Capitolo 10

11 1 0
                                    

Manuel e Ciro si misero in macchina. Era l'ultima sera che passavano insieme. Non si sarebbero rivisti per tanto.

"Ja Ciro. Metti un po' di musica. Dentro sta macchina c'è un mortorio. Mo mett nu poc a Giggi accussì ci scetamm."

"Va bene. Ma non lo mettere basso."

"Come vuoi capitano."

Ciro si era fatto spiegare da Alberto la strada, e, Manuel era ancora più stupito dell'amico. Infatti, Ciro, aveva molta memoria per le strade, se le ricordava tutte, ma stavolta aveva superato sé stesso, a Firenze non c'era mai stato e invece sembrava conoscerle bene.

Arrivarono a un pub che, secondo Alberto, faceva dei panini buonissimi.

"Manu abbassa il volume. Sembriamo dei terroni."

"Ma lo siamo. E io sono anche fiero di esserlo."

"Senti, ma come è andata con la bionda?"

"Ne parliamo a cena. Andiamo a prendere i panini che ho fame."

Scesero dalla macchina ed entrarono nel locale.

"Certo che potevano arredarlo meglio." Disse a voce alta Manuel.

Ciro gli diede un pugno. "Stai zitto. Vediamo di non fare brutte figure."

"Va bene papà. Ma che hai stasera? Non mi sembri neanche tu."

"Perché?"

"Prima non volevi la musica in macchina, poi dici che sembriamo terroni, ora non vuoi fare brutte figure. Ma che hai? Non sei mai stato così. Secondo me ti fa male l'aria del nord."

"Ma che aria del nord. Sono solo stanco. Dai ordiniamo e andiamo a casa."

"Ok. Scusi. Me li farebbe due hot dog da portare via? E, anche una vaschetta di patatine fritte e mozzarelline fritte. Grazie." Si rivolse al barman dietro il bancone.

Dopo una decina di minuti, il ragazzo tornò con l'ordinazione.

"Ecco a voi. Sono 20€."

"Come scusi?" rispose sbalordito Manuel.

"Non ha capito? 20€."

"Pensavo di non aver capito bene e, invece, siete proprio dei ladri."

"Veramente abbiamo dei prezzi anche bassi."

"Ma bassi cosa? Con 20€ ci vado a mangiare al ristorante."

"Senta lo scusi. Questi sono i suoi soldi e lui lo porto via io. Scusi ancora e grazie." disse Ciro.

I due tornarono in macchina.

"Ma sei scemo?"

"Perché. Solo perché ho detto la verità. È vero. Con quei soldi ci vado a mangiare al ristorante. A Napoli spendevamo si e no 10€. Sono proprio dei ladri."

"Manuel cazzo. Te lo vuoi mettere in testa che non sei più a Napoli? Ora vivi qui e le cose sono molto diverse e, cambieranno anche tra di noi."

"Ciro ma che stai dicendo? Perché dovrebbero cambiare?"

"Lo vuoi sapere perché sto così stasera? Perché non voglio andarmene. Perché ho paura. Paura che quando me ne andrò sarò uno qualunque per te. Un vecchio amico di scuola. Conoscerai altra gente. Ti farai un nuovo migliore amico e, non ci sentiremo neanche più."

"Ciro che stai dicendo. Tu per me sei e resterai sempre il mio migliore amico. E poi presto vengo a Napoli, tu puoi venire a trovarmi quando vuoi, ci sentiremo ogni giorno. Io non cerco un altro migliore amico quando ho il migliore <<miglior amico>> del mondo. Stai tranquillo."

Senza un addio (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora