4. Eleonorah [parte 1/3]

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Data: 4117 d.s., quinta deca

Luogo: pianeta Marath, sistema Essud


La ragazza correva senza sosta per uno dei sudici vicoli di Abandon, il fiato corto di chi sa di essere inseguito. Aveva la pelle olivastra, un po' più scura rispetto a quella tipica dei pelleocra, i suoi occhi erano grandi e luminosi, e una bandana gialla le copriva parte dei capelli castani. I suoi abiti erano sporchi e logori, in particolare la gonna, talmente corta da risultare pericolosa per una persona così giovane su un'isola piena di pirati e fuorilegge.

Si fermò un attimo per riprendere fiato e si voltò indietro. Per un attimo le parve di scorgere una sagoma, ma subito questa svanì in uno dei tanti pertugi.

«Ehi bambolina, ti sei persa?»

La ragazza si girò di scatto e vide un paio di uomini che si avvicinavano con delle bottiglie in mano. Erano chiaramente ubriachi ed entrambi avevano una sciabola pronta nella cintura.

Senza rispondere si affrettò a correre via, guizzando svelta ogni volta che trovava una deviazione per cercare di seminare gli inseguitori.

Sapeva di non poter andare avanti così, più deviazioni faceva e più correva il rischio di venire presa di mira da altri uomini, così decise di dirigersi verso la sua meta senza perdere altro tempo.

Attraversò diverse stradine piene di gente ubriaca e negozi di contrabbandieri, superò un gruppo di pirati impegnati in una rissa e poi finalmente la vide. La taverna Il Kraken era davvero grande come se l'era immaginata, ma era anche molto più rumorosa.

Osservò la grande facciata ancora per qualche secondo mentre riprendeva fiato, quindi si decise ad entrare. Era arrivata con un giorno d'anticipo, ma era meglio così: aveva fatto tanta strada e sarebbe stato un vero guaio se fosse stata in ritardo.


***


Tenebra stava viaggiando con andatura svelta, solcando il mare calmo in maniera elegante ma decisa.

Anna si trovava a prua e stava osservando la superficie cristallina che scorreva rapida sotto di loro, infrangendosi appena sullo scafo nero della sua nave. Avevano appena assaltato un piccolo galeone impegnato nel trasporto di cristalli magici grezzi e per il momento la loro principale priorità era mettere più spazio possibile fra loro e i possibili inseguitori. Purtroppo le informazioni che avevano raccolto non si erano rivelate molto precise, quindi avevano perso diversi giorni per riuscire ad intercettare le navi da trasporto. Inconvenienti del genere erano abbastanza comuni in un mestiere come il loro, il problema principale era che adesso erano in ritardo sulla tabella di marcia e sarebbe stato impossibile arrivare ad Abandon per il primo giorno del mese.

La giovane si voltò e si sedette sul parapetto, proprio alle spalle della polena a forma di pantera. Ormai era inutile piangersi addosso, e poi le bastava pensare alla stiva piena di cristalli per tirarsi su di morale.

Osservò la bandiera nera della sua ciurma che sventolava fiera in cima all'albero maestro. Era da quando avevano salutato Thahein e Khaled di Phoenix Feather che aveva un'idea in testa, una specie di chiodo fisso che non ne voleva sapere di andarsene: entrambi avevano un tatuaggio a forma di piuma, l'emblema della loro appartenenza alla gilda, e anche a lei sarebbe piaciuto che tutti i membri della sua ciurma avessero un tatuaggio, magari proprio una bandiera nera.

A prescindere da questo, era stato piacevole viaggiare con i due maghi, infatti prima di salutarsi si erano anche scambiati le frequenze delle rispettive bolle per le comunicazioni in modo da potersi contattare a vicenda in caso di necessità.

«Scusate, lo so di essere ripetitivo, ma pensate davvero che sia una buona idea tornare su quell'isola lì...?» fece Arïth, impegnato a ricucire un taglio sul braccio di Emrad. «Abandon...Vi ricordo che l'ultima volta hanno cercato di uccidermi con una bottiglia rotta.»

«E io ti ricordo che non ci sono riusciti.» ribatté l'uomo rasato senza scomporsi.

Alla fine il medico aveva accettato di unirsi alla ciurma, tuttavia c'erano alcuni aspetti di quella nuova vita a cui ancora non era riuscito ad abituarsi.

«Sì, ma quella volta sono stato fortunato perché erano completamente ubriachi... E se la prossima volta non lo fossero? E se mi tendessero una trappola?»

«Chiedo scusa, volevo informarvi che siamo quasi arrivati ad Abandon.» annunciò Francis «Se il vento tiene, tra circa mezz'ora dovremmo essere a terra.»

Arïth non parve entusiasta della notizia e si affrettò a concludere il suo compito.

«Perché ti preoccupi tanto? Ci siamo noi a guardarti le spalle.» gli fece notare Emrad.

«E ve ne sono grato, ma potrebbe capitare che veniamo coinvolti in una rissa, ci separiamo, io rimango solo, e poi... Non sono mica forte come voi! Se mi danno una botta in testa, una commozione cerebrale non me la leva nessuno!»

«Sei un mago, non puoi usare qualche incantesimo per combattere?» gli chiese Anna.

«Sono un medico, non un mago. La mia conoscenza della magia riguarda solo le tecniche curative.»

La giovane, che non era abituata a questo genere di vincoli, si limitò a guardarlo con aria poco convinta.

«Potresti procurarti qualche oggetto magico che ti permetta di scagliare magie offensive.» gli suggerì Emrad, intento a testare la mobilità del braccio ferito. Di colpo nella sua mente si accese una lampadina. «Potresti procurarti un talismano sintetico! Non sono sicuro che su questo pianeta li vendano, però magari troviamo qualcosa di simile.»

«Esattamente cos'è un talismano sintetico?» gli chiese Anna «È una specie di catalizzatore?»

«Oh, è molto di più!» ribatté l'omone rasato «Quando lo metti al collo, quello si fonde con il tuo corpo e tu ottieni subito dei poteri magici. Questi poteri dipendono dal tipo di talismano, e ne esistono di moltissimi tipi. In origine c'era un solo talismano per ogni tipo di potere, ad esempio uno per controllare il fuoco, uno per diventare più veloce, uno per ipnotizzare la gente e così via, ormai però da questi talismani originali ne sono state fatte delle copie sintetiche che ne riproducono gli effetti. In un certo senso sono come le Soul, con l'unica differenza che non sono abilità innate, ma puoi andarli a compare.»

«Credo di aver capito... E quanti ne puoi avere?»

«Di quelli originali al massimo uno, quelli sintetici invece dipende da come sono stati realizzati.»

«Che ne dici Arïth? Saresti più tranquillo se avessi un talismano?»

«Mmh... Sì, credo che potrebbe essere d'aiuto... Il problema è che, per quel che ne so, costano parecchio...»

«Emrad, ce lo possiamo permettere un talismano sintetico?»

L'uomo fece qualche rapido calcolo mentale per cercare di capire quanto denaro avessero a disposizione. «Il prezzo di un talismano sintetico varia molto, e sarebbe meglio evitare di prenderne uno di bassa qualità perché potrebbe rivelarsi una fregatura... In ogni caso è difficile fare una stima perché qui la moneta non è l'arcos, ma penso che, con un altro assalto o due a dei galeoni, allora avremmo abbastanza soldi.»

«Insomma non te li regalano.» intuì Anna «Beh, comunque credo ne valga la pena: non sarebbe male avere qualche uomo in più in grado di combattere.»

Effettivamente durante l'ultimo arrembaggio gli unici a lottare seriamente erano stati Anna ed Emrad, e non era stato facile tenere testa da soli all'equipaggio del galeone e alla relativa scorta.

Il medico di bordo non parve entusiasta all'idea di dover prendere parte ai futuri scontri, in ogni caso la prospettiva di ottenere un talismano sintetico non gli dispiaceva affatto: sarebbe stato bello riuscire a difendersi da solo da eventuali attacchi da parte di altri mercenari inviati dal suo creditore.

Nel frattempo Tenebra continuava a solcare le acque leggermente increspate dell'oceano e grazie ad una brezza favorevole riuscirono a raggiungere Abandon con qualche minuto d'anticipo rispetto alla previsione del loro navigatore.

AoN - 1 - Bandiera Nera [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora