3. Arïth [parte 1/3]

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Data: 4117 d.s., seconda deca

Luogo: pianeta Marath, sistema Essud


I tre mercenari si misero schiena contro schiena per coprirsi a vicenda. Si trattava di bastiodonti – massicce creature alte tre metri e mezzo con delle corna da ariete sul capo – e tutti e tre reggevano dei fucili mitragliatori di grosso calibro. Un loro compagno era steso a terra poco distante, privo di sensi, mentre il quinto era chissà dove nella vicina foresta, probabilmente anche lui fuori gioco.

Un movimento del terreno li mise in allerta. Dal suolo si sollevò una creatura di terra, pronta a colpirli, ma uno di loro la distrusse con la sua potente arma da fuoco. Neanche il tempo di respirare che qualcosa sfrecciò al loro fianco, scatenando un torrente di fiamme. Due bastiodonti fecero per voltarsi, ma il loro aggressore era già fuggito, sostituito da una sagoma avvolta da esalazioni nere. Il braccio del nuovo nemico si allungò in un tetro tentacolo che li investì tutti e tre insieme, scaraventandoli a terra nonostante il loro notevole peso.

Il capo del gruppo riuscì a non perdere lucidità e, steso a terra, fece fuoco contro il nero aggressore, i proiettili però non furono abbastanza rapidi: dal nulla era apparsa una spessa barriera di metallo scurissimo, e i colpi la deformarono senza però riuscire a perforarla.

Con un'imprecazione gettò a terra l'arma e balzò in avanti. Era sorprendentemente veloce per uno della sua stazza: in un attimo aggirò lo scudo e respinse un pugno di energia corvina. La sua avversaria, una ragazza con indosso una camicia nera mezza sbottonata, spiccò un balzo e gli rifilò una ginocchiata al mento. Lui non demorse, le afferrò la gamba e la scaraventò a terra. Era alto il doppio di lei e pesava il decuplo, non poteva farsi sconfiggere!

«Avanti! In piedi!» tuonò verso i suoi compagni per dare loro coraggio.

I due bastiodonti ancora coscienti provarono a rialzarsi, ma degli strani serpenti si avvolsero intorno ai loro corpi come robuste corde, bloccando loro i movimenti. Il capo del gruppo dovette stare attento a non farsi legare a sua volta, allo stesso tempo deviò un colpo a sorpresa della sua avversaria. Le tirò un pugno al viso, ma lei restò in piedi. Quella ragazza aveva davvero una forza straordinaria; se non fosse che era un potere quasi leggendario, avrebbe pensato che possedesse una Coloured Soul.

Qualcosa lo centrò alla testa, un colpo che sembrava una cannonata da tanto fu violento. Vacillò un attimo. Bastò quell'istante e la sua avversaria gli scatenò dal basso un pugno di energia dritto sul mento, facendolo saltare di almeno un metro. Ricadde a terra con un tonfo fragoroso e non si mosse.

Anna si asciugò il rivolo di sangue che le scendeva dal labbro ed evocò ancora una volta i suoi lugubri poteri, decisa a togliere di mezzo quei mercenari. Stava per colpire, ma all'ultimo le tornarono alla mente le parole di Emrad: "Anna, non esagerare, non è colpa loro se siamo qui."

Strinse i denti e serrò i pugni. Le esalazioni corvine si attenuarono leggermente, ma così non fu per la sua ira. Quanto è successo l'aveva fatta infuriare come poche volte le era capitato, in ogni caso il suo compagno aveva ragione: non erano loro i responsabili...


Emrad roteò con forza la sua scimitarra, deviò due lame nemiche e poi abbatté la propria contro l'uomo che aveva davanti. Il malcapitato lanciò un urlo di dolore e crollò sul ponte della nave, seguito poco dopo dai suoi due colleghi.

Una sfera magica colpì il pirata, scagliandolo a terra, lui però strinse i denti e pronunciò un incantesimo curativo. I cristalli nascosti nelle protezioni degli avambracci si attivarono e gli restituirono vigore, permettendogli di schivare il successivo attacco. Scagliò a sua volta un incantesimo offensivo contro il mago che l'aveva attaccato, quindi si voltò alla sua sinistra. C'era una mezza dozzina di altri guerrieri pronti ad affrontarlo.

Lui si scrocchiò il collo e sorrise. «Sentiamo, chi vuole essere il primo?»

I sei si lanciarono in avanti, ma qualcosa li investì all'improvviso: un'onda nera, forte come uno tsunami, che li scaraventò fuoribordo, fracassando il parapetto e graffiando il legno del ponte.

Emrad si voltò e vide il suo capitano che sollevava altri quattro uomini con dei tentacoli dotati di mani artigliate e li scaraventava in mare.

«Bene, direi che erano gli ultimi.» sentenziò Anna guardandosi intorno.

Il ponte della grossa nave, una vecchia fregata a tre alberi della marina, era costellato di macchie di sangue, e qua e là erano abbandonati i corpi degli sconfitti. La maggior parte era ancora viva, almeno per il momento, e lo stesso valeva per il capitano. Era la terza volta che combattevano contro Parsifal Match, l'ormai ex capitano dei Pirati del Vulcano che aveva deciso di diventare un corsaro solo per vendicarsi di loro, e per la terza volta avevano vinto.

«È stato divertente combattere con voi.» gli disse Anna con quel suo tono di compiaciuta superiorità «Quando avrete voglia di essere di nuovo presi a calci, tornate a trovarci.»

L'uomo barbuto le lanciò uno sguardo assassino, ma la sua volontà omicida non poteva essere trasformato in un'azione efficace contro un'avversaria come quella.

Vide i pirati Bandiera Nera che saltavano già dal parapetto della nave e non poté fare nulla per impedirglielo. Ancora una volta aveva avuto prova che, nonostante la sua Lava Soul, lui era del tutto impotente contro la Black Soul di Anna Bedder.

D'un tratto la sua attenzione venne catturata da un'arma. Si trattava del fucile magico di uno dei suoi uomini, pensato per poter sparare sia sfere di energia che proiettili di vario tipo. Ricordava che il proprietario aveva elogiato molto quell'arma e le varie munizioni che aveva, quindi si era già fatto una mezza idea di come potesse funzionare.

Il corsaro gli si avvicinò e prese il fucile, quindi inserì il caricatore dei dardi avvelenati. Non avrebbe permesso a quei due di andarsene indenni per la terza volta!

A fatica raggiunse il parapetto e appoggiò l'arma sul legno per cercare di stabilizzare il tiro. La nave nera dei suoi nemici non era molto distante, però presto si sarebbe allontanata. Doveva sbrigarsi!

Non aveva mai sparato, però sentiva che non avrebbe sbagliato. La sua determinazione era troppo forte! Inquadrò nel mirino la figura in nero della sua nemica e subito affondò sul grilletto. La carica magica esplose, scagliando con forza il dardo fuori dalla canna. Sparò ancora, e ancora, svuotando il caricatore nella speranza che almeno un colpo andasse a segno.

Prima che se ne rendesse conto, il suo dito stava già premendo a vuoto.

Di nuovo presente a se stesso, controllò se aveva fatto centro. Maledizione! Perché non riusciva a ucciderla?! Ma poi vide la giovane che si voltava, uno sguardo furente dipinto sul viso. E allora capì: aveva mancato lei, però un dardo era riuscito a centrare un vecchio pellebruna che prima non aveva notato. Non aveva idea di chi fosse, ma era felice di essere riuscito a colpirlo: ferendo lui, era riuscito a ferire anche Anna Bedder.

Lasciò andare il fucile e scoprì il polso sinistro, doveva aveva un oggetto simile ad un orologio, ma con una bussola al posto del quadrante per le ore. Ruotò la corona e poi premette il piccolo pulsante posto nella parte inferiore. Bastarono pochi istanti e la sua fregata si risvegliò: spiegò le vele e cominciò ad allontanarsi dalla nave dei pirati Bandiera Nera, acquisendo in fretta velocità. Quella ragazzina non era certo la sola a possedere una nave incantata...


Vedere Francis che veniva colpito e si accasciava a terra, era stato per Anna come ricevere una stilettata al cuore. Avrebbe voluto inseguire la fregata del corsaro, rompergli tutte le ossa e poi farlo inabissare con la sua nave, ma Emrad era riuscito a farla ragionare: non potevano perdere tempo, il loro compagno aveva bisogno di cure immediate.

Per fortuna il suo vicecapitano era a conoscenza di un medico che viveva su un'isola non troppo lontana dalla loro posizione, tuttavia trovarlo fu più difficile del previsto...

AoN - 1 - Bandiera Nera [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora