Capitolo 1

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Eccomi qui! Un individuo qualunque che vi racconterà, o meglio cercherà di raccontarvi una storia, ma non una storia qualunque, no! Una magica storia d'amore... Questa potrebbe essere una storia in cui molti di voi si rispecchieranno, altri solo in parte, altri ancora, dopo due pagine, si stancheranno di leggere e butteranno questo libro (se così possiamo chiamarlo) in un cassetto della propria camera, magari accanto ai loro sogni. Sì, i sogni... proprio come quelli di Manuel e Giulia! Ecco i nomi dei protagonisti... e allora perché aspettare ancora. Apriamo il sipario e mandiamo in onda questa realtà, una piccola realtà che spero vi faccia emozionare, gioire, soffrire e perché no? Piangere anche insieme ai nostri piccoli eroi.

Erano i primi di novembre, più precisamente il 2 novembre, il mare era calmo, pacato e blu come non mai. Forse perché rispecchiava il cielo limpido e sereno di quella mattinata autunnale. Su un muretto, poco lontano dalla spiaggia, c'era un ragazzo, 19 anni compiuti da poco, moro, occhi verdi e dei lineamenti a dir poco perfetti. L'aria da classico "scugnizzo" napoletano, sì, perché è lì che era nato e vissuto fino ad allora, a Napoli... anzi no, nella sua Napoli come la definiva lui. Era lì, con un libro al fianco e lo sguardo perso tra le onde che nascevano e morivano sul bagnasciuga. Erano le sette del mattino, minuto più minuto meno, Manuel non era ancora rientrato a casa dopo aver passato la notte a studiare dal suo migliore amico Ciro. Avete capito bene. Non era un ragazzo come tutti gli altri, che la domenica sera vanno in giro per i locali a prendere sbornie o a ballare con gli amici. Sì, faceva anche quello come è normale che sia, ma ogni cosa a suo tempo. Infatti quella mattina aveva un esame: era iscritto all'università di Napoli all'indirizzo di psicologia. E per questo aveva passato la notte in bianco per studiare per la terza volta quel libro sull'adolescenza e, da buon amico, Ciro si era offerto di aiutarlo anche se, a differenza di Manuel, non studiava, dopo il diploma di ragioniere era subito andato a lavorare, più precisamente in una banca vicino casa. Manuel e Ciro si conoscevano da quando avevano 7 anni. Come tutte le grandi amicizie, anche questo ebbe luogo dopo un litigio. Manuel si era appena trasferito nel nuovo appartamento del Vomero (un quartiere di Napoli) e, mentre i suoi genitori traslocavano, lui era sceso nel cortile, per dare due calci al pallone. Ciro, che era sempre vissuto li, lo vide e per fare un po' lo spaccone iniziò ad offenderlo; dopo alcune offese pesanti, il piccolo Manuel si avventò su di lui e dopo una bella scazzottata, iniziarono a ridere. Da quel giorno non si lasciarono più! Napoli stava per svegliarsi. Quasi tutti stavano per mettersi in auto per andare al lavoro e, in un momento, quella pace che stava riempiendo il cuore di Manuel si interruppe. La fermata dell'autobus più vicina era a due minuti dal mare. Alla fermata, il cellulare iniziò a squillare: " Piccolo come stai? Come mai stanotte non sei rientrato? Potevi anche avvisarmi! Sai come sono fatta... mi hai fatto stare in ansia tutta la notte!" lui sorrise e gentilmente rispose " Mamma, dai! Lo sai che se non rientro a casa vuol dire che sono da Ciro... comunque sia mi dispiace. Ora ho l'autobus, spero che questo esame vada bene. Ti chiamo dopo per farti sapere ok? Un bacio". Una volta riattaccato il telefono, pensò in cuor suo: " Sempre la solita! Si preoccupa inutilmente, ormai sono abbastanza grande da potermela cavare ". Ed era così! Infatti passare l'adolescenza in quella città, tanto bella quanto pericolosa, non era facile. La Napoli di oggi è invasa dalla camorra, dalla droga, dalle armi... in un'età così difficile è molto facile perdersi, ma non lui, non Manuel. La sua era sempre stata una famiglia per bene e lui un ragazzo più maturo dei suoi coetanei. Naturalmente qualche cazzata anche lui l'aveva fatta, ma non era caduto, in quel mondo di violenza e droga, no! Lui era ancora in piedi, non avrebbe sopportato di essere uno di loro, uno della malavita, uno pronto sempre a guardarsi le spalle per paura di morire. Allora con il suo diploma di tutto rispetto, aveva iniziato l'università, ed ora eccolo lì, su quell' autobus che lo portava a combattere un'altra battaglia personale. Voleva il meglio per la sua vita, voleva un lavoro importante, che potesse aiutare la gente e una famiglia... però prima doveva e voleva vivere un grande amore. Non un amore qualunque. Un amore vero, un amore che ti faccia sognare, che ti faccia sentire leggero, un amore che ti faccia fare qualche sciocchezza, qualche pazzia, un amore che per viverlo faresti di tutto, anche cambiare la tua vita, i tuoi sogni, le tue ambizioni, che ti faccia soffrire, gioire, piangere, ridere, scherzare, litigare, fare pace... cosa c'è di più bello che fare pace dopo aver litigato? Sentire la passione, l'amore, che ti travolgono, che ti fanno assaporare la vita come mai prima di allora... Lui voleva provare tutto questo, doveva provarlo! Era un sognatore, un romantico, anche se fino a quel momento non aveva avuto neanche una storia seria. Diceva che non aveva trovato quella giusta, una per  cui valeva perdere la testa. Era lì su quel sedile dell'autobus con il suo libro in mano per ripassare l'ultima volta...  non sapeva che quel giorno sarebbe stato l'inizio della sua vita.

Senza un addio (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora