Capitolo 11

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Era il giorno della partenza di Ciro.

Erano appena le 9 del mattino e i due amici erano già in piedi. Ciro stava preparando la valigia e Manuel era appoggiato alla porta e guardava l'amico.

"Oh, ma che guardi? Vuoi una foto?"

"Sto pensando che sei sempre il solito. Ti riduci sempre all'ultimo minuto e, comunque, la foto la voglio, così abbiamo un ricordo di questi giorni a Firenze no?"

"Ok. Dopo ci facciamo la foto, ma proprio perché so che sei un mio grande ammiratore. Te l'autografo anche."

"Grazie! Così ho l'autografo del mio mito."

"Aiutami scemo. Dobbiamo portare queste borse in macchina."

"Strano che non dovessi durare fatica!"

"Muoviti scansafatiche!"

I due presero le buste con i regali che Ciro aveva comprato ai suoi genitori ed a sua sorella e, la valigia. Andarono in cucina senza far rumore per non svegliare i genitori di Manuel. Scesero le scale e misero la roba in macchina.

"Sali dalla parte del passeggero e dammi le chiavi!" disse Manuel all'amico.

"Ma sei matto? Non hai la patente e poi dove dobbiamo andare?"

"E dai... lo sai che la so guidare la macchina. Non fare storie. Dammi queste chiavi e sali in macchina."

"Lo so che la sai guidare. Va bene dai. Mi fido." E gli lanciò le chiavi. Entrambi salirono sbattendo la portiera. L'orologio della Mercedes segnava le 9:20. "Siamo in anticipo. Però dobbiamo muoverci"

"Manu, ma dove dobbiamo andare?"

"Oddio e dai. Stai un po' al gioco. Se non ti ho detto niente vuol dire che è una sorpresa."

"Le odio le sorprese. Comunque andiamo."

Manuel accese la macchina senza difficoltà, mise la prima e partirono. Ciro accese lo stereo e il riscaldamento dell'auto, faceva freddo, era la fine di novembre e il brutto tempo iniziava a farsi sentire. Specialmente in una città come Firenze.

"Lo sai che ho una certa fame?"

"Grande Ciro. Lo sapevo che più o meno a quest'ora dovevi fare colazione. È per questo che ti ho portato qui."

Manuel fermò la macchina davanti a un bar.

"Dai! Andiamo a fare colazione."

"Era questa la sorpresa?"

"Certo. Non ho la mente così contorta. Una semplice colazione al bar tra amici prima che  tu parta."

"Va bene. Mi aspettavo di peggio. Andiamo che ho fame."

Entrarono nel bar. Ciro andò verso il bancone.

"Manu prendiamo il solito?"

"Sì. Io ti aspetto al tavolino lì in fondo."

E si incamminò verso il tavolo.

Dopo pochi minuti Ciro arrivò con due cappuccini e due cornetti vuoti, ma al suo arrivo trovò anche Valentina e Giulia ad aspettarlo.

"Buongiorno!" gli fecero le ragazze.

"Ciao! Ma che ci fate qui? Sbaglio o ci eravamo salutati ieri sera?"

"Sì, ma il tuo amico è stato tanto gentile da invitarci a colazione con voi. Ti dispiace?" gli rispose maliziosa Giulia.

"No. Non mi dispiace, ma secondo me c'è qualcos'altro sotto. Non mi convincete voi tre!"

Senza un addio (#Wattys2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora