Capitolo 7- Giorni bui

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C'erano giorni in cui mi mancava così tanto che non volevo parlare con nessuno se non con lui. Desideravo stare con Will più di qualsiasi altra cosa.
E ce n'erano altri in cui odiavo tutti, maledicevo il giorno in cui ero nata e volevo solo stare chiusa in camera e non avere rapporti con nessuno al di fuori della casa, nemmeno con William. Odiavo me stessa per questo ma non riuscivo a smettere di comportarmi così. Piangevo senza ragioni. E non contattavo in alcun modo Will. Non ne avevo il coraggio.
Mi mancava da morire. Delle volte volevo stare da sola e basta. E se davvero Will avesse voluto passare altro tempo con me come diceva, avrebbe dovuto imparare a gestirmi in questi momenti.

Un giorno, di questi ero in camera quando sento suonare il campanello. Mamma va ad aprire e la sento chiamare a squarciagola il mio nome.
Io non scendo perché non ne ho la voglia così mamma è costretta a salire al piano di sopra. Bussa ma il bussare si rivela inutile perché
Prima che io le dica di entrare lei spalanca la porta.
"Linsday, scendi. Alla porta c'è ha persona che ti vuole"dice.
Io metto la testa sotto il cuscino ma lei grida così forte che la sento fin troppo bene. Così mi alzo dal letto, con la pantofole a forma di Pluto e con addosso il mio pigiamino marcato "Disney" comprato all'età di 10 anni a Disneyland Paris Paris ma che mi va ancora perché di altezza non sono cresciuta molto..
Scendo le scale con calma fino a quando vedo la schiena di una persona.
WILL.
Mi fermo sulle scale e solo quando si gira verso di me e mi dice di avvicinarsi io mi muovo. Mi guarda ed esclama
"Ti piace la disney deduco"
Io non dico niente e mi limito a guardarlo. Non gli chiedo di entrare e non lo abbraccio nemmeno. Restiamo a guardarci come se ci stessimo vedendo per l'ultima volta e dovessimo memorizzare lo sguardo dell'altro per cercare di non dimenticarlo mai, di non perderlo mai.
Ad un tratto tenta di abbracciarmi ma io come una sciocca lo respingo appoggiandogli le mani sulle spalle. Lui mi ha guardato con uno sguardo interrogativo e poi se ne va.
I giorni successivi a questo ogni mattina mi ha portato la colazione che io puntualmente ho rifiutato.

Ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora