La mattina dopo la caravella di Anna lasciò il molo e si avventurò lentamente verso il mare aperto.
Emrad stentava a credere ai propri occhi. La ragazza era seduta davanti al timone e la nave stava procedendo con calma senza alcuna guida apparente. Le vele color della pece si erano spiegate da sole, le corde corvine si muovevano come serpenti dotati di vita propria, e perfino il timone stesso stava mantenendo la rotta senza bisogno di mani a controllarlo. Sicuramente era merito della Black Soul della giovane.
«Vai sull'albero maestro e tieni d'occhio i dintorni.» gli ordinò Anna «Avvisami quando avremo compagnia.»
L'uomo non se lo fece ripetere e salì agilmente la scala a pioli che conduceva alla postazione di vedetta. Da lì poteva vedere perfettamente in tutte le direzioni e non avrebbe avuto difficoltà ad individuare eventuali navi nemiche.
Per una ventina di minuti non vide niente di particolarmente interessante, solo un paio di navi che si allontanavano da Abandon in direzione opposta alla loro, poi eccola. Una possente imbarcazione che faceva rotta proprio contro di loro.
«Una nave si avvicina!» esclamò con voce potente «È un galeone dalle vele nere e rosse!»
«La bandiera?»
Emrad prese il cannocchiale che aveva con sé e controllò. «Un teschio con dietro un vulcano, credo.»
Anna sorrise. «D'accordo, adesso puoi scendere.»
L'uomo tornò sul ponte e le porse il cannocchiale. «Vuoi vedere anche tu?»
Lei si alzò e andò vicino al parapetto per osservare a sua volta la bandiera del galeone. «Sì, sono proprio loro. Metti via il cannocchiale e poi torna qui. Ci sarà da divertirsi...»
Emrad fece come ordinato e, mentre andava a riporre l'oggetto sottocoperta, vide che le vele nere si stavano ammainando da sole. Dunque Anna era proprio decisa ad affrontarli.
«Intendi combattere qui?» gli chiese una volta portato a termine il suo compito.
«Ovviamente no.» Gli rivolse uno sguardo eloquente. «Non voglio che Tenebra si rovini.»
Detto ciò salì sul parapetto e si lasciò cadere in mare. Incredulo, Emrad si sporse subito per capire cos'avesse in mente. Mai avrebbe potuto immaginare ciò che aveva davanti: Anna era in piedi sull'acqua e ondeggiava insieme alle onde, come se si trovasse su una superficie solida come terra, solo in movimento.
La giovane sollevò il capo verso di lui. «Che fai lì impalato?! Salta giù!»
L'uomo, sempre meno convinto, scavalcò il parapetto. Aveva forse scelta?
Saltò, le mani protese in avanti e le gambe leggermente piegate per attutire... l'urto? Anche provandolo in prima persona gli sembrava incredibile. Era proprio come camminare sulla terraferma... solo che non era ferma.
«Muoviti, non voglio che Tenebra sia colpita da una cannonata.»
«L'affetto che nutri verso la tua nave è ammirevole, ma se ci colpiscono a noi?»
Anna non si scompose e continuò a camminare. «Non succederà.»
E in effetti fu proprio così. Probabilmente i pirati dell'altra nave erano increduli quanto Emrad, e per questo non osarono sparare una singola palla di cannone verso di loro.
Una volta di fronte al galeone, una sorta di nebbia nera avvolse le gambe di Anna e del suo compagno, spingendoli verso l'alto, sul ponte della nave nemica. Almeno un centinaio di uomini li stavano aspettando, le armi già in pugno.
«Davvero un bello spettacolino il tuo, te lo concedo.» Era stato il capitano del galeone a parlare, lo stesso uomo barbuto che aveva cercato di reclutare Anna il giorno prima. «Hai forse cambiato idea?»
La giovane lo ignorò e si voltò verso Emrad. «Se ne uccidi più di cinquanta, ti nominerò vicecapitano.»
L'uomo sguainò la sua scimitarra. «Vicecapitano in una ciurma di due?»
«Preferisci il mozzo?»
Emrad ruotò la sua arma. «Il vicecapitano va bene.»
«Uomini, mostrate a questi due cosa succede a chi si prende gioco di noi!» esclamò il capitano barbuto, per niente entusiasta di essere stato ignorato.
La ciurma rispose con un grido unanime e tutti quanti si gettarono all'attacco. Anna respinse il primo gruppo con un'onda d'urto, poi però Emrad dovette dare fondo a tutta la sua esperienza non lasciarci la pelle.
Un fendente dall'alto, un colpo laterale, una parata, un altro fendente. I cadaveri si moltiplicavano in fratta intorno a lui, ma non poteva abbassare la guardia.
Uccidere cinquanta uomini era tanto anche per lui. Ma questo voleva dire che Anna ne avrebbe fatti fuori almeno altrettanti, più il capitano nemico probabilmente. Sarebbe stato un vero massacro...
***
E un massacro fu. Il mare intorno al galeone era tinto di rosso, ed Emrad non ebbe bisogno di sporgersi per sapere che un banco di pesci affamati era appostato sotto la nave, attirato dall'odore del sangue.
I cadaveri in mare erano già stati mezzi spolpati, ma molti di più erano riversi sul ponte del galeone.
«Capitano, ho finito.»
Anna gli aveva dato l'ordine di prendere dalla stiva del galeone tutto ciò che poteva essere rivenduto, e così aveva fatto.
La giovane intanto era ancora in piedi di fronte all'altro capitano, quest'ultimo in ginocchio, sconfitto. Quel tipo possedeva la Lava Soul quindi era in grado di controllare a piacimento la lava, ciononostante era stato completamente surclassato dalla Black Soul di Anna.
Emrad si era sempre considerato un tipo coraggioso. Non così coraggioso da sfociare nella stupidità, ma comunque abbastanza da affrontare a viso aperto i propri nemici. Quella giovane però gli faceva davvero paura.
«Vuoi uccidermi...?» esalò il barbuto con voce bassa «Come hai fatto con la mia ciurma...?»
Anna lo guardò sorridendo. Un sorriso dolce e sadico al tempo stesso. «Se avessi voluto, l'avrei già fatto. Tu vivrai. E dirai a tutti quello che ho fatto. Quella che i pirati Bandiera Nera hanno fatto. Questo è ciò che succede a chi si mette contro di noi.»
Sollevò la mano e una zampa di energia corvina scaturì dal suo palmo, si allungò verso l'alto, afferrò il vessillo degli sconfitti e lo strappò via con forza.
«E questa bandiera si unirà alla mia collezione.»
Gli voltò le spalle, si avvicinò al parapetto del galeone e Emrad la imitò. Tenebra li aveva raggiunti subito dopo la fine dello scontro, quasi come un animale fedele che farebbe di tutto per il proprio padrone.
I due salirono sulla loro caravella e questa si allontanò tranquilla, cavalcando il vento con fare nobile ed elegante, proprio come una pantera.
Anna si ritirò sottocoperta, probabilmente per andare a riporre la bandiera col teschio e il vulcano che aveva appena conquistato, Emrad invece sollevò lo sguardo per osservare la loro bandiera. Era completamente nera, senza scritte, simboli o disegni. I pirati Bandiera Nera. Un nome azzeccato per la ciurma di colei che possiede la Black Soul.
Per quel che ne sapeva, in tutto l'universo esistevano appena due o tre persone dotate di Coloured Soul, e Anna Bedder era una di queste. Un potere tanto raro quanto devastante.
«Capitano, dove siamo diretti?»
La giovane andò a sedersi davanti al timone e incrociò le gambe su quest'ultimo. «Ad assaltare qualche altra nave. Ci serviranno parecchi soldi per costruire il motore di cui mi hai parlato, vicecapitano.»
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AoN - 1 - Bandiera Nera [da revisionare]
FantasíaATTENZIONE! REVISIONE IN CORSO! Anna Bedder è una giovane piratessa e possiede un potere talmente straordinario che, nonostante la sua giovane età, si è già guadagnata una fama piuttosto invidiabile. Grazie alla sua Black Soul può viaggiare per...