CAPITOLO 29

22K 1.1K 97
                                    

Sento le voci, troppe voci. La morte non dovrebbe essere caotica, ho sempre immaginato che avrei provato un senso di pace. Qualcuno mi scuote e io apro gli occhi di scatto.

La luce mi acceca ma quando metto a fuoco lo vedo, il mio amore, lo vedo. Gli sorrido ma lui sembra terrorizzato e io non capisco perché, ora siamo insieme.

«Elisa, sono qui».

Amo la sua voce, amo qualsiasi cosa di lui. Continua a scuotermi e non capisco perché. Non è contento di vedermi?

Gli occhi azzurri continuano a guardarmi preoccupati, invece io mi sento in pace dopo tanto tempo. Non m’importa se sono morta, adesso potrò stare per sempre con lui, perché è la mia casa.

 «Elisa guardami, sono io».

 «Lo so» dico. Gli accarezzo il viso, e per qualche strana ragione mi sembra tutto reale. Lui mi stringe a se, mi bacia la testa, mi stritola e io smetto di respirare perché ho visto qualcosa che non dovrebbe essere nell’aldilà. Monforte.

Spingo via Erik, lo guardo sconvolta e penso di essere diventata pazza. Sono ancora viva, lui è vivo. Lui è vivo.

 «Sei vivo» continuo a ripeterlo, faccio qualche passo indietro e non so cosa mi prende. Lui aspetta, aspetta che dica qualcosa.

Ho paura, non riesco a capire se è realtà. Ho paura di svegliarmi dopo essermi convinta che è vivo e allora farà male, impazzirò del tutto.

 «Non sei realtà, sei solo frutto della mia immaginazione. Tra poco mi sveglierò e tu non ci sarai, scompari sempre e io non posso andare avanti così»  urlo in lacrime. Sto diventando pazza, vedo qualcosa che non esiste. É solo un sogno, lui non è qui.

Viene verso di me, prende il mio viso tra le mani mi attira a sé e poi mi bacia. Tremo perché sembra realtà, e poi mi guarda con amore.

 «Sono vivo».

Sento il suo profumo, il suo calore, il suo amore. Io lo sento. Non riesco a respirare, le gambe cedono e svengo.

 «Elisa svegliati». Qualcuno mi accarezza, mi bacia dolcemente. Il suo profumo. Apro gli occhi e mi scontro con lo sguardo che amo da impazzire. Lui è qui, non è svanito nel nulla come negli altri sogni.

E poi la realtà arriva come un treno in corsa e si schianta su di me. Oh mio dio, lui è vivo.

 «Tu sei vivo» esclamo appoggiando la mano sul suo petto. Sento il battito del suo cuore, il petto che si solleva. Lui è vivo. Lui è vivo. Lui è vivo.

 Salto tra le sue braccia stringendolo forte, con la paura di perderlo di nuovo. Gli bacio la fronte, gli occhi, il naso, le guance, il mento, le labbra. Lui mi stringe a se, mi accarezza e mi sussurra che gli sono mancata. Il mio cuore rischia di esplodere di gioia, d’amore, di…rabbia. Ho sofferto in un modo inverosimile e lui era vivo, consapevole di come sarei stata. Il mio corpo reagisce d’istinto, lo spingo e poi lo guardo negli occhi.

 «Come hai potuto farmi questo? Come sei riuscito ad andare avanti con la consapevolezza che io stavo morendo per la tua perdita?».

Lui sospira visibilmente stanco.

 «Non ho avuto scelta. Era l’unico modo per mettere fine a questa storia. L’Fbi mi ha proposto un accordo e io ho accettato» cerca di giustificarsi.

 «Come credi sia stata in questi mesi? Hai idea cosa vuol dire perdere la tua ragione di vita? Hai idea di come scorre lento il tempo?» dico. Sbatto i pugni sul suo petto, lo spingo, strillo, mi sfogo.

Mi stringe i polsi e mi trattiene con forza.

 «Credi che per me sia stato facile? In questi tre mesi non ho chiuso occhio, ogni fottuto secondo pensavo a te». Appoggia la sua fronte sulla mia e sospira. «Avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerti e l’ho fatto».

BELLO MA DANNATO PassioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora