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ASHTON

-Mi hai mentito!- urlò contro di me.

I due uomini che la tenevano la portarono più vicina a Des. Quest'ultimo mi tirò un altro pugno, facendomi accasciare a terra.

-No! Per favore fermati!- urlò ancora Zahila.

Vidi i suoi stivali quando girai la testa ed appoggiai la guancia su quello che doveva essere asfalto sotto di me. Avrei voluto alzarmi e combattere ma ero troppo stanco, ferito.
Senza la mia connessione con Zahila mi sentivo perso, senza forze.
Il mio stato d'animo era simile a quello prima di incontrarla, solo che in quel momento provavo qualcosa di forte. Per lei.

Finalmente avevo avuto la conferma di provare davvero qualcosa per Zahila, qualcosa che andava oltre a essere dei Nessuno.

Lei urlò ancora.

La mia bambina, pensai ha bisogno di me ma io non posso aiutarla.

Un'altro colpo si scontrò sul mio corpo, la parte migliore che potevo trovare in quella situazione era che lei non poteva sentire il dolore che stavo provando.

Avevo perso quasi i sensi a farla delle botte che mi stavano dando i due uomini. Riuscii ad aprire gli occhi e intravidi Des trascinare via Zahila.
Scattai dalla rabbia.
L'ira che mi accede tutto il corpo mi fece alzare in piedi e buttare a terra i due uomini, con il corpo dolorante iniziai a correre verso l'uomo che stava trascinando via Zahila.

Lei era il mio unico obbiettivo, l'unica cosa che i miei occhi potessero vedere.

I suoi, pieni di lacrime. La sua voce gridava aiuto e mi guardava, ed io cercavo di andare più veloce.

Des mi guardò, attirò Zahila più vicino a se. Scomparvero.

Un rumore meccanico mi fece capire che qualcuno dei miei compagni era riuscito a liberarsi.

Mi venne voglia di vomitare, un miscuglio di sensazione mi fece girare la testa e annerire la vista. Lei non era più li con me, sentivo la distanza in modo crudele.
Era come se mi avessero strappato un braccio. Non avevo più il mio punto di riferimento, il mio sole.

-Andiamo via!- sentii gridare Michael.

La mente abbandonò il mio corpo ed io caddi a terra immobile.

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La sensazione che provai quella mattina era dieci volte peggio.

Ancora nel letto mi girai per stare a faccia in giù contro il cuscino. Avrei voluto soffocare solo per reprimere quel dolore che mi stava uccidendo.

Solo dopo pensai a come fossi arrivato nel mio letto, non il letto dell'hotel. Quello del nostro appartamento.

Veloci flash-back mi spaccarono la testa in due.

La mancanza di lei la sentii subito, palpabile e visibile.

Un leggero bussare mi fece spostare gli occhi verso la porta. Essa si aprì, rivelando Evan.

Mi fece un sorriso, mi fece incazzare di più. Avrei voluto alzarmi e dargli un pugno.

-Hei Ashton.- si avvicinò al letto, non mi mossi -Ti ricordi cos'è successo?-

La risposta fu immediata.

-Lei.- deglutii -L'ha presa, l'ha portata via.-

Guardai il muro bianco mentre gli sentii dire un leggero: -Ok-

Mi guardò.

-È normale provare più dolore adesso, l'effetto della pozione è totalmente svanito.- mi spiegò.

Girai la testa dall'altra parte.
Mi sedetti di scatto quando notai una macchia nera comparire graduante sopra il mio braccio, guardai quello che sembrava un livido.
Altri comparirono sulle mie braccia e sulle mie gambe.

-Ashton.- mi chiamò Evan.

-Non me lo dire, ti prego.- cercai di reprimere la voglia di piangere. Non volevo sentirmi dire in faccia quello che stava accadendo.

Tutto quello a cui riuscivo a pensare era Zahila e a quanto stesse soffrendo in quel momento.

-Le stanno facendo del male?- piagnucolai.

Evan annuì -Quello che succede nel suo corpo succede anche nel tuo, non puoi sentire il dolore o le emozioni perché siete troppo distanti. Non riuscireste neanche a parlare telepaticamente.-

Mi portai le mani contro il viso e iniziai a piangere.
Pensavo di essere già stato ferito prima, ma niente mi fece provare così tanto dolore quanto la sua assenza.
La sensazione era come quella di essere svuotati, pestati a morte e dopo essere lasciati morire.

La mia mente viaggiava forte ma non arrivava ad un punto concreto, ero smarrito. Perso.

-Cosa posso fare per aiutarla, farò qualsiasi cosa.- parlai velocemente.

Sentii i passi di Evan.

-Curerò le ferite sul tuo corpo, sperando che faccia effetto anche sul suo. Ovunque lei sia.- mi spiegò -Al più presto rintraccerò Des. Andremo a riprenderla, Ashton.-

Annuii e mi sdraiai ancora con le lacrime agli occhi.

Zahila. Chiamai.

Nessuno rispose.

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