Capitolo 6

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"Ciro! Manuel! Sveglia! Venite a tavola è tutto pronto. Stiamo aspettando voi!"

Roberto, il padre di Manuel aprì le finestre.

"Ma che ore sono? Io ho ancora sonno!" rispose Manuel con la faccia assonnata.

"E' l'una e mezza. Forza dormiglioni." E lasciò la camera. Ciro stava dormendo ai piedi del letto di Manuel, il letto singolo in due è un po' scomodo, ma quella notte non andò poi così male. "Dai Ciro! Ci stanno aspettando. Svegliati." E così dicendo gli diede un piccolo schiaffetto su un braccio.

Poco dopo erano tutti a tavola. I due amici con la faccia ancora molto assonnata e anche Alberto non era da meno. Iniziarono a mangiare e, finalmente, Manuel ebbe il coraggio di parlare della malattia della madre. "Mamma. Allora domani inizi le terapie?" gli chiese.

"Si! Devo andare all'ospedale alle 9 circa. Mi accompagna tuo padre." Rispose lei dolcemente.

"Se ti va vengo anche io"

"No amore tranquillo. Preferisco tu vada ad iscriverti all'università. Non voglio che resti indietro con lo studio a causa mia."

"Ok! Come preferisci, però, voglio sapere tutto quello che ti dicono i dottori"

"Non devi preoccuparti, saprai tutto. A proposito... ho saputo che ieri sera hai fatto tardi. Hai fatto amicizia? Non vorrei che tu passassi questo periodo da solo, senza neanche un amico per divertirti."

Manuel guardò il fratello, ma lui fece finta di niente. "Chi sa chi te l'avrà mai detto! Comunque ho conosciuto due ragazze che frequentano il mio stesso corso all'università e, in questi giorni dovrebbero accompagnarmi a fare l'iscrizione."

"Bene! Sono contenta. Ora mangia che ti si fredda".

"Giulia, che devo fare? Lo chiamo io, o aspetto che si faccia vivo lui? Non vorrei essere troppo appiccicosa, ma ho una gran voglia di rivederlo!"

"Vale, non lo so! Non lo conosco, magari gli piacciono quelle ossessive o magari gli urtano. Comunque potresti chiamarlo con la scusa dell'università e dopo aver fatto l'iscrizione andate a prendere qualcosa insieme!"

"Si! Hai ragione. Ora lo chiamo. Divertiti con tua madre a fare spese. Grazie piccola. Ti chiamo stasera! Baci, baci..."

Valentina riattaccò e, dopo qualche minuto di esitazione, cercò il numero di Manuel nella rubrica e lo chiamò... "Ciao Vale! Come va?" nel sentire la sua voce Valentina ebbe come un magone nello stomaco, ma riprese fiato e continuò la conversazione.

"Ciao! Tutto ok, se non per il sonno. Senti, volevo chiederti se ti andava di andare a fare l'iscrizione oggi. Così per lunedì puoi iniziare tranquillamente i corsi."

"A me va benissimo, anzi, stavo per chiamarti io per chiedertelo. Allora, ci vediamo oggi. Ti andrebbe bene per le 4 al Ponte Vecchio? Sai, conosco solo quello di Firenze."

"A me va benissimo" rispose euforica lei.

"Allora, ci vediamo oggi. Un bacio."

Un bacio! Le aveva detto un bacio! Valentina iniziò a saltare sul letto a urlare di gioia... accese lo stereo e, anche se erano solo le due del pomeriggio, iniziò a prepararsi.  

Ponte Vecchio. Valentina era su quel ponte dalle tre e mezza, per la troppa voglia di vederlo. Erano le quattro e un quarto e ancora Manuel non era arrivato, lei iniziò un po' a preoccuparsi e, un po' aveva paura che gli avesse dato buca. Poi, finalmente, lo vide arrivare leggermente di corsa. "Scusa per il ritardo, ma ho sbagliato strada e ho dovuto chiedere informazioni, mi dispiace davvero. Scusa!" disse Manuel con il fiatone. "Tranquillo. Tanto sono qui da soli cinque minuti, ho fatto anche io ritardo ". Mentì Valentina. "Allora morettina? Guidami per questa città sconosciuta "

Senza un addio (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora