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-Violet, io vado!- urla Tate. Corro da lui, cercando di essere il più veloce possibile, impresa piuttosto ardua, data la mia pancia a forma di cocomero.
-Ti prego, non andare- gli dico. Mi sto comportando da egoista, ma mi manca. Mi manca da morire.
-Devo andare. Ho l'età per lavorare e per i tuoi sono un peso morto. Voglio dare un minimo di contributo. E poi voglio portarti in una casa nostra. Voglio poter dare una stanza a questo bambino. Voglio potergli dire di sì quando mi chiederà un cane o un gatto o qualsiasi altro animale voglia. E voglio arrivare a casa con un regalo per te. Diamine, se lo voglio-
- Non arriveremo mai a così tanto se fai il barista, sai? Ricomincerò a studiare. Prenderò un diploma e la laurea. Troverò un lavoro. Perché non lo fai anche tu?-
-Ci manca solo che chieda ai tuoi di pagarmi gli studi. É solo momentaneo questo lavoro. Se metterò da parte abbastanza soldi per studiare, lo farò. Te lo prometto-
Rimango incantata mentre lo guardo negli occhi. Farebbe davvero tutto questo per me?
-Ti amo- mi sussurra stampamdomi un veloce bacio sulle labbra.
-Tornerò prima di poterti mancare-
-Peccato che mi manchi già- dico. Ma lui non lo sente. Sono parole sussurrate e poi catturate dal vento, parole che come granelli di sabbia scivolano via senza far rumore.
~
Cerco di passare il tempo anche se con molta fatica. Così cerco di pensare ad una facoltà. Medicina? Troppo tempo. Musica? Non se me parla. Economia? Ma va' al diavolo. Mentre scarto diecimila proposte, ecco il lampo di genio. Letteratura. Potrei insegnare in un liceo o imparare a...sento un crampo alla pancia. No, é troppo forte per essere un crampo, ma troppo debole per essere un contrazione. Cos'é? Cosa mi sta succedendo? Cerco di urlare ma un altro dolore comincia a farsi sentire, più doloroso, più duraturo. Mi si mozza il fiato e sono costretta a piegarmi e a stringere i denti. Cazzo, Tate. Dove sei? -Ti prego, mamma- riesco a dire a denti stretti. Mia madre si precipita da me e prova a capire cosa mi stia succedendo. Come può, se non lo so neanche io? Cerca tutte le domande per chiedermi com'è il tipo di dolore, ma io non posso fare a meno di lamentarmi e dire "Male. Fa tanto male". Le ondate si fanno sempre più frequenti, più dolorose e più insopportabili. Non ce la faccio più. Mia madre compone il numero dell'ambulanza, mentre inizio a gemere. Perché fa così male? Il cuore mi batte a mille. Non può essere già il momento. È troppo presto. Manca ancora un mese. Ti prego, fa' che non sia nulla di grave. Ti prego.
Stringo i pugni attorno alla gamba del tavolo e urlo. Sento delle sirene. L'ambulanza è arrivata. Sono qui. Mi aiuteranno. Va tutto bene.
Chiudo gli occhi e lascio che mi portino in ospedale. Mi lascio scappare una lacrima e me ne vergogno. Scongiuro mia madre di chiamare Tate, ma non lo fa. Ho bisogno di lui. Aiuto. Ho paura. Basta con questo dolore. Spegnetelo. Aiuto.

||ecco un altro capitolo cattivo. Scusate, ma è più forte di me! Perdonatemi per l'assenza ma scrivere sul cellulare e senza Wi-Fi è terribile||

You and me, together for always -American Horror StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora