Capitolo 5

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I giorni seguenti, Manuel li passò in casa. Non riusciva proprio ad uscire. La madre, il padre e addirittura il fratello, provarono a farlo uscire, anche solo ad andare a prendere un caffè. Lui niente. Quella città gli sembrava cupa, buia, gli faceva anche un po' di paura. Passava le giornate con il telefono in mano ad aspettare che Ciro lo chiamasse per dirgli che sarebbe andato a trovarlo per qualche giorno e, finalmente, dopo una settimana, quella telefonata arrivò. Era mercoledì quando il suo amico chiamò Manuel per dargli la notizia che sarebbe arrivato il venerdì pomeriggio e che si sarebbe trattenuto per una settimana. Manuel scoppiò di gioia. Una settimana tutta per loro, in una nuova città. L'idea lo faceva impazzire e infatti, i due giorni successivi furono i più lunghi della sua vita. Finalmente, il venerdì pomeriggio la macchina nera di Ciro si fermò sotto casa di Alberto. Trascorsero un paio d'ore in camera di Manuel a parlare di come erano andati quei dieci giorni, delle condizioni di salute della madre di Manuel, il quale gli spiegò che le cure sarebbero cominciate il lunedì successivo, parlarono un po' di tutto... e li interruppe il padre di Manuel perché la cena era pronta. La tavola era già apparecchiata. Cucinò Maria, con l'aiuto di Marta, la fidanzata di Alberto... pasta al forno, carne alla brace, patate, dolci, caffè e anche " l'ammazza caffè " che però presero al bar. Manuel e Ciro fecero un giro per Firenze, finché non si fermarono su una panchina vicino al Ponte Vecchio, si accesero una sigaretta e continuarono a parlare. Si erano mancati davvero molto. "Insomma? Napoli è sempre la stessa o mi sto perdendo qualcosa?" chiese Manuel. "Non ti perdi niente. Qui si sta bene. Ti giuro che sto facendo un pensierino di venire a vivere qua. Ma non pensare che è perché mi manchi... lo sai che non è vero!" "tranquillo che lo so... però non hai resistito neanche dieci giorni senza di me! Chissà come mai...". E li iniziarono a ridere e un po', anche ad emozionarsi per quella loro amicizia così bella e infantile. Verso le 11 Ciro propose di andare a bere qualcosa, così Manuel chiamò il fratello che conosceva i locali e insieme andarono in un piccolo pub in centro. Il posto era molto carino: il bancone era posto esattamente al centro del locale, intorno c'erano tutti i tavolini e i divanetti, in una piccola stanza sulla destra, si poteva anche ballare la musica house messa dal Dj di turno. Le luci del pub erano blu e verdi e la musica non troppo alta, permetteva di parlare tranquillamente. "Manuel come vanno gli studi? È tanto che non parliamo più... raccontami qualcosa. Sono pur sempre tuo fratello maggiore no?"

"E' per questo che non ti racconto niente. Potresti dire tutto a mamma e papà come facevi quando eravamo piccoli!" rispose Manuel. "Dai! Lo sai che lo facevo solo per il tuo bene. Almeno dimmi se hai la ragazza."

"Ok! Se proprio vuoi saperlo... attualmente non c'è nessuna! Sai come sono fatto. Non mi piacciono le storie di poca importanza. Sto cercando quella che mi faccia stare bene!"

"Alberto, tuo fratello ha proprio la testa dura. Gliel'avrò detto decine di volte che non troverà mai nessuna se almeno non prova a conoscerle." Intervenne Ciro. "Si! È proprio vero! Sei uguale a mamma. Nessuno vi batte a testardaggine!" Proprio in quel momento al loro tavolo si avvicinò una ragazza, molto carina, mora, capelli lisci e un sorriso stampato in faccia. "Scusate! Non è che io e la mia amica possiamo unirci a voi? Il fatto è che sono finiti i tavoli e abbiamo pensato di fare un po' di amicizia" disse la ragazza. "Certo. Venite pure. Tanto il posto c'è!" rispose Manuel. La ragazza nel vederlo rimase un po' in silenzio, quasi stupita. Dopo un momento di esitazione e con un filo di voce, "Ok! Vado a chiamare la mia amica." E andò  verso il banco degli alcolici. "Però è carina quella ragazza. Non credi Manuel? E poi hai visto come ti ha guardato? È rimasta paralizzata appena hai iniziato a parlare e ti ha visto in faccia. Non è vero Alberto?"

"Hai ragione Ciro! Quella è già pazza di te, fratellino..." prima che Manuel riuscisse a replicare, le due ragazze si sedettero al tavolo. Ciro iniziò subito a parlare con la ragazza mora "Possiamo sapere almeno il tuo nome, o dobbiamo chiamarti morettina?"

Senza un addio (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora