Capitolo 1-Odio

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Amavo guardare dal finestrino il paesaggio che scorreva veloce davanti ai miei occhi: il mare che sembrava una tavola azzurra e pulita, gli alberi che sembravano tutti così vicini... ed io piccola in confronto a questo mondo enorme che andava veloce davanti ai miei occhi.
«Lo hai rifatto» disse Peter.
Io restai un attimo confusa, in quanto non capivo a cosa si riferisse...
«Sei rimasta ancora una volta a fissare il vuoto» si spiego' ulteriormente Peter.
«Ah si...» dissi ridendo nervosamente.
Spiego brevemente, siamo tutti orfani e fin da piccoli siamo cresciuti tutto insieme in un collegio portando avanti ovviamente una vita normale, studiamo, usciamo, andiamo a ballare... di diverso abbiamo soltanto il posto in cui dormiamo, le persone che si prendono cura di noi.
Adesso eravamo in viaggio, stavamo cambiando collegio perché, i tutori del vecchio collegio a cui appartenevamo hanno deciso di sposarsi e di costruirsi quindi una vita e con tutte le spese non ce la facevano più a sostenere il collegio.
Eravamo nel pullman, ci hanno divisi un po' a tutti ma per fortuna i miei migliori amici li hanno portato con me, eravamo: Gaston, Rochi, Eugenia, Nico, io e Peter.
«Amore,guarda ci siamo» disse Peter,dandomi un bacio e solleticandomi la guancia con il pollice.
«Si» ricambiai ansimando.
Ho sempre avuto ansia per le cose nuove. Scesi, dall'autobus e con passo lento mi fermai ad osservare ciò che mi circondava .
«Amore ma è bellissimo!» disse sollevandomi entusiasta Peter.
Il collegio era stupendo, era una casa enorme con un grande orologio, un grande giardino è proprio da lì riuscivo a leggere:"MANDALAY" era così che si chiamava.
Peter scese dal pullaman le grandi valigie.
«Lascia che la porti io non ce la fai sono troppo grandi» dissi levandogli la mano dalla mia valigia.
«Amore zitta c'è la faccio» disse dandomi un bacio sulle labbra,quasi mordendole.
Prese le valigie ed entrammo in collegio.
«Benvenuti» disse la direttrice abbracciandoci, e accompagnandoci a visitare tutto il collegio.
C'era un piscina,un sotterraneo,tanti dormitoi maschili e femminili. Fortunatamente noi eravamo in una stanza davanti ai maschi,lo interrompeva il bagno,per arrivare nella stanza dei maschi bastava solo attraversare il bagno.
Nella camera io ero con Rochi,Eugenia e due ragazze,che si presentarono :Luna e Kika.
Peter mi raccontò invece che era con i ragazzi, e con due nuovi Pedro e Jaime.
Per ora eravamo a pranzare io ho divorato tutto,ero,o meglio eravamo in viaggio da tre sere,e non avevamo mangiato nulla.
Io stavo seduta vicino a Eugenia,Eugenia è una ragazza un'anno più grande di me,ha diciotto anni,bionda,alta con gli occhi chiari,fidanzata con Nico.
«Guardaaa» mi urlò,togliendosi dalla bocca la forchetta che teneva il filetto di carne.
«Cosa?» dissi confusa.
«Da quando siamo arrivati Nico,si Nico il mio ragazzo non smette di parlare con quella la che zoccola» disse irritata.
«Ma dai staranno facendo uno scambio culturale» dissi io
«Eieiei e guarda la! Il tuo Peter con chi è?» disse ridendo
«No questo mi sentirà. » dissi lanciando con violenza la forchetta contro il piatto.
«Ciao amore» dissi baciandolo davanti a quella ragazza,che guardandola bene mi accorsi che era Luna,la mia compagna di stanza.
«Questa è ..» disse Peter.
«La sua ragazza,sono la sua ragazza» non lo feci finire di parlare.
Lui annuì,e continuava a guardare a Luna.
«Andiamo Peter»
«Si,ciao Luna ci vediamo!» disse
«Certo» rispose Luna.
Lo afferrai dalla felpa e lo portai in camera.
«Che hai appena fatto?» dissi
«Amore semplicemente ho fatto amicizia con una ragazza mi ha spiegato un pò di qui niente di più! Io amo te poi lo sai!?» disse mettendomi le mani nella vita, e guardandomi con uno sguardo da cucciolo dolce.
«Ti amo» lo baciai,lui mi sorrise toccandomi il viso.
«Adesso vado dai ragazzi» se ne andò.
Io tornai da Eugenia.
«Tutto apposto Peter è pazzo di me io di lui,nessuno è come noi.» dissi.
«Gastòn parla in continuazione con Kika» disse Rochi unendosi.
Rochi era fidanzata con Gaston ed era alta con gli occhi chiari e bionda come Eugenia,io invece ero mora e bassa,anche troppo bassa.
«Ragazze i nostri ragazzi ci amano» dissi rassicurandole.
«Già non c'è da preoccuparsi» aggiunse Eugenia.
Dopo il pranzo andammo in camera e trovammo Luna, e Kika, che parlavano e ci guardavano dalla testa fino ai piedi.
«A me già mi stanno sul cazzo» dissi a Rochi e a Eugenia
«Mi ispirano omicidio,le vorrei ammazzare» disse Rochi cercando di lanciare un cuscino verso Kika,ma noi la fermammo.
Si sentì bussare alla porta.
«Chi è?» rispose Luna.
«Sono Peter»
«Ei ciao!» disse Luna dandogli un bacio sulla guancia.
Cosa cosa cosa cosa? Aveva appena baciato la guancia che solo io potevo baciare? Aveva sentito il suo odore, la sua mandibola calda,e il calore.
«Allargati lo hai appena conosciuto» dissi mettendomi davanti a Peter.
«Peter,andiamo ti accompagno a fare questo giro del collegio?» disse Luna non calcolandomi.
«Amore faccio un giro con Luna al collegio,ho bisogno che mi spieghi molte cose! Ti dispiace?» mi disse.
«Ma no! Vai vai vai» dissi cacciandoli via,e chiudendo la porta.
Poi presi un cuscino più a me vicino e lo lanciai alla porta urlando «Certo che mi da fastidio stronzo,stronza,stronzi!»
Rochi ed Eugenia,corsero a calmarmi.
«Gli è la farò pagare» dissi.
«Calma Lali calma.» mi ripetevano in coro.
«Ragazze ma noi siamo sceme. Rimaniamo qui? Andiamo a conoscere il locale e i ragazzi!» dissi.
Ci guardammo tutte e tre contemporaneamente con uno sguardo malizioso,e uscimmo dalla stanza dirigendoci verso la palestra li vanno sempre i più fighi ad allenarsi a fare box,e panche.
«Eilà ragazzine avete sbagliato? Palestra femminile è accanto,se volete vi accompagniamo noi.» disse un ragazzo, accanto a lui aveva tre ragazzi, uno della mia altezza moro con gli occhi azzurri, e gli altri due alti mori con occhi color nocciola.
«Si» disse Eugenia perendosi negli occhi di quel ragazzo.
Così ci accompagnarono in palestra,e andarono via.
«Box» urlai spalancando gli occhi.
«C'è Luna che fa box con Peter» aggiunsi.
Mi avvicinai a loro.
«Ciao Peter hai sbagliato palestra? Levati è posto per me» dissi sfilandogli i guanti e prendendo il suo posto.
«Mezza luna sei pronta?» dissi rivolgendomi a Luna con uno sguardo serio.
«Lali no.» diceva Peter.
«Vai Lali vai Lali,Lali,Lali..» urlavano in coro Eugenia e Rochi.
Il loro grido mi incoraggiava, e l'odio verso Luna mi incoraggiava di più,riscaldai i polsi,e poi pugno. secco. forte. deciso. La colpì con tutta la mia forza sulla pancia,mi guardò male,aveva preso una bella botta,decisa mi diede un pugno nel naso,facendomi uscire sangue,a quel punto dovevo stenderla un'altro colpo deciso,sulla sua pancia, lei cadde per terra e inizió a vomitare sangue.
«Testa di cazzo ma che minchia fai?» disse Peter rivolgendosi a me,salendo in campo,aiutando a Luna a vomitare,la teneva per i fianchi,e gli accarezzava il viso.
«Intanto era un gioco,e poi non hai visto cosa ha fatto a me?» dissi
«Luna apposto?» disse non calcolandomi.
Io mi levai i guanti gli e li buttai per terra,scesi dal campo e corsi in camera buttandomi a peso morto sul letto.
Eugenia e Rochi mi vennero dietro correndo.
«Lali lascialo stare è stronzo» dissero
«Non mi ama più» dissi quasi piangendo.
«Massì che ti ama.» disse rassicurandomi Rochi.
Nel frattempo entrò Luna,che camminava in piedi a stento, e Peter la reggeva,stringendola forte,la fece distendere sul letto.
«Se hai bisogno ci sono» disse guardandola negli occhi.
Erano vicini,troppo vicini per i miei gusti.
«Grazie grazie Peter,nessuno c'è mai per me» Mentre Luna diceva queste parole lo abbracciò.
«Ci sarò sempre per te» disse lui.
Non so iniziai a piangere sapevo che in qualche modo lei li avrebbe fatto allontanare da me,avrebbe rotto tutto.
«Lali non piangere» disse Rochi in modo da farsi sentire.
Ma a Peter fregò poco se io stavo bene o male, filò via,senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
Mi alzai con le lacrime agli occhi urlando:«Perché hai scelto proprio Peter? Vuoi portarmi via lui? Ah? Nella vita ho avuto solo lui. Non ho avuto ne madre ne padre,sono stata orfana l'unica cosa che mi rimane è lui. Hai capito? È lui. Non mi puoi arrivare tu eclissando tutto Luna. Il tuo nome è Luna ma non sei tu la Luna quindi non puoi. Stronza.» dissi piangendo sempre più forte, tirandogli i cuscini.
«Lali calma» disse Eugenia mentre mi teneva per i bracci insieme a Rochi.
Andai via. Sbattendo la porta forte.

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