oh scusami, io sono Jordan, piacere di conoscerti Nicky.- Sorrise al nuovo arrivato mentre Max burberò prendeva posto a tavola facendo baccano. Sembrava infastidito.
E lo era. Il solo veder un uomo accanto alla sua donna, cognato o meno, lo infastidiva da morire.
-Eccomi..oh, Nicky hai già fatto tutto?- chiese sorpresa, il bimbo in braccio avevo iniziato a battere le manine.
-Si, in effetti però non sapevo quanti saremmo stati a tavola e manca un coperto. Dovrei andarlo a prendere..-
-Non ce n' é bisogno..- disse Max afferrandola per il bacino e facendola sedere sulle sue ginocchia. Una chiara vendicazione di possesso.
-Non credere che abbia scordato la tua promessa.-

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